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 2016  maggio 20 Venerdì calendario

IN GIAPPONE LA PAGHETTA LA DANNO LE DONNE. AL MARITO

In Giappone gli uomini ricevono ogni mese due stipendi: quello della loro ditta e quello che gli concede la moglie, severo «ministro delle finanze» della famiglia. La consorte riceve dal marito l’intero salario da lui guadagnato lavorando fino a 60 ore settimanali, spesso rischiando il karoshi, o morte per eccesso di lavoro; e gli dà quanto lei ritiene serva al coniuge per i bisogni di ogni giorno: sigarette, giornale, ricariche del cellulare e magari una seduta (chiamiamola così) in un massage parlour per rilassarsi con una oppai, donna con seno esagerato (una vera idea fissa per i maschi nipponici). Meglio un’oppai una volta ogni tanto che un’amante fissa, ragiona la pragmatica casalinga e allenta un poco i cordoni della borsa. A tutte le spese importanti fa fronte lei con i soldi consegnatigli dal marito, riuscendo anche a mettere da parte un sostanzioso gruzzolo segreto, chiamato hesokuri.
È stato calcolato che una moglie di classe media accantona ogni anno, a totale insaputa del marito, quattro milioni di yen (circa 32mila euro). Si guarda bene dal depositarli in banca perché teme che il suo tesoro segreto sia scoperto. Preferisce nasconderli in casa, o affidarli alla propria madre.
La media della «paghetta» casalinga elargita al marito è pari a circa 450 euro. Da questi soldi, chiamati okozukai, il marito riesce anche a risparmiare qualche spicciolo per avere un suo fondo segreto, ma la media del suo hesokuri mensile raramente supera l’equivalente di 50 euro.
Il giorno dello stipendio è comunque molto atteso, specialmente dal marito, tenuto a stecchetto non solo finanziariamente ma anche sessualmente: è infatti quello il solo giorno del mese in cui ci sono buone probabilità che il «ministro delle finanze» si sbilanci sino al punto di esprimere al coniuge la propria gratitudine concedendogli le sue grazie.