varie, 1 giugno 2016
KARMA «Non avrei voluto che andasse in nessun altro modo. Lottare è il mio karma» (Claudio Ranieri, allenatore di calcio, del Leicester)
KARMA «Non avrei voluto che andasse in nessun altro modo. Lottare è il mio karma» (Claudio Ranieri, allenatore di calcio, del Leicester). CALMO «Mi è sempre mancato qualcosa all’ultimo. Però resto calmo: conosco quello che valgo. Me la gioco alla pari con tutti, non ho paura di nessuno. Continuo a crescere, come pilota e come uomo. E quando vedo uno come Valentino, che a 38 anni non smette di migliorarsi, mi convinco di non avere fretta: il mio momento sta arrivando» (Andrea Iannone, pilota della Ducati in MotoGp). PROFUMO «Confesso che non ho mai avuto un rapporto di devozione verso un tennista al punto di imitarlo. C’era un mio cugino che si comprava il profumo di Panatta, aveva la racchetta di Panatta...» (Matteo Garrone, regista cinematografico, grande appassionato di tennis). RAZZISTI «Il ct Deschamps si è piegato alle pressioni razziste della Francia, un paese dove il partito estremista ha raggiunto il secondo turno alle ultime elezioni. Non so quindi se sia stata una decisione solo di Didier, perché con lui sono sempre andato d’accordo» (Karim Benzema, calciatore, attaccante del Real Madrid, escluso dalle convocazioni della nazionale francese per gli Europei). SOTTOVALUTATI «Mi piace essere sottovalutato, quello che faccio risalta di più. Ma in Italia quelli sottostimati sono tanti. Proprio Conte alla Juve mi ribattezzò Giaccherinho, per sottolineare che gli stranieri da noi hanno più importanza degli italiani» (Emanuele Giaccherini, calciatore, centrocampista del Bologna e della Nazionale italiana). FIGURACCE «Cos’è mancato quest’anno al Milan? Credo sia mancato soprattutto un senso di appartenenza. Quando giochi per il Milan non puoi fare figuracce e non puoi accontentarti di puntare al sesto posto. Poi certo, bisogna anche ammettere che oggi ci sono alcune squadre che sono superiori» (Davide Calabria, calciatore, terzino del Milane e della Nazionale under 21). STORIA «A Milano non puoi guardare solo alla storia. Città, tifosi e proprietà sono unici in Europa ma ci vuole organizzazione, scouting, settore giovanile. E continuità: se cambi sempre e prendi giocatori solo perché tirano bene o hanno un bel fisico, rischi di restare una società di medio livello, che vince una coppa o uno scudetto in dieci anni» (Jasmin Repesa, allenatore di basket, dell’Olimpia Milano, che nella finale scudetto affronta Reggio Emilia).