VARIE 26/5/2016, 26 maggio 2016
APPUNTI PER GAZZETTA - ALTRI BARCONI NAUFRAGANO REPUBBLICA.IT Ancora un naufragio di migranti nel Canale di Sicilia, a 35 miglia dalle coste libiche: un barcone con un centinaio di persone a bordo si è rovesciato
APPUNTI PER GAZZETTA - ALTRI BARCONI NAUFRAGANO REPUBBLICA.IT Ancora un naufragio di migranti nel Canale di Sicilia, a 35 miglia dalle coste libiche: un barcone con un centinaio di persone a bordo si è rovesciato. L’allarme è stato dato da un velivolo di Eunavformed, la missione Ue. Sul posto anche motovedette della Guardia costiera. Una cinquantina le persone che vengono tratte in salvo in questi momenti. Si teme siano fino a 30 i migranti morti. E’ quanto ha detto alla France Presse il portavoce della missione europea Eunavfor Med, il capitano Antonello De Renzis Sonnino, precisando che sono circa 50 i migranti tratti in salvo. "Stimiamo che i morti siano tra 20 e 30", ha detto il capitano. Fonti della Guardia Costiera parlano del rischio che possano essere fino a 80. Intanto i supersiti del naufragio di ieri sono arrivati a Porto Empedocle. Secondo le loro prime testimonianze sarebbero un centinaio i dispersi nel naufragio di ieri a largo della Libia. Lo hanno raccontato appena sbarcati dalla nave "Bettica" della Marina che li ha soccorsi. I naufraghi hanno raccontano ai mediatori culturali che sul peschereccio si erano imbarcati in 650. Ma sulla Bettica ci sono circa 540 persone.Tra loro due migranti che avrebbero perso in mare il figlio di sei anni. Migranti, Canale di Sicilia: nuovo naufragio di un gommone, le immagini da Twitter Sono al momento 96 i migranti salvati che erano a bordo del barcone che si è capovolto oggi a largo della Libia. Ventiquattro di loro si trovano a bordo di una motovedetta della Guardia Costiera, mentre altri 64 sono stati recuperati da una nave di Eunavformed. Sull’account twitter, Eunavformed ha pubblicato una foto in cui si vede un barcone semiaffondato ed una cinquantina di migranti, alcuni ancora appoggiati al barcone altri già in acqua, che chiedono aiuto all’aereo che li sta sorvolando, sventolando le magliette. Guardia Costiera: "22 operazioni in corso oltre 4000 persone salvate, incerto numero dispersi". Sono oltre quattromila i migranti salvati nella giornata di oggi al largo della Libia. La centrale operativa della Guardia Costiera ha coordinato 22 interventi di soccorso, che si sono tutti conclusi. Complessivamente sono stati recuperati dai mezzi della Guardia Costiera, della Marina Militare, di Frontex e Eunavformed, e da rimorchiatori e mercantili dirottati in zona circa 4.100 migranti. Lo rende noto la guardia costiera su twitter. Non è ancora certo il numero di vittime". Dalla centrale operativa delle Capitanerie di porto, che sta coordinando le operazioni di recupero, si sottolinea che sono 7 i mezzi della Guardia costiera attualmente in azione al largo delle coste libiche. Oltre ai mezzi della Guardia costiera sono state inviate sul posto diverse altre navi presenti in zona: quattro rimorchiatori, un mercantile, una unità Frontex e una Eunavformed con elicottero. Migrante colpito da ictus, sbarcato a Porto Empedocle. Una motovedetta della Guardia costiera di Porto Empedocle (Ag) è in mare per andare a recuperare su nave Bettica, della Marina militare che si trova a circa 50 miglia dalla costa Agrigentina, un migrante colpito da un ictus. Nel porto sta arrivando una ambulanza del 118 per trasferire l’uomo, appena sarà sbarcato, al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento. Nel pomeriggio in porto è arrivata la nave Bettica con 540 persone soccorse in mare, tra subsahariani