Pietro Acquafredda, Anno Santo 1925. Le Figaro, citato da L’Epoca dell’8 maggio 1925, 18 maggio 2016
Giubilei– A giudicare dall’affluenza sempre crescente dei pellegrini, che vengono a Roma per guadagnare i favori del Giubileo, i giusti sono infinitamente più numerosi di quello che non se lo immaginasse il mio scetticismo inveterato forse un poco tinto di giansenismo
Giubilei– A giudicare dall’affluenza sempre crescente dei pellegrini, che vengono a Roma per guadagnare i favori del Giubileo, i giusti sono infinitamente più numerosi di quello che non se lo immaginasse il mio scetticismo inveterato forse un poco tinto di giansenismo. In effetti, sono a migliaia i pellegrini che ogni giorno oltrepassano la soglia della Porta Santa. Ne vengono da tutti i paesi, non solamente dalla nostra vecchia Europa, ma anche dalla giovine America. Senza dubbio nessuno soffoca più nella ressa sul Ponte Sant’Angelo, come al tempo di Bonifacio VIII; ma ciò forse dipende, non dall’esser meno considerevole la folla dei pellegrini, ma dal fatto che ai nostri giorni le due rive del Tevere sono collegate da dodici ponti di pietra, larghi e solidi. I pellegrini, sfidando il vento, la pioggia e perfino la grandine, vanno di Basilica in Basilica, guidati da preti o da religiosi, e compiono le pratiche di pietà imposte dalla Bolla Pontificia a tutti quelli che vogliono, secondo l’espressione consacrata, guadagnare il Giubileo. (Anno Santo 1925. Le Figaro, citato da L’Epoca dell’8 maggio 1925)