VARIE 22/5/2016, 22 maggio 2016
APPUNTI PER GAZZETTA - IL VOTO IN AUSTRIA ANSA - In Austria il verde Alexander Van der Bellen è in lieve vantaggio sul candidato ultranazionalista Norbert Hofer
APPUNTI PER GAZZETTA - IL VOTO IN AUSTRIA ANSA - In Austria il verde Alexander Van der Bellen è in lieve vantaggio sul candidato ultranazionalista Norbert Hofer. Dopo lo scrutinio di tutti i seggi elettorali, Hofer è in vantaggio con il 51,93% su Van der Bellen, che arriva al 48,07%. Ma l’exit poll degli 800.000 voti per corrispondenza, che saranno scrutinati solo domani, danno il verde in testa nel computo finale di circa 3.000 voti. Si sono recati alle urne il 70% dei 6,4 milioni aventi diritto. Hofer, del Partito della libertà (Fpo) ha ottenuto il 35% dei consensi al primo turno, contro il 21 dell’avversario. Anche se i sondaggi non erano consentiti alla vigilia del voto di ballottaggio, le agenzie per le scommesse davano Hofer in vantaggio. Il candidato dell’Fpo ha basato la sua campagna elettorale quasi esclusivamente sulla lotta all’immigrazione, e proprio ieri Vienna ha annunciato che da martedì prossimo intende schierare 80 poliziotti al confine italo-austriaco del Brennero. CGIA Tra quelle che viaggiano su Tir e quelle che si spostano su rotaia, sono oltre 40 milioni le tonnellate di merci che ogni anno transitano lungo il Brennero. Ed è evidente che se l’Austria dovesse ripristinare i controlli lungo questo valico a subire gli effetti più negativi sarebbe il settore dell’autotrasporto che “assorbe” oltre il 71 per cento del totale delle merci che entrano ed escono da questo confine. Per i Tir, così del resto come per i treni, si allungherebbero notevolmente i tempi di ingresso/uscita con ricadute economiche molto pesanti. “Secondo uno studio redatto dall’associazione degli autotrasportatori belgi – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo - ogni ora di lavoro nel settore dell’autotrasporto costa mediamente 60 euro. Con un ritardo di sole 2 ore è stato stimato un aumento dei noli del 10% che ricadrà, nel medio e lungo periodo, sui costi e quindi sui prezzi dei prodotti e di conseguenza sul consumatore finale”. Il ripristino dei controlli al Brennero rischierebbero di colpire anche il sistema produttivo, soprattutto quello legato alle esportazioni del Nordest. “I risultati negativi – dichiara il segretario della CGIA Renato Mason - investirebbero anche le imprese manifatturiere italiane e, in particolar modo, quelle del Nordest che lavorano con consegne giornaliere “just in time” verso i Paesi del nord Europa. A causa dei ritardi delle consegne potrebbero rischiare di pagare penali salatissime, con il pericolo di perdere anche le commesse”. Si tenga presente che in Europa il 75 per cento del commercio intraeuropeo avviene su gomma e, secondo i dati di Alpinfo (anno 2013-ultimi disponibili), sono 89 i milioni di tonnellate di merci che annualmente transitano su Tir lungo i principali valichi dell’arco alpino, così distribuiti: Tonnellate di merci che transitano su Tir lungo i principali valichi alpini (2013) Monte Bianco….……...8,3 Gottardo……………….9,3 Frejus………………....10,0 Tarvisio……………......15,2 Ventimiglia………….....17,3 Brennero…………….....29,0 Fonte: Alpinfo-Ufficio federale trasporti svizzero Se dopo l’Austria anche altri paesi decidessero di ripristinare i controlli, l’abolizione dell’ area Schengen avrebbe delle ricadute molto negative sull’autotrasporto che, come accennavamo più sopra, nel lungo periodo potrebbe dar luogo alla riduzione del potere d’acquisto delle famiglie e il calo dei consumi interni. A fronte di questo scenario, i costi complessivi per la nostra economia potrebbero oscillare tra un valore minimo di 4,8 e uno massimo di 9,8 miliardi di euro l’anno, a seconda