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 2016  maggio 11 Mercoledì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LE UNIONI CIVILI DIVENTANO LEGGE CON LA FIDUCIA REPUBBLICA.IT ROMA - L’aula della Camera ha votato la fiducia posta dal governo sul ddl sulle unioni civili con 369 voti a favore

APPUNTI PER GAZZETTA - LE UNIONI CIVILI DIVENTANO LEGGE CON LA FIDUCIA REPUBBLICA.IT ROMA - L’aula della Camera ha votato la fiducia posta dal governo sul ddl sulle unioni civili con 369 voti a favore. I deputati presenti erano 564, 2 gli astenuti, i voti contrari sono stati 193. Ad astenersi sono stati due deputati del gruppo Misto: si tratta di Vincenza Labriola e Rudi Franco Marguerettaz. Come avevano annunciato, hanno votato contro la fiducia due deputati di maggioranza: Alessandro Pagano di Ap e Mario Sberna di Ds-Cd. Centrodestra sul piede di guerra. Anche Ala ha votato la fiducia, scatenando la reazione del capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta: "Ala vota fiducia a governo @matteorenzi salga a Colle, spieghi a Mattarella mutati assetti maggioranza e poi chieda nuova fiducia a Camere". Ancora più dura la reazione del leader della Lega, Matteo Salvini, che invita i primi cittadini del Carroccio alla disobedienza: "Sindaci della Lega disobbedite", ha detto il segretario. "È una legge sbagliata - ha detto Salvini - , anticamera delle adozioni gay". La candidata alla poltrona del Campidoglio di Forza Italia, Giorgia Meloni, su Facebook attacca il governo: "A Montecitorio per votare no alla legge sulle unioni civili di Renzi. Porre la questione di fiducia su temi delicati come questo rappresenta l’ennesimo abuso di parte di un governo arrogante, che senza aver ricevuto alcun mandato popolare usa le istituzioni a suo piacimento". Ma sull’invito di Salvini frena: "Se dovessi diventare sindaco di Roma rispetterò la legge, anche se non celebrerò di persona le unioni civili", ha detto, precisando che in qualità di presidente di Fratelli di Italia "mi impegnerò per sostenere il referendum abrogativo". ...tra chi chiede obiezione di coscienza...Il leader della Lega non è il solo a manifestare questa posizione: Lucia Baracchini, sindaco di Pontremoli, in Lunigiana, Toscana, eletta in una lista civica sostenuta dal Pdl, è vorrebbe fosse prevista nella legge l’obiezione di coscienza per i primi cittadini che non vogliono celebrare unioni gay. E prima di lei Mario Agnelli, sindaco di Castiglion Fiorentino, si era schierato a favore del diritto dei sindaci di rifiutarsi di celebrare le unioni civili tra omosessuali. Come lui, altri 40 sindaci dell’Abruzzo. ...e chi pensa già al referendum abrogativo. . Cresce il malumore nel centrodestra, che siprepara a dare battaglia già da domani. Alle 12, presso la Sala stampa della Camera dei deputati, i parlamentari Eugenia Roccella, Gaetano Quagliariello e Carlo Giovanardi di Idea, Maurizio Gasparri e Lucio Malan di Forza Italia, Gian Marco Centinaio e Nicola Molteni della Lega, Francesco Bruni e Lucio Tarquinio dei Conservatori e Riformisti, Fabio Rampelli ed Edmondo Cirielli di Fratelli d’Italia, Gian Luigi Gigli e Mario Sberna di Ds-Cd, Guglielmo Vaccaro di Italia Unica e il presidente della Commissione Lavoro del Senato Maurizio Sacconi, terranno una conferenza stampa per presentare iniziative per l’indizione di un referendum abrogativo in materia di unioni civili. Ma la richiesta di referendum abrogativo annunciata dal centrodestra non preoccupa Monica Cirinnà, promotrice del provvedimento oggi all’esame conclusivo dell’Aula di Montecitorio. "Lo aspettiamo a piene mani - dice partecipando a un presidio arcobaleno proprio davanti alla Camera -. Ci darà la spinta per arrivare presto al matrimonio egualitario. L’Italia si rivolterà al conservatorismo, al bigottismo e al medioevo". Unioni civili, il sì alla fiducia: la notizia sui siti stranieri Navigazione per la galleria fotografica In serata l’ok definitivo. Nonostante l’appoggio di Ala, i renziani rivendicano il risultato anche e, per festeggiare, aspettano il voto finale e definitivo, atteso per le 19. Dopo almeno un decennio di fallimenti, quello ottenuto oggi è un passo avanti importante, da spendere per il Pd in campagna elettorale. La legge sulle unioni civili è stata già approvata in Senato il 25 febbraio scorso. "Oggi è un giorno di festa", aveva scritto su Facebook Matteo Renzi a poche ore dal voto, ricordando l’impegno nella battaglia per i diritti civili di Alessia Ballini, sindaco omosessuale di San Piero a Sieve e sua assessora alla Provincia di