Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  giugno 02 Giovedì calendario

LA GERMANIA RICONOSCE IL GENOCIDIO ARMENO, L’IRA DI ANKARA

IL CASOCITTÀ DEL VATICANO La tensione tra Germania e Turchia è alle stelle. Stamattina il Bundestag voterà una risoluzione presentata dalla Cdu, dalla Spd e dai Verdi per riconoscere (per la prima volta) il genocidio armeno. Il primo genocidio del XX secolo.Un capitolo buio e vergognoso per l’Europa intera. Un milione e mezzo di uomini, donne e bambini sterminati dall’allora impero ottomano (alleato con i tedeschi). Nonostante siano passati 100 anni da quei fatti non tutti i Parlamenti europei li hanno riconosciuti e condannati. La Turchia moderna continua a respingere qualsiasi addebito storico, anzi minaccia apertamente quei Paesi che portano avanti mozioni tese a ristabilire la verità storica. L’anno scorso a farne le spese era stato Papa Francesco che aveva osato pronunciare, durante una messa a San Pietro per le vittime dello sterminio, la parola «genocidio». Per tutta risposta il presidente Erdogan aveva richiamato immediatamente il suo ambasciatore, congelando le relazioni diplomatiche.
INTERESSI
La Germania aspetta la controffensiva di Ankara anche se le intimidazioni non hanno fermato l’iter parlamentare, la risoluzione appoggiata dalla stessa Cancelliera Merkel passerà senza alcun dubbio. Contro il testo si è espresso il ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier, della Spd. Il presidente turco, nei giorni scorsi, ha fatto sapere a Berlino che scatteranno pesanti conseguenze. Erdogan, durante una conversazione telefonica con la Cancelliera, si è appellato al buon senso della Merkel. Sullo sfondo ci sono notevoli interessi commerciali, militari, strategici.Il presidente armeno, Serz Sargsyan, in un’intervista alla Bild, ha incoraggiato i deputati del Bundestag a non lasciarsi intimidire. «Non è giusto che non si possa chiamare genocidio lo sterminio degli armeni, solo perché il capo di Stato di un altro Paese ne è disturbato». Paesi come Russia e Francia in passato hanno riconosciuto il genocidio. Il Parlamento italiano lo ha fatto nel 2000, con una mozione trasversale presenta dal leghista Pagliarini. Di dubbi storici non ce ne sono. Il piano di sterminio fu pianificato nel 1915 a tavolino dal triumvirato Talat, Enver e Pasha, tre ministri che, ancora oggi, sono considerati eroi nazionali, al pari di Garibaldi o Mazzini.
VATICANO
Erdogan aveva anche proposto agli armeni di istituire una commissione storica per stabilire la verità ma nulla si è mosso. Secondo gli armeni i morti di quelle terribili marce forzate nel deserto, superano il milione e mezzo, secondo i turchi si attestano a 200-300 mila: le stragi sono attribuite al durissimo inverno e alla carenza di cibo. L’anno scorso la Santa Sede ha terminato di raccogliere, catalogare, pubblicare e rendere fruibili gli sterminati archivi dell’epoca (1914-1920), mettendoli a totale disposizione di tutti gli studiosi del mondo. Contengono cablogrammi, dossier, resoconti diplomatici, lettere di sacerdoti, missionari, vescovi, appunti arrivati a Roma da diversi ambasciatori e testimoni vari, dai quali è facile ricostruire nel dettaglio ogni singola fase genocidaria. Il fatto è che gli armeni sotto l’Impero Ottomano erano una minoranza ricchissima, influente, di religione cristiana da sterminare per poter incamerare (mediante una legge parlamentare) le immense ricchezze.Tra due settimane Papa Francesco andrà a Yerevan, a pregare sul memoriale del genocidio. Libererà due colombe pensando alla pace, guardando l’Ararat, e sperando che la scintilla della misericordia possa fare mutare la direzione del vento politico.