dell’intensità dell’attività di controllo effettuata lungo i valichi di frontiera. Mestre 22 maggio 2016 REPUBBLICA.IT (ORE 20) Austria al voto, presidenziali più contese della storia del Paese Austria al voto, presidenziali più contese della storia del Paese Chi è Alexander Van der Bellen, il verde speranza anti-destra delle presidenziali in Austria Chi è Alexander Van der Bellen, il verde speranza anti-destra delle presidenziali in Austria Chi è Norbert Hofer, l’ultra nazionalista favorito delle presidenziali in Austria Chi è Norbert Hofer, l’ultra nazionalista favorito delle presidenziali in Austria Migranti, Austria schiera 80 poliziotti al Brennero: Migranti, Austria schiera 80 poliziotti al Brennero: "Italia non mantiene promesse sui controlli" successivo 50 Commenti 0 LinkedIn 0 Pinterest VIENNA - "Per i risultati dovremo aspettare domani", ha detto Norbert Hofer, dato per favorito dopo il trionfo al primo turno, e oggi in perfetta parità con lo sfidante ecologista Alexander Van der Bellen. Il testa a testa nel voto per le presidenziali austriache secondo le proiezioni a chiusura delle urne è serratissimo, al 50%. Decisivi nella volata finale tra i due candidati saranno i voti per corrispondenza che rappresentano il 14% degli elettori, circa 900 mila persone. Ma questo voto per corrispondenza, integrato alle prime stime degli istituti di sondaggi, è d’ordinario sfavorevole allo FPÖ, al primo turno Hofer aveva ottenuto solo il 25%. Secondo i dati reali, Hofer è però in vantaggio con il 51,9% (1.937.863 voti) contro il 48,1% di Van der Bellen che ha ottenuto 1.793.857 voti a favore. Lo scarto sul filo è di 144 mila voti. E sono questi che saranno decisi per posta. Elezioni Austria, testa a testa Van der Bellen e Hofer. Deciderà domani il voto per posta Condividi SCHEDE, I CANDIDATI Norbert Hofer - Alexander Van der Bellen A favore della sua politica anti migranti, nel Tirolo Hofer è forte e ha raggiunto il 50,7%. La questione su cui punta il candidato di estrema destra è molto sentita nella regione. Già il ministro della Difesa austriaco Hans Peter Doskozil aveva avvertito, pochi giorni fa, che se l’Italia avesse continuato a far passare i migranti e la Germania a monitorare il suo confine, sarebbe stato "un serio problema in Tirolo" che si sarebbe così trasformato in una "sala d’attesa". Sono stati circa 6,4 milioni i cittadini chiamati a votare e l’affluenza è stata record. avviso: 885mila austriaci votano per posta risultati si sanno domani può spostare molto (6,3 mln aventi diritto) affluenza record 72% (al primo turno 68,5%) #austria #hofer #vanderbellen REPUBBLICA.IT VIENNA - E’ testa a testa nel voto per le presidenziali austriache secondo le prime proiezioni a chiusura delle urne. Il candidato di estrema destra Norbert Hofer, dato per favorito dopo il trionfo al primo turno, sarebbe in lievissimo vantaggio sullo sfidante ecologista Alexander Van der Bellen con il 50,1% dei voti contro il 49,9%. Una forchetta talmente stretta da lasciare una totale incertezza sull’esito della consultazione elettorale. LEGGI Austria, favorita l’ultradestra antimigranti di T. MASTROBUONI Decisivi nella volata finale tra i due candidati saranno i dati di Vienna, dove i seggi sono stati chiusi solo alle ore 17. Non si esclude che per stabilire il vincitore si dovrà addirittura aspettare domani, quando saranno scrutinati i voti per corrispondenza che rappresentano il 14% degli elettori. Il margine di errore è solo del 2% e i dati includono una stima del voto per posta. Sono circa 6,4 milioni i cittadini chiamati a votare per un secondo turno delle elezioni presidenziali che si gioca oggi in Austria ed esclude per la prima volta i partiti socialdemocratico e popolare, assieme al governo. In