Firenze, scomparsa cinque anni fa. ALESSANDRA ARACHI PER CORRIERE.IT La Camera conferma la fiducia al governo sul ddl sulle unioni civili con 369 voti a favore, 193 contrari e 2 astenuti ( Vincenza Labriola e Rudi Franco Marguerettaz, deputati del gruppo Misto). L’Assemblea di Montecitorio passa ora all’esame dei 39 ordini del giorno al testo. Alla notizia del sì alla fiducia, il presidio delle associazioni omosessuali davanti a Montecitorio si è trasformato in una festa. shadow carousel Unioni civili, la festa davanti a Montecitorio Polemiche e tensione in Aula Il percorso della legge è stato accompagnato — come era successo in febbraio al Senato — da una scia di polemica e da tanta tensione in Aula. E le critiche all’esecutivo proseguono anche dopo il voto di fiducia, a cominciare dal duro attacco del capogruppo di Forza Italia Brunetta che denuncia i verdiniani: «Ala vota la fiducia al governo. Renzi salga a Colle, spieghi a Mattarella i mutati assetti di maggioranza e poi chieda una nuova fiducia alle Camere», è l’invito di Brunetta. Il centrodestra e precisamente i parlamentari di Idea, Forza Italia, Lega, Conservatori e Riformisti, Fratelli d’Italia, Ds-Cd, Italia Unica assieme al presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, terranno giovedì una conferenza stampa «per presentare iniziative per l’indizione di un referendum abrogativo in materia di unioni civili». Di tutt’altro tenore le parole di Renzi: «È un giorno di festa per tanti, oggi», ha scritto il premier su Facebook prima del voto ricordando in un post Alessia (un’amica del premier in prima fila per le unioni civili, ndr). PUBBLICITÀ inRead invented by Teads L’attacco della Cei e la replica del Guardasigilli Sulla questione delle unioni civili e del voto di fiducia la Cei era tornata all’attacco, con il segretario monsignor Nunzio Galantino: «Il voto di fiducia è una sconfitta per tutti». In un’intervista a Repubblica, le critiche al governo di Massimo Gandolfini, portavoce del comitato «Difendiamo i nostri figli», che organizza il Family day: «Renzi va fermato, a ottobre bisogna dire no al referendum costituzionale. Il ddl Cirinnà è una legge anticostituzionale, con un iter profondamente offensivo dei regolamenti e della Costituzione. Il percorso in Parlamento? Un vero atto di inciviltà democratica e arroganza politica». Parole alle quali ha replicato il ministro della Giustizia, Andrea Orlando: «Ho rispetto per la Cei ma ritengo quella scelta necessaria e anche un po’ tardiva rispetto a ciò che si è sviluppato nel tempo nella società e a diritti che da troppo tempo chiedono un riconoscimento». shadow carousel Da Boschi a Speranza, alla Camera tutti con la coccarda arcobaleno Boschi: «La fiducia ha valore politico» Alle polemiche ha risposto anche il ministro Maria Elena Boschi (sua da martedì la delega alle Pari opportunità): «La fiducia ha valore politico perché l’agenda di questo governo è incentrata non solo sulle riforme ma anche sui diritti». Il tweet di Manif Pour Tous Intanto Generazione Famiglia, l’account italiano di Manif Pour Tous — una delle numerose associazioni pro famiglia impegnate nella battaglia contro le unioni civili — ha pubblicato, tra i tanti post che invitano a bloccare il ddl Cirinnà, un tweet sessista sul ministro Maria Elena Boschi: una serie di hashtag, #Unionicivili #UteroInAffitto #StopCirinna, accompagnati da una foto del ministro di schiena, in Parlamento, e la scritta: «Unioni civili, la Boschi ci mette la faccia». shadow carousel Nella giornata della chiama per la fiducia interviene anche il ministro dell’Interno Alfano, che rivendica l’intervento dei centristi sul ddl Cirinnà: «Senza di noi le unioni civili sarebbero state una fotocopia del matrimonio e le adozioni per le coppie gay sarebbero state consentite. Questa è la verità. Approveremo oggi una legge sulle unioni civili e tutti discutono di voto di fiducia, dimenticando come era il testo di quella norma quando è arrivata al Senato e come ne è uscita dopo il lungo e duro lavoro di Area popolare per farne una legge, appunto, sulle unioni civili e non sui matrimoni omosessuali». Poi il titolare del Viminale si rivolge ai tribunali: «Nella legge non si parla né dell’adozione del figlio biologico del partner, né si parla di riconoscimento di quella pratica schiavista che è l’utero in affitto. Di tutto questo i tribunali, che finora hanno deliberato in assenza di una norma, dovranno obbligatoriamente tenere conto. Ora una legge in materia c’è ed è chiara e non interpretabile creativamente. Certo avremmo