Claudio Risé, IoDonna 14/5/2016, 14 maggio 2016
RICOMINCIAMO A SCAMBIARCI GERMI E BATTERI
Come sarà la coppia tra vent’anni? Innanzitutto: ci sarà ancora la coppia tra vent’anni? Probabilmente sì, ma non è certissimo. È vero che negli ultimi cinquant’anni i due si sono (quasi) liberati dalle invasioni della famiglia di origine. In compenso però sono stati manipolati dagli interventi di istituzioni, burocrazie e Stati. Cominciarono i College americani con le loro Procedures, regolamenti scritti su come donne e uomini dovevano avvicinarsi, farsi la corte, parlare, toccarsi oppure no. Da allora è stato tutto un crescendo di norme, consigli, anche leggi che hanno fatto passare a molti la voglia di mettersi in un ginepraio a metà tra political correctness e curiosità burocratiche da soddisfare. Crollano così i matrimoni, ma anche le altre coppie non se la passano benissimo. Nelle grandi città il gruppo in maggior crescita è quello delle persone che vivono da sole.
Burocrazia a parte, la coppia per esserci tra vent’anni dovrà riuscire a superare la chiusura che oggi l’affligge, sia verso l’esterno che fra i due all’interno. Malgrado l’iperconnessione costante infatti la reale apertura verso l’altro e gli altri è scarsina. In treno, nei locali pubblici, dappertutto, gli accoppiati sono sempre più spesso immersi ognuno nel proprio iPhone, tablet o altro, comunicando col resto del mondo per conto proprio, o facendo solitari o rivedendo album fotografici.
Ci si trasmette poco. Per fortuna anche batteri o virus, e infatti nella coppia come nel resto della popolazione crollano le infezioni e ci si ammala soprattutto di Ncd, malattie non comunicabili (disturbi cardiaci, diabete, tumori, malattie degenerative, autoimmuni), che fanno tutto all’interno del singolo. Anche nelle patologie insomma la coppia è (quasi) fuori gioco, tutto accade nell’individuo.
È proprio qui che nascerà la nuova coppia (se ce la farà). La grande battaglia, di sopravvivenza e di crescita, sarà superare le sue attuali chiusure: uno da una parte e l’altra dall’altra, anche se poi magari ci si fa un selfie sorridente da mettere online e far girare. Sul piano profondo, antropologico, c’è da ritrovare l’antica alleanza tra donna e uomo, fondata sull’amore per il benessere di entrambi e la continuazione della vita. Questa, oggi, appare come la grande avventura. Si tratta di reinventare i linguaggi, gesti, emozioni del desiderio e dell’ammirazione generosa, senza calcoli e paure.
Tra vent’anni vedremo forse la nuova coppia, nuda, nascere dal mare spumeggiante della semplice naturalezza.