tutta Europa, ma anche negli Stati Uniti dove avanza Donald Trump, ci si chiede se trionferà il populismo anti immigrati o se gli elettori si coalizzeranno per fermare la sua avanzata. Vienna, Hofer: ’’Vedrete che non sono una persona pericolosa’’ Condividi Al primo turno del 24 aprile, Hofer è stato a sorpresa il più votato con il 35,1%, seguito ad una certa distanza da Van der Bellen con il 21,3%. I candidati del partito socialdemocratico e popolare hanno avuto entrambi un umiliante 11%. Affabile, sorridente, elegante e ben educato, Hofer è il volto rassicurante del partito austriaco della Libertà (FPÖ), guidato dal ben più provocatorio Heinz-Christian Strache. "Nessuno deve temermi", dice suadente questo ingegnere aeronautico 45enne, padre di quattro figli, che ha saputo capitalizzare le paure dei ceti medio-bassi di fronte a immigrazione e globalizzazione. Austria al voto, presidenziali più contese della storia del Paese Parte dell’ondata populista in Europa, l’avanzata di Hofer riaccende antichi e sgradevoli fantasmi in Austria, Paese che non ha mai fatto pienamente i conti con il passato nazista. Hofer si è mostrato in parlamento esibendo all’occhiello un fiordaliso, simbolo nazionalista che veniva usato anche dai nazisti. Ed erano note le simpatie per Adolf Hitler di Joerg Haider, defunto leader del FPÖ. Nel 2000 l’Austria fu ostracizzata in Europa per l’ingresso del FPÖ in un governo con il partito popolare, un presidente di questo partito creerebbe molti imbarazzi a livello internazionale. LEGGI Migranti, l’Austria schiera 80 poliziotti al Brennero Il presidente austriaco ha un ruolo in gran parte cerimoniale, ma Hofer ha già fatto sapere che potrebbe ricorrere al suo potere di sciogliere le camere se il governo "causerà grave danno", ovvero se non riuscirà a controllare l’immigrazione. In questo caso si tornerebbe probabilmente alle urne e molti prevedono una avanzata del FPÖ. Hofer ha poi ridimensionato la sua minaccia, ma intanto il suo successo al primo turno ha già provocato un terremoto nella politica austriaca, con le dimissioni del cancelliere socialdemocratico Werner Faymann. Quello del primo turno delle presidenziali è stato in gran parte un voto di protesta, alimentato dall’aumento della disoccupazione e il rallentamento della crescita economica. L’arrivo di 90 mila migranti nel 2015 ha rafforzato le paure del ceto meno abbiente e meno istruito che teme di essere messo da parte dalla globalizzazione. E’ quello stesso elettorato, prevalentemente maschile, che sta facendo il successo di Donald Trump alle primarie repubblicane negli Stati Uniti. Non a caso le elezioni austriache sono molto seguite dai grandi giornali americani. L’elezione di Hofer sarebbe un brutto segnale per chi teme un successo del Front National alle presidenziali in Francia e l’ascesa di partiti populisti euroscettici in altri Paesi europei. Tanto più in vista di un voto cruciale per il futuro dell’Europa come il referendum sulla Brexit il prossimo 23 giugno in Gran Bretagna. DANILO TAINO SU CORRIERE.IT DAL NOSTRO INVIATO A VIENNA - Il segnale della “piccola Austria” all’Europa e al mondo per ora è confuso. Stando ai primi exit poll, il candidato alla presidenza di estrema destra Norbert Hofer potrebbe avercela fatta. Alle 17, quando si sono chiusi i seggi, il primo dato gli dava una maggioranza minima, insignificante, in realtà: 50,2%. Il suo avversario al ballottaggio, il verde Alexander Van der Bellen, è dato al 49,8%. Al primo turno, avevano raggiunto rispettivamente il 35 e il 21%. Mezz’ora dopo, però, un altro exit poll ribaltava la situazione: 50,1% per il verde, 49,9% per il candidato di destra. Alle 18 la situazione era 50 e 50, con un margine di errore dell’1%. Situazione incertissima, insomma. Bandiera