preferito che su queste materie non venisse posta la fiducia, ma ricordiamo a tutti che la fiducia segnala un patto di governo, una mediazione ragionevole sulla quale sono convenuti i partiti della maggioranza. E i patti si rispettano, li rispettiamo noi di Area popolare votando la fiducia, deve rispettarli il Pd dal quale sento invece uscire frequenti dichiarazioni di senatrici estremiste che parlano di questa legge come del primo passo per le adozioni omosessuali e per l’utero in affitto». Unioni civili, ecco la mappa del voto di giovedì in Parlamento La maggioranza a Montecitorio e i tempi di attesa Così come era successo al Senato — dopo lo stralcio della stepchild adoption— anche alla Camera il patto di maggioranza tiene. E martedì è stato Maurizio Lupi (Ap-Ncd) ad annunciare la fiducia del suo gruppo. Perché la legge entri in vigore bisognerà aspettare i decreti attuativi (proposti dal ministro della Giustizia di concerto con, tra gli altri, i ministri degli Interni e degli Esteri), con un tempo minimo di almeno otto mesi. Ma per gli omosessuali che intendono unirsi civilmente il tempo di attesa sarà di molto inferiore, un mese o poco più. Spiega infatti Micaela Campana, Pd, relatrice della legge a Montecitorio: «Nella legge sono previste delle norme transitorie: grazie a un decreto del presidente del consiglio — su proposta del ministro degli Interni — le unioni civili si potranno celebrare entro trenta giorni dal momento della firma del provvedimento da parte del presidente della Repubblica. Poi, certo, bisognerà tenere conto dei tempi per l’acquisizione dei pareri della Corte dei conti e del Consiglio di Stato». L’invito di Salvini «Sindaci della Lega disobbedite»: è questo l’invito lanciato dal segretario del Carroccio Matteo Salvini a proposito delle Unioni civili, ai sindaci leghisti. «È una legge sbagliata — ha detto Salvini — anticamera delle adozioni gay». Le unioni e le convivenze I nuovi diritti per le coppie Nella legge sulle unioni civili c’è una seconda parte tutta dedicata alle convivenze, sia omosessuali sia eterosessuali. È una legge che l’Italia aspetta da ventotto anni e che per la prima volta vedrà la luce oggi (al più tardi domani, se non si fa in tempo per il voto finale). Questa seconda parte della legge prevede che le convivenze registrate abbiano molti diritti simili a quelli del matrimonio: parliamo dell’assistenza in carcere, ma anche l’assistenza per la malattia e, inoltre, che il convivente sia il rappresentante con pieni poteri rispetto alla malattia e alla morte. È previsto anche il subentro dell’affitto e quello agli alloggi popolari. Sono invece esclusi i diritti di tipo patrimoniale e previdenziale, come la pensione di reversibilità e la successione. Diritti che sono previsti invece nella normativa per le unioni civili omosessuali che hanno molti punti in comune con il matrimonio, con l’eccezione della possibilità di adottare in generale e anche la possibilità di adottare il figlio biologico del partner, la cosiddetta stepchild adoption, stralciata in Senato alla fine dell’iter. Nell’ultima versione della legge è stato tolto dal testo anche l’obbligo di fedeltà, che è previsto invece tra i coniugi. La legge sulle unioni civili verrà applicata grazie ad alcuni decreti attuativi proposti dal ministro della Giustizia di concerto con — tra gli altri —i ministri dell’Interno e degli Esteri. Le unioni civili per coppie omosessuali sono un istituto giuridico del tutto nuovo e avranno bisogno di indicazioni per gli ufficiali dell’anagrafe circa le iscrizioni, le trascrizioni, le annotazioni. Si dovranno stabilire anche cose pratiche e quotidiane come, ad esempio, dove decidere di celebrare le unioni civili nel Comune: nella stessa sala dei matrimoni? E con quale rito? Il sindaco, o chi per lui, dovrà indossare la fascia tricolore? Altre questioni saranno legate al diritto internazionale: come e dove si dovranno trascrivere le cerimonie già celebrate all’estero? In ballo anche la questione dei cognomi: a differenza del matrimonio, una coppia che si unisce civilmente ha la possibilità di scegliere se unire il cognome, aggiungerlo, invertirlo. La legge dà fino a sei mesi di tempo per scrivere i decreti attuativi, e poi altri due alle Camere per valutarli: se quest’ultimo termine non verrà rispettato, la legge sarà operativa. Entreranno comunque in vigore norme transitorie con un decreto del presidente del Consiglio entro 30 giorni. Se il sindaco non celebra subentra un commissario Quando verrà approvata la legge sulle unioni civili non sarà