e siriani, e le 5 salme di giovani dai 20 ai 30 anni. Sono i sopravvissuti e i corpi recuperati ieri dopo il naufragio di un natante che si è capovolto a largo delle coste libiche. DA REPUBBLICA DI IERI Un barcone con circa seicento migranti a bordo si è al largo delle coste libiche poco prima che due navi della Marina iniziassero le operazioni di salvataggio. Ci sarebbero diversi morti. L’imbarcazione aveva lanciato l’sos con un telefono satellitare a 18 miglia dalla costa ed era stato raggiunto dalle navi Bergamini e Bettica. Oltre i 500 migranti salvati e cinque i morti accertati. Ci potrebbero essere altre vittime in mare. "E’ stato individuato al largo della Libia un barcone in precarie condizioni di galleggiamento con numerosi migranti a bordo. Poco dopo il barcone si è capovolto - riferisce una nota della Marina militare - a causa del sovraffollamento e dell’instabilità dovuto all’elevato numero di persone a bordo". La nave ’Bettica’ giunta nelle immediate vicinanze, ha lanciato zattere di salvataggio e salvagenti, mentre la fregata ’Bergamini’, anch’essa in zona, ha inviato il proprio elicottero e mezzi navali in soccorso. "Al momento sono stati salvati circa 500 migranti e recuperate 5 salme. Le operazioni di recupero continuano", informa la Marina militare. A Lampedusa intanto una piccola migrante è rimasta sola: la bambina, dell’apparente età di 9 mesi, è giunta stamane a Lampedusa con un gruppo di migranti soccorsi nel Canale di Sicilia, avrebbe perso la mamma durante la traversata, e adesso è sola, ospitata nell’hotspot dell’isola. E’ quanto hanno riferito ai mediatori culturali del centro alcune delle 150 persone che hanno viaggiato con lei sul gommone soccorso nel Canale di Sicilia. Intanto aumenta il numero di barconi che partono dalle coste africane verso l’Italia, sui quali si trovano minori e bambini. Ieri 3000 migranti soccorsi e 23 imbarcazioni individuate. In porto a Palermo oggi è giunta nave Dattilo con 1.053 migranti, fra i quali 260 minori non accompagnati. Altri 371 migranti sono sbarcati a Trapani. Il 3 giugno il Capo dello Stato Sergio Mattarella sarà a Lampedusa per inaugurare il "Museo della fiducia e del dialogo", uno spazio espositivo dedicato alle migrazioni dei popoli, dove sarà esposto anche un Caravaggio prestato dagli Uffizi per ricordare il piccolo Aylan. REPUBBLICA.IT La situazione migranti in Europa è migliorata con la chiusura della rotta balcanica ma la rotta "mediterranea resta attiva e i dati degli degli ultimi giorni non sono incoraggianti sugli arrivi da nord Africa e Libia verso l’Italia: bisogna fare di più, serve un grande lavoro e l’Ue ha bisogno del sostegno e della solidarietà del G7 e dei suoi partner". Così il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk in conferenza stampa col presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker, prima dell’inizio del G7 in Giappone.La situazione in Europa - ha spiegato Tusk - è migliorata con la chiusura della rotta balcanica ed un calo dei migranti irregolari verso la Grecia che secondo i dati Frontex è diminuito del 90% con 60 arrivi al giorno contro i 7mila dell’ottobre scorso. Ma sulla "rotta mediterranea" l’emergenza resta, ha ribadito citando i dati "degli ultimi giorni". "L’Ue ha bisogno della solidarietà e del sostegno del G7 e dei suoi partner e anche se penso che certo non si potrà fare un programma oggi, è importante e positivo iniziare a dare un segnale di buona volontà a dimostrazione del pieno supporto", ha aggiunto sottolineando i tre punti su cui lavorare insieme ai partner. "Abbiamo la responsabilità della solidarietà perchè ormai quella