di allarme Il risultato finale, naturalmente, si saprà solo nelle prossime ore, forse addirittura domani se i voti per corrispondenza dovessero risultate decisivi. Quello che l’Austria dice, però, è che, per la prima volta nella storia di un Paese della Ue, un politico di un partito fondato da ex nazisti (e poi evoluto) potrebbe conquistare la presidenza della repubblica. Che Hofer entri o no all’Hofburg, il palazzo della presidenza a Vienna, il successo del Partito della Libertà, Fpö, alza una bandiera di allarme un po’ per tutti i governi europei: se un partito della destra nazionalista e xenofoba, ani-immigrati, anti-Europa e antiamericano può avvicinarsi alle stanze del potere in un Paese tranquillo, ricco e democratico come l’Austria, anche altrove la possibilità non può essere esclusa. Le previsioni della vigilia Rispetto alle previsioni della vigilia, secondo le quali Hofer avrebbe dovuto avere un vantaggio 53-47, il risultato di Van der Bellen è migliore. Un certo numero di austriaci, evidentemente, hanno voluto cercare di fermare l’onda dell’ Fpö. Il risultato finale sarà importante: una vittoria della destra galvanizzerebbe le altre formazioni simili in Europa; una sua sconfitta indicherebbe che può forse essere fermata. GLI 80 POLIZIOTTI AL BRENNERO BOLZANO - "L’Italia non ha mantenuto le promesse. Non accetterò che gli italiani distribuiscano inefficaci tranquillanti su presunti controlli e da noi il numero di ingressi illegali aumenta nuovamente. Erano serie le promesse da parte del ministero degli Interni italiano di effettuare i controlli sui migranti oppure uno stratagemma per impedire l’attivazione del management austriaco al confine del Brennero?". E’ un atto di accusa quello del capitano (governatore) del Tirolo, Guenther Platter, in seguito alle diverse segnalazioni sull’aumento di profughi nella zona del valico di frontiera con l’Italia di passo del Brennero. E la risposta di Vienna è la decisione di inviare 80 poliziotti al Brennero. Parole quelle di Platter al quale replica il sottosegretario all’Interno, con delega all’immigrazione, Domenico Manzione: "Abbiamo grande rispetto per le campagne elettorali degli altri Paesi, ma abbiamo soprattutto grande rispetto per la verità". Secondo Manzione le dichiarazioni di Platter "non trovano conforto nei dati e spiace che vengano da un’autorità che ha concordato con noi la strategia di intervento". "Per i flussi alla frontiera - precisa Manzione - abbiamo pattuglie miste che controllano i treni. Abbiamo mandato 50 uomini in più per potenziarle. I numeri delle persone intercettate è assai modesto". Il sottosegretario cita il caso di oggi: "14 persone in tutto di cui 5 richiedenti asilo in altri Paesi, 4 espulsi dall’Italia, 2 minori, un arrestato, 2 riammessi dall’Austria. Quindi questi ultimi sarebbero i soli ad avere attraversato la frontiera irregolarmente". Non si allenta quindi la tensione sul problema dei migranti, mentre si registra un nuovo naufragio al largo della Sardegna di una barca con 14 persone a bordo. Altri 80 poliziotti alla frontiera. Le autorità austriache, da Platter a Karl Muehlsteiger, sindaco di Gries am Brenner - primo paese in territorio austriaco dopo il confine - sostengono che nell’ultima settimana il numero di migranti entrato illegalmente in Austria è aumentato. Per questo motivo, su esplicita richiesta di Platter, il ministro degli Interni austriaco Wolfgang Sobotka ha deciso, dopo le polemiche esplose sull’ipotesi della realizzazione di una barriera, che da martedì alla frontiera di passo del Brennero, l’Austria rafforzerà la presenza con l’invio di ulteriori 80 poliziotti. Lo stesso Platter ha affermato che "la situazione sarà seguita da vicino e se i transiti non autorizzati