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 2016  maggio 16 Lunedì calendario

Michela Noli, 31 anni. Fiorentina, hostess di terra all’aeroporto di Peretola, bel viso incorniciato da lunghi capelli biondi, un mese fa aveva lasciato il marito Mattia Di Teodoro, 33 anni, un lavoro come grafico nella casa editrice della madre e una passione per le grosse moto, a detta di tutti ragazzo «mite, per bene, un po’ chiuso»

Michela Noli, 31 anni. Fiorentina, hostess di terra all’aeroporto di Peretola, bel viso incorniciato da lunghi capelli biondi, un mese fa aveva lasciato il marito Mattia Di Teodoro, 33 anni, un lavoro come grafico nella casa editrice della madre e una passione per le grosse moto, a detta di tutti ragazzo «mite, per bene, un po’ chiuso». Era tornata a vivere dai genitori e aveva iniziato una nuova relazione con un collega. Da allora Di Teodoro aveva preso a perseguitarla: si appostava sotto casa sua, le telefonava di continuo, per spiare tutti i suoi movimenti le aveva nascosto in auto un gps per cani. Lei lo temeva e meditava di denunciarlo per stalking. Domenica scorsa l’uomo si presentò a casa del nuovo fidanzato dell’ex moglie e parlò con entrambi, dando l’impressione di essere tranquillo: a lei diede pure una pacca sulla spalla, augurandole il meglio per il futuro. Quel pomeriggio cercò su internet come si accoltella una persona alla gola per farla morire sul colpo, poi scrisse un messaggio a un amico: «L’aspetto, la riempio di pugnalate al cuore e poi mi pianto il coltello in gola». L’amico gli rispose «smettila di dire cazzate», cercò di calmarlo, gli propose di organizzare una grigliata ma lui rispose «non ho voglia, ci vediamo domani, stasera mi riposo». Invece, con la scusa di volerle restituirle una valigia con le sue cose, chiese a Michela di vederla «per l’ultima volta». Dopo cena passò a prenderla sotto casa, lei disse ai genitori «torno subito», scese in tuta e senza telefono, salì sulla sua Citroen C2 bianca, lui guidò fino a una strada buia e appartata che costeggia l’Arno, si fermò, tirò fuori un grosso coltello di quelli per tagliare il pane, lei alla vista della lama tentò di aprire la portiera dell’auto ma lui la colpì cinquanta volte al cuore, al collo, all’addome, anche alle braccia e alle mani mentre tentava disperatamente di difendersi. Quindi mandò un sms a un amico per dirgli che aveva ammazzato l’ex e che si stava per suicidare e subito dopo si conficcò la lama nella gola. Un biglietto, lasciato nella sua casa sulle colline di Careggi, in cui chiede scusa ai genitori e ai suoceri spiegando che Michela l’aveva «umiliato e deriso». Sera di domenica 15 maggio nel «campo delle coppiette» in via dell’Isolotto a Firenze.