dell’immigrazione è una crisi globale" ed il supporto del G7 si può concretizzare con il sostegno e l’assistenza finanziaria ai rifugiati e ai paesi ’host’, come Libano e Giordania. Tusk suggerisce poi un modello di assistenza su quello Ue e Bei che può diventare "di tutti". E, ancora, auspica che il G7 incoraggi" i ricollocamenti in tutto il mondo. "Saremmo lieti di ricevere un segnale in questa direzione", ha proseguito ricordando che ci troviamo "di fronte ai numeri peggiori dalla Seconda guerra mondiale", ad un crisi che in Europa è "drammatica". Renzi: "Il prossimo G7 in Sicilia". "Nel 2017 il G7 si terra’ il 26 e 27 maggio. Sicuramente sara’ in Sicilia, la nostra proposta sara’ quella di Taormina, dobbiamo fare le ultime verifiche tecniche e logistiche. Eventualmente la Sicilia ha altri luoghi". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, incontrando i giornalisti al G7 in Giappone. "Questo non suoni minimamente come una polemica nei confronti di altri luoghi. Credo che fosse un dovere morale ospitare un grande evento" come il G7 "in Sicilia, il luogo ideale per mettere insieme cultura, accoglienza, valori. E poi e’ un segnale per il Sud". "La scelta di fare il prossimo G7 in Sicilia più che logistica è una scelta di politica culturale. Quale migliore terra della Sicilia che è la terra della bellezza, del volontariato, del medico Pietro Bartolo e dell’innovazione?". Il premier Matteo Renzi spiega così la scelta dell’Isola per il prossimo vertice fra i grandi della terra. "Se prendi e fai vedere l’immagine di una bimba di nove mesi che non ha più la mamma e del medico che le ha salvato la vita e si preoccupa del dopo chiedendo l’affido, non è una questione di numeri. C’è una dimensione umana. E’ una vicenda che ti tocca nel profondo". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, durante una conferenza stampa al termine della prima giornata di lavori del G7 di Ise-Shima. Sindaco Taormina: "Pronti e qualificati ad affrontare questa sfida, la vinceremo". "E’ il giusto riconoscimento per una terra, la Sicilia, che tanto sta facendo per il mondo. E per la bellezza e la cultura di Taormina". Così il sindaco Eligio Giardina commenta la scelta del premier Matteo Renzi di proporre la Perla dello Ionio il G7 del 2017. "Noi siamo pronti e qualificati - aggiunge - anche ad affrontare questa sfida da fare tremare i polsi. Ma i siciliani siamo abituati alle grandi sfide e spesso le vinciamo. E vinceremo anche questa". Alfano: "La legge del mare dice di salvarli non di bloccarli". "Una bella soddisfazione per il posto più bello del mondo. Taormina meritava questo riconoscimento perchè oltre ad essere il posto più bello del mondo, la Sicilia ha più sofferto le fatiche sui temi dell’immigrazione e ha dato più volte occasione di dimostrare che l’Italia è un grande Paese che conosce i principi del diritto e della libertà, che sa accogliere e al tempo stesso essere severo: gli arresti degli scafisti sono stati infatti una costante di tutto quello che è verificato in questi anni". Questo il commento del ministro dell’Interno Angelino Alfano, a Palermo per l’intitolazione di sue sale di Palazzo dei Normanni, sede del parlamento siciliano, a Piersanti Mattarella e Pio La Torre. Inevitabile il riferimento alle traversate dei migranti nel Canale di Sicilia. "Noi facciamo come il portiere della squadra di calcio, pariamo; quindi le nostre navi si spostano, proviamo a salvare vite, ma magari mentre sono impegnate su un’operazione su un altro fronte può avvenire un disastro. E’ come se arrivassero troppe palle al portiere e qualche goal ogni tanto si subisce, non noi ma l’Europa