della frontiera dovessero aumentare, i controlli al Brennero dovranno essere auto-attivati". Nessun ammorbidimento su controlli. L’Austria, in cui domani si vota il ballottaggio per eleggere il capo dello Stato, a solo una settimana dalla visita al Brennero del ministro degli Interni italiano Angelino Alfano, non sembra intenzionata a mollare la presa sui controlli al valico più significativo ed importante non solo della catena alpina, ma di tutta l’Unione Europea. Il management di confine illustrato a fine aprile da parte della polizia del Tirolo, a questo punto, potrebbe entrare in vigore già entro maggio. In autostrada il dispositivo di controllo scatterà subito dopo la galleria (in territorio italiano) che collega l’Italia con l’Austria. Il traffico sarà fatto rallentare fino ad una velocità massima di 30 chilometri orari e, a sua volta, incanalato su quattro corsie, due per autovetture e moto, altrettanti per i mezzi pesanti. La polizia austriaca al confine controllerà le persone e, quelle ritenute ’sospette’, saranno deviate nella vicina area predisposta all’identificazione. Sulla strada statale il controllo sarà unico. Nuovo naufragio. La Guardia costiera, con l’ausilio di mezzi dell’aeronautica militare e della guardia di finanza, sta cercando di rintracciare una barca con a bordo 14 migranti, che sarebbe partito da Algeri diretto in Sardegna, ma mai arrivato. A circa 40 chilometri al largo di Teulada, sulla costa sud occidentale, è stata ritrovata un’imbarcazione di legno di dieci metri, ribaltata, ma nessuno in mare. Non è certo al momento che il barchino sia lo stesso partito da Algeri. CHI È VAN DER BELLEN VIENNA - Alexander Van der Bellen, economista di 72 anni, ha raggiunto al primo turno il 21,3% dei voti contro il 35,1% di Hofer. Il sorprendente risultato ha contraddetto tutti i sondaggi che davano come vincente l’ex leader dei Verdi tra il 1997 e il 2008 che si presenta però come ’candidato indipendente’. Secondo gli analisti, ha quasi il 50% delle probabilità di diventare il successore del socialdemocratico Heinz Fischer, l’attuale presidente della Austria. Per molti infatti Van der Bellen è la persona giusta per rappresentare le funzioni del capo dello Stato, una carica formale ma intrisa di prestigio e visto come un punto di riferimento etico. Europeista convinto ed ex militante socialista, non rifiuta un’interpretazione più attiva di alcune competenze presidenziali e ha promesso che non firmerà il trattato transatlantico sul libero commercio, il Ttip, anche se è già stato approvato dal Parlamento. Questo è l’unico punto di contatto con l’avversario Hofer, con cui si gioca la presidenza nel ballottaggio. Ex preside della facoltà di Scienze economiche di Vienna, Van der Bellen è sempre stato molto apprezzato nel Paese per la sua onestà ed è sempre stato considerato uno spirito libero, non condizionato nemmeno dai dogmi ambientalisti: pur essendo stato leader dei Verdi, non ha mai utilizzato una bicicletta, ha dichiarato il suo amore per le auto ed è un forte fumatore. È figlio di una madre estone e di un padre russo fuggiti dalla rivoluzione bolscevica dal 1917 per stabilirsi in Tirolo, dove lui stesso ha vissuto fino ai 33 anni prima di trasferirsi a Vienna. Il suo modo poco convenzionale di parlare e discutere in pubblico potrebbe essere legato al fatto che Van der Bellen ha deciso di entrare in politica a 50 anni. Durante la sua guida, comunque, i Verdi passarono dal 5% ad oltre il 10%, diventando per la prima volta la terza forza politica del Paese nel 2006. Padre di due figli e sposato in seconde nozze da pochi mesi, nell’ultimo periodo ha fortemente criticato il governo, accusandolo di aver condotto politiche troppo dure nei confronti dei richiedenti asilo.