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 2016  maggio 15 Domenica calendario

Per questo suo colorato lavoro, l’artista Stuart Haygarth è partito da una “passeggiata” lungo tutta la costa sud dell’Inghilterra, con l’obiettivo di raccogliere ogni elemento artificiale nel quale si sarebbe imbattuto

Per questo suo colorato lavoro, l’artista Stuart Haygarth è partito da una “passeggiata” lungo tutta la costa sud dell’Inghilterra, con l’obiettivo di raccogliere ogni elemento artificiale nel quale si sarebbe imbattuto. Ha percorso 500 miglia, da Gravesend a Land’s End, a caccia di tutti gli oggetti abbandonati o portati a riva dalla corrente. Tornato in studio, ha poi classificato ogni pezzo, raccolto in base al tipo e al colore, prima di organizzare i “cimeli” rinvenuti in composizioni precise da fotografare. Il risultato è un rigore formale che si sposa con un senso estetico da artista: le immagini seducono per la loro colorata bellezza e allo stesso tempo per la loro immediatezza visiva. Duplice anche il senso artistico e morale alle spalle del progetto “Strand”. Da un lato Stuart vuole sottolineare la possibilità di trasformare i rifiuti in nuova bellezza e in qualche modo costruire una sorta di archivio “di viaggio” legato alla vita di persone sconosciute; dall’altro con questi scatti cerca un nuovo modo per raccontare la storia del nostro inquinamento sconsiderato. Una denuncia e un messaggio di riscatto che adesso sono stati riassunti in un omonimo volume edito da Art/Book Publishing a cura di Nicola Perilli Per questo suo colorato lavoro, l’artista Stuart Haygarth è partito da una “passeggiata” lungo tutta la costa sud dell’Inghilterra, con l’obiettivo di raccogliere ogni elemento artificiale nel quale si sarebbe imbattuto. Ha percorso 500 miglia, da Gravesend a Land’s End, a caccia di tutti gli oggetti abbandonati o portati a riva dalla corrente. Tornato in studio, ha poi classificato ogni pezzo, raccolto in base al tipo e al colore, prima di organizzare i “cimeli” rinvenuti in composizioni precise da fotografare. Il risultato è un rigore formale che si sposa con un senso estetico da artista: le immagini seducono per la loro colorata bellezza e allo stesso tempo per la loro immediatezza visiva. Duplice anche il senso artistico e morale alle spalle del progetto “Strand”. Da un lato Stuart vuole sottolineare la possibilità di trasformare i rifiuti in nuova bellezza e in qualche modo costruire una sorta di archivio “di viaggio” legato alla vita di persone sconosciute; dall’altro con questi scatti cerca un nuovo modo per raccontare la storia del nostro inquinamento sconsiderato. Una denuncia e un messaggio di riscatto che adesso sono stati riassunti in un omonimo volume edito da Art/Book Publishing a cura di Nicola Perilli Per questo suo colorato lavoro, l’artista Stuart Haygarth è partito da una “passeggiata” lungo tutta la costa sud dell’Inghilterra, con l’obiettivo di raccogliere ogni elemento artificiale nel quale si sarebbe imbattuto. Ha percorso 500 miglia, da Gravesend a Land’s End, a caccia di tutti gli oggetti abbandonati o portati a riva dalla corrente. Tornato in studio, ha poi classificato ogni pezzo, raccolto in base al tipo e al colore, prima di organizzare i “cimeli” rinvenuti in composizioni precise da fotografare. Il risultato è un rigore formale che si sposa con un senso estetico da artista: le immagini seducono per la loro colorata bellezza e allo stesso tempo per la loro immediatezza visiva. Duplice anche il senso artistico e morale alle spalle del progetto “Strand”. Da un lato Stuart vuole sottolineare la possibilità di trasformare i rifiuti in nuova bellezza e in qualche modo costruire una sorta di archivio “di viaggio” legato alla vita di persone sconosciute; dall’altro con questi scatti cerca un nuovo modo per raccontare la storia del nostro inquinamento sconsiderato. Una denuncia e un messaggio di riscatto che adesso sono stati riassunti in un omonimo volume edito da Art/Book Publishing a cura di Nicola Perilli