e tutto quel mondo che non è in grado di realizzare un accordo serio con i Paesi dell’Africa per impedire le partenze e organizzare lì un sistema di aiuti che sia in grado di rispondere alle esigenze. Il nostro ’migration compact’ serve proprio a questo, per dire ai Paesi africani, noi vi aiutiamo, ma voi aiutateci a impedire le partenze da parte di chi non scappa da guerre e da persecuzioni, ma per trovare un futuro migliore, ecco queste persone vanno assistite in Africa". Poi risponde duro al leader della Lega Nord: "Come sa chiunque conosca le regole del mare, qualcuno che sta affondando, non lo devi bloccare ma lo devi salvare. La differenza tra noi e Salvini è la stessa differenza che passa tra la vita e la morte, nel senso che noi siamo per la vita. Se il blocco navale è su un barcone che sta affondando, con persone che non sanno nuotare, cosa blocchi? Li fai morire. Dobbiamo essere chiari: prima si salvano le vite e solo dopo chiedi a quelli che hai salvato se sono profughi e allora li accogli e li ridistribuisci in Europa - dice - Oppure se sono irregolari li rimpatri". Alfano conclude lodando i soccorritori ma anche con una promessa: "Ringrazio tutti i Comuni a cominciare da Palermo che stanno dando una mano di aiuto, perche’ quando i Comuni aiutano noi siamo in grado di dare maggiore efficienza, quando si mettono contro le cose si complicano. In ogni caso - ha concluso - finché sarò io ministro dell’Interno non autorizzerò mai di non soccorrere un bambino, un uomo o una donna che stanno annegando". Renzi: "Orgoglioso degli italiani". "Arrivato a Ise-Shima porto al tavolo dei leader G7 l’orgoglio e la dignità degli italiani che salvano le vite in mare". Lo scrive il premier Matteo Renzi su twitter dal Giappone, dove partecipa al summit del G7. Il premier si riferisce al salvataggio di centinaia di migranti in mare operato ieri dalla Marina militare, l’ultima tragedia avvenuta al largo della Libia, con il barcone con 600 migranti che si è rovesciato ed affondato in mare aperto. Naufragio che è costato la vita a cinque profughi ma il cui bilancio, senza l’intervento delle navi del soccorso italiano sarebbe potuto essere enormemente più grave. Nella tarda mattinana di oggi è previsto a Porto Empedocle l’approdo della Nave Bettica della Marina Militare italiana con i 660 superstiti (tra cui 54 donne e 23 minori) e i 5 cadaveri. "Quei bimbi presi per i capelli vivi grazie ai miei marinai" E sempre ieri una piccola storia amara, quella di Favour, bimba nigeriana di nove mesi, sbarcata a Lampedusa da sola dopo la morte della mamma durante la traversata. La piccola è stata accudita per l’intera giornata da Pietro Bartolo, responsabile del Poliambulatorio di Lampedusa e protagonista dell’ultimo film di Gianfranco Rosi, "Fuocoammare". "Se potessi l’adotterei, ma sono troppo anziano", così il medico dell’isola. Sono oltre 4.000 i migranti tratti in salvo oggi al largo delle coste libiche, nel corso di 22 distinte operazioni di soccorso coordinate della Centrale Operativa della Guardia Costiera di Roma, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Tra le 22 operazioni rientra anche il soccorso ad un barcone che si era capovolto, su cui la Centrale Operativa ha immediatamente dirottato due motovedette classe 300 della Guardia Costiera e la nave "Reina Sophia" del medesimo dispositivo. L’intervento ha consentito di salvare la vita a 96 persone. Tra queste un bambino di 5 anni in stato di ipotermia, trasportato in salvo a Lampedusa da un elicottero della Guardia Costiera, assistito durante il volo da personale sanitario REPUBBLICA.IT ANCHE su una linea satellitare, la