Caterina Soffici, il Fatto Quotidiano 2/6/2016, 2 giugno 2016
A LONDRA SOLO CHI PARLA INGLESE: GLI ITALIANI TREMANO
La crisi dei migranti nel Mediterraneo allunga la sua ombra di paure fino a Londra. Le immagini di barconi che si rovesciano, le migliaia di profughi in marcia per raggiungere l’Europa, fa allontanare la Gran Bretagna sempre di più. Non sarà un caso se nell’ultima settimana, nonostante il campo del Remain abbia schierato calibri da novanta, compreso Obama e tutta l’artiglieria finanziaria, per dire che uscire dall’Unione europea costerebbe molto caro all’economia e alle tasche dei britannici, le proiezioni danno il Brexit in vantaggio.
Ieri il Times ha pubblicato due sondaggi (uno online e l’altro telefonico) della Icm che ribaltano la situazione e danno il Brexit al 52 per cento, 4 punti avanti alla vittoria del Remain nel prossimo referendum del 23 giugno. Solo un mese fa la vittoria del fronte del Remain (rimanere nella Ue) era data in vantaggio di 10 punti. La situazione nell’ultima settimana sembra aver preso un passo diverso. L’ex sindaco di Londra, Boris Johnson e il ministro della Giustizia Michael Gove, i due leader del Leave (lasciare la Ue) hanno sferrato un potente attacco contro il governo Cameron proprio sulle politiche migratorie, accusandolo di aver tradito la promessa elettorale di ridurre l’immigrazione verso l’isola.
Non stiamo parlando di profughi siriani e di migranti economici in fuga dalla miseria dell’Africa. Qui stiamo parlando anche di italiani. Proprio ieri, infatti, la coppia Johnson-Gove ha presentato il proprio ‘Manifesto per il Brexit’, che parla chiaro a proposito di cosa faranno/farebbero in caso di vittoria. E cioè una politica di chiusura delle frontiere sul modello australiano a punti. L’accesso all’isola sarebbe permesso solo a persone con un certo bagaglio culturale. Si entra solo se si raggiunge un punteggio alto in base a professione, conoscenza dell’inglese, curriculum scolastico e professionale, laura, età.
Non basterà un passaporto europeo per venire a Londra a cercare un lavoro. Il manifesto euroscettico prevede infatti la fine del “diritto automatico di tutti i cittadini dell’Ue di vivere e lavorare nel Regno Unito”, oltre alla stangata sui benefits per i cittadini europei, da sempre al centro della campagna Brexit: “Terminerà il controllo della Ue su alcuni aspetti chiave del nostro sistema di sicurezza sociale”. Se qualcuno pensa che gli immigrati siano altri, ci pensi meglio. In questo caso gli immigrati siamo noi. Gli italiani sono stati la seconda nazionalità in termini di ingressi l’anno scorso (secondi solo ai polacchi) e non sono tutti banchieri o ingegneri. Anzi, la maggioranza sono ragazzi, molti senza arte né parte, che arrivano in cerca di un lavoro e finiscono a fare i camerieri da Starbucks, quando va bene. Perché gli italiani, rispetto agli altri, sono quelli che sanno peggio l’inglese.
Proprio ieri il Mirror dava la notizia di un palermitano di 30 anni, Davide Sanfilippo, condannato a Dublino per aver picchiato la ex fidanzata davanti al figlio, a cui il giudice ha risparmiato il carcere perché non sa abbastanza bene l’inglese. “Avrebbe avuto vita dura in cella non conoscendo la lingua” è la motivazione.
di Caterina Soffici, il Fatto Quotidiano 2/6/2016