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 2016  giugno 02 Giovedì calendario

TROPPO CAPITALE RISCHIA DI FRENARE LA REDDITIVITA’

Avere una banca solida immune a ogni possibile choc è il sogno, neanche tanto recondito, di ogni Autorità di regolazione. Ma pretendere che quella stessa banca oltre che granitica sia pure redditizia, e trovi quindi investitori disposti a iniettarvi capitale ogni volta che ce n’è bisogno, sfugge a ogni normale logica. Come ben sa qualsiasi operatore di mercato solidità e profittabilità non vanno a braccetto nel mondo bancario. Più si aumenta il capitale più la redditività si abbassa. E viceversa. Il paradosso è che sono gli stessi regolatori a ricordare a ogni piè sospinto che la bassa redditività delle banche in Europa è un problema. Tiene lontani gli investitori, bassi i multipli di mercato e non ripaga il costo del capitale. Proprio quel capitale su cui le Autorità chiedono continui fabbisogni. Esigenze tra loro poco conciliabili come si vede. E che lo spettro Lehman continui ad aleggiare lo dice la stretta forte chiesta dal Financial Stabilty Board sulle 30 banche sistemiche, quelle troppo grandi per fallire. Qui la cosiddetta Tlac cioè il cuscino di capitale capace di assorbire le perdite deve valere il 16% delle attività a rischio dal 2019 per salire al 18% nel 2022. In più viene chiesto un requisito di leva più che doppio di quello chiesto al resto del sistema bancario. Le stime dicono che mancano almeno 1.100 miliardi di nuovo capitale da mettere nelle 30 banche nei prossimi anni. Uno sforzo che farà dormire sonni tranquilli ai policy maker e ai regolatori ma che metterà sotto pressione appunto la profittabilità già bassa delle banche, soprattutto quelle europee rispetto alle grandi big americane. Già oggi i profili di redditività sono divaricati. E molto. Per la gran parte delle grandi investment bank Usa il Roe, il ritorno sul patrimonio netto, supera il 10% e le valutazioni di Borsa quotano le banche Usa in linea o con un premio su quel capitale. Situazione più gracile in Europa dove il Roe medio delle grandi banche inglesi, francesi e tedesche viaggia tra il 5% e il 7% e ovviamente con quotazioni che valutano queste banche meno del loro capitale esistente. Quel 10% di profittabilità sul capitale non è scelto a caso. È una soglia di discrimine. Sotto il 10% infatti la remunerazione del capitale non ripaga il suo costo e quindi rende poco attraente investire sulle banche. Prova ne è che l’intero settore del credito in Europa è sotto tiro in Borsa, non da ieri, con grandi big bancari come le due tedesche Deutsche e Commerzbank che hanno dimezzato i loro valori di mercato negli ultimi anni. O come la britannica Rbs che per anni ha avuto solo Roe negativi causa perdite. O la Barclays in calo del 40% negli ultimi tre anni. La grande stagnazione europea ha impattato su un sistema pro-ciclico come quello bancario, limandone la redditività. E l’era dei tassi a zero continuerà a fare male ai bilanci bancari. Chiedere ancora capitale mette al sicuro da rischi sistemici di contagio, ma penalizzerà la capacità delle banche in Europa di tornare a rendere più del costo di quel capitale. Un circolo vizioso innescato dall’incubo Lehman che appare mai finito.