voce del capitano Francesco Iavazzo tradisce l’orgoglio per il suo equipaggio. Il comandante del pattugliatore d’altura “Bettica” e i suoi uomini hanno appena concluso la giornata della missione Mare Sicuro con un bilancio non comune: 540 vite strappate al Mediterraneo, una nuova prova della solidarietà italiana verso i più sfortunati. Comandante, com’è andata? Come avete intercettato la barca dei migranti? «Il comando ci aveva avvertito molto presto, indicandoci il punto dove fare rotta. Abbiamo intercettato la barca attorno alle 10». E che cosa le si è presentato davanti? «Un peschereccio di tredici metri, chiaramente troppo affollato». Quante persone si possono caricare su una barca del genere? «Non so quanto sia normale, so che da quella barca abbiamo recuperato 432 persone, cioè 341 uomini, 48 donne e 43 minori. Una decina erano bambini piccolissimi, di pochi mesi. In più, abbiamo recuperato cinque salme, anche se non posso escludere che ci siano altri annegati. Più tardi, da un gommone, ne abbiamo recuperate altre 108». Com’è avvenuta l’operazione? «La situazione richiedeva un intervento rapido. Abbiamo calato in mare i nostri gommoni, attrezzati di motori a idrogetto proprio per situazioni come questa, così da non correre il rischio che le eliche possano ferire le persone in mare. Prima di tutto abbiamo distribuito salvagenti, poi abbiamo cominciato il trasbordo». Chi partecipava al salvataggio? «In situazioni come questa ognuno fa la sua parte, abbiamo personale molto qualificato e anche l’assistenza di una ostetrica esterna ». Che si fa quando le persone arrivano a bordo? «Li rifocilliamo, con il classico tè caldo e la coperta. Ma ancora più importante è lo screening sanitario, in caso di necessità possiamo anche evacuare via elicottero chi avesse bisogno di cure urgenti». Poi però la barca si è rovesciata. Come mai? «Avevamo già recuperate 240 persone, tutte le donne e i bambini, ma quelli che erano rimasti sulla barca avevano paura, non stavano fermi. Il barcone rollava, lo spostamento di peso a bordo lo rendeva ancora più instabile. E alla fine si è capovolto». Che cosa avete fatto allora? «Ho fatto avvicinare la nave il più possibile, a un centinaio di metri, mentre i gommoni continuavano il lavoro di recupero. Dalla nave abbiamo buttato giù qualsiasi cosa galleggiasse, salvagenti individuali o collettivi, funi. Alcuni marinai si sono buttati fra le onde per aiutare i profughi, ne hanno preso qualcuno per i capelli. E a bordo soccorrevamo chi aveva bevuto, magari dandogli l’ossigeno». Come stanno adesso i profughi? «Abbastanza bene, direi. Nella tragedia, abbiamo la piccola consolazione di aver salvato tutti i bambini. Ora sono lì, contenti, con in mano gli orsacchiotti che i miei marinai hanno tirato fuori chissà da dove. Ho visto una bambina piccolissima che ne stringeva uno bianco più grande di lei». È in grado di dire la provenienza dei migranti? «La barca era salpata con tutta probabilità dalla Libia. I passeggeri, a giudicare dall’aspetto, sembrano maghrebini o siriani. Ma a bordo non abbiamo un mediatore culturale, comunicare non è facile». Dove li portate? «Siamo diretti verso la Sicilia, a porto Empedocle ». E i suoi marinai, che bilancio fanno della giornata? «Il lavoro dei militari, dei marinai specialmente, non si fa pensando al contratto. E in mare la salvaguardia della vita umana è qualcosa di sacro» CORRIERE.IT Mentre la nave Bettica è attraccava a Porto Empedocle con i 542 migranti salvati mercoledì a 18 miglia dalle coste libiche, un aereo di ricognizione della missione europea Eunavformed ha individuato un centinaio di persone accanto a un