possibile per un sindaco non celebrare nel suo comune questo nuovo istituto giuridico. La legge, infatti, non ammette obiezione di coscienza, come forse avrebbe voluto il candidato sindaco a Roma Alfio Marchini, sostenuto anche da Forza Italia. Nella nuova legge, infatti, il sindaco è obbligato a celebrare le unioni civili o, in subordine, a delegare qualcuno per suo conto come succede anche per i matrimoni, in comuni grandi come Roma o Milano. Se ci si rifiuta si incappa nel codice penale con il reato di omissione di atti d’ufficio ma, soprattutto, si va incontro al commissariamento. La legge è molto chiara: se il primo cittadino non vuole che nel proprio comune vengano unite civilmente coppie omosessuali, in quel comune verrà inviato un commissario ad acta . Sono già molte le coppie omosessuali pronte ad aspettare l’approvazione della legge per potersi unire civilmente, le prime sono quelle più anziane, coppie che stanno insieme anche da quarant’anni. L’Istat stima che in Italia le coppie omosessuali siano circa 200 mila, ma secondo le associazioni gay questo è un dato molto sottostimato per via del sommerso e le coppie sarebbero almeno un milione. FERRARELLA SUL CDS E gli effetti collaterali nel penale della nuova legge sulle unioni civili? Amnesia. Con esiti paradossali, nella corsa del governo a blindare il voto con la fiducia. Il testo Cirinnà, infatti, premette che le disposizioni che contengono la parola «coniuge» si applicano «anche ad ognuna delle parti dell’unione civile tra persone dello stesso sesso», ma «al solo fine di assicurare l’effettività della tutela dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi derivanti dall’unione civile». Il riflesso più evidente è sull’omicidio, la cui pena base 21-24 anni sale a 24-30 anni se si uccide il coniuge: ma poiché l’omicidio non è certo norma a rafforzamento «degli obblighi derivanti dall’unione civile», l’aggravante non potrà pesare su assassini legati da unioni civili alla persona assassinata, mentre continuerà a valere per mariti e mogli. Stesso schema nei sequestri di persona: quando il pm blocca i beni utilizzabili dal coniuge per pagare il riscatto, il blocco non potrebbe essere imposto al coniuge legato da unione civile con il rapito. Curiosa anche la situazione dell’abuso d’ufficio commesso da pubblici ufficiali che non si astengano in presenza di un interesse di un prossimo congiunto come il coniuge: continuerà a essere reato per mariti e mogli, ma non potrà incriminare i partner di una unione civile. Idem la «bigamia», che finirebbe per non avere rilevanza penale in relazione alle unioni civili tra lo stesso sesso, mentre la manterrebbe solo tra coniugi uomo e donna. Discriminazioni al contrario, cioè più sfavorevoli per le unioni civili, parrebbero crearsi per tutta una serie di condizioni che il codice continuerebbe a concedere solo a marito e moglie: la non punibilità per chi fa falsa testimonianza, mente al pm o compie favoreggiamento personale del prossimo congiunto; la non punibilità di chi a favore di un prossimo congiunto commette reato di assistenza ai partecipi di associazioni per delinquere o con finalità di terrorismo; la non punibilità del furto o della truffa ai danni del partner non legalmente separato. E qualche paradosso si creerebbe anche nei tribunali, dove oggi un giudice deve astenersi se il coniuge fa il pm o è persona offesa dal reato: sbarramenti che non varrebbero per partner dello stesso sesso legati da unioni civili. Il fatto poi che «l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione» sia stabilito dalla nuova legge solo per le unioni civili e non anche per le convivenze di fatto, discriminerà i partner della prima categoria che, diversamente da quelli della seconda, nel penale rischieranno l’accusa di omicidio o lesioni personali per l’eventuale medesima condotta di «mancata prestazione di cure o di alimentazione». A questa montagna di effetti indiretti c’è alla Camera un solo cenno nel parere del «Comitato per la legislazione» il 12 aprile sul solo tema dell’omicidio aggravato. Come rimediare se oggi la fiducia impedirà correttivi? Gian Luigi Gatta, professore di diritto penale alla Statale di Milano, arrivato in uno studio per penalecontemporaneo.it a contare 29 effetti penalistici «indiretti e inconsapevoli» delle nuove norme, indica come ultimo treno forse «il decreto delegato di coordinamento che il Governo dovrà adottare entro 6 mesi sulle unioni civili. Ma sulle convivenze di fatto manca un’analoga delega legislativa». Luigi Ferrarella lferrarella@corriere.it