barcone rovesciato a 35 miglia dalla sponda africana. L’ennesima tragedia del Mediterraneo con un bilancio provvisorio di circa 20 morti. L’allarme è stato captato per prima dalla fregata «Reina Sofia» della Marina militare spagnola. Poco dopo, l’arrivo di due mezzi della Guardia costiera italiana con equipaggi subito impegnati nei soccorsi e nel recupero di chi non ce l’ha fatta. Sarebbero infatti da 20 a 30 i migranti annegati e i dispersi di quest’altro dramma che costringerà i soccorritori a tornare verso la terra ferma con tanti corpi senza vita composti in sacchi neri. Come accade alla «Bettica» che ha trasportato in Sicilia anche 5 migranti deceduti, si sospetta che il peschereccio ribaltatosi mercoledì possa essere affondato con tante vittime incastrate nella stiva: ci sarebbero almeno un centinaio di dispersi. Un carico di sofferenza e di gioia insieme quella di nave Bettica perché c’è chi piange amici e familiari scomparsi anche fra i 542 salvati adesso diretti comunque verso i centri accoglienza in cerca di un futuro migliore. Un contrasto evidente per un ospite eccellente della «Bettica», la ministra della Difesa Roberta Pinotti che, come è stato comunicato a Prefettura e Questura di Agrigento, nella tarda mattinata, via elicottero, ha raggiunto la nave della Marina ai comandi del Capitano di fregata Francesco Iavazzo. Una presenza inattesa sul molto di Porto Empedocle dove attende anche l’ammiraglio Nicola De Felice al comando della Guardia Costiera in Sicilia, in continuo contatto con i soccorritori intanto impegnati al recupero degli ultimi 100 migranti che si tenta di salvare. E nella giornata di giovedì sono stati oltre 4mila i migranti tratti in salvo al largo delle coste libiche, nel corso di 22 diverse operazioni coordinate dalla Centrale Operativa della Guardia Costiera di Roma. In azione unità navali della Guardia Costiera, un’unità spagnola del dispositivo Eunavformed, un’unità spagnola del dispositivo Frontex, una unità navale della ONG Sea Watch, 3 mercantili, 4 rimorchiatori d’altura. Soccorso anche un barcone che si era capovolto, a bordo 96 persone tra cui un bambino di 5 anni in stato di ipotermia. CORRIERE.IT Un funzionario della prefettura di Agrigento è stato inviato a Lampedusa per prendere in carico la piccola nigeriana di 9 mesi appena, arrivata nell’isola con gli altri superstiti di un gommone affondato nel Mediterraneo, ma senza la mamma, morta per le ustioni di benzina con un’altra creatura in grembo. È la tragedia che sta alle spalle della piccola Favour, come la chiamano tutti al Poliambulatorio di Lampedusa diretto da Pietro Bartolo, il medico tante volte al centro di grandi operazioni di solidarietà umana, protagonista del film di Gianfranco Rosi «Fuocammare». È lui ad avere prestato i primi soccorsi e ad avere pensato di chiedere in adozione la bimba, come confida a Corriere.it: «È arrivata con un gruppo di nigeriane che l’avevano protetta dal freddo dopo la morte della loro compagna. Poi, i soccorsi, il salvataggio e l’arrivo qui in Poliambulatorio dove la bimba è stata riscaldata, accudita, coccolata un po’ da tutti. Latte, biscottini, creme protettive. Fra assistenti, infermiere, puericultrici e mediatrici culturali ha trovato tante mamme. Compresa la sindaca Giusy Nicolini. Adesso bisogna seguire un iter burocratico ferreo. Arriva il funzionario della prefettura per portarla in una struttura di accoglienza ad Agrigento. E Favour, questa nostra piccola “Favorita”, troverà certamente tante mamme disposte ad amarla. Ma se ci fosse bisogno di un papà, ci sarei io, pronto ad adottarla, come chiedo anche al prefetto Nicola Diomede».