VARIE 10/5/2016, 10 maggio 2016
APPUNTI PER GAZZETTA - PRESI I FOREIGN FIGHTERS CORRIERE.IT GIOVANNI BIANCONI Tre fermati e due ricercati
APPUNTI PER GAZZETTA - PRESI I FOREIGN FIGHTERS CORRIERE.IT GIOVANNI BIANCONI Tre fermati e due ricercati. Sono i componenti - quattro afghani e un pakistano - di una cellula jihadista basata a Bari accusata di terrorismo internazionale e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il blitz è scattato all’alba di martedì Gli arrestati e i fuggitivi I carabinieri del Nucleo investigativo e del Ros hanno bloccato gli afghani Hakim Nasiri, 23 anni, domiciliato nel Cara di Bari Palese, e Gulistan Ahmadzai, 29 anni, che abitava a Cerignola (Foggia). Il più giovane è accusato di terrorismo internazionale, l’altro di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sfuggiti alla cattura, e forse tornati in Afghanistan, Qari Khestamire Ahmadzai, 30 anni, e Surgul Ahmadzai, 28 anni, pure loro ricercati per il reato più grave. Anche il pakistano Zulfiqar Amjad, 24 anni, residente nel capoluogo pugliese, era riuscito a sottrarsi al fermo (per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina), ma in mattinata è stato bloccato a Milano vicino a Porta a Romana. Alla marcia con il sindaco Tutti e cinque i presunti jihadisti avevano ottenuto il permesso di soggiorno o la protezione umanitaria o sussidiaria. Nasiri è anche stato fotografato tra i partecipanti alla «marcia degli scalzi» del 10 settembre 2015: in testa al corteo, organizzato in tutta Italia in segno di solidarietà e per l’integrazione degli immigrati, c’era il sindaco Antonio Decaro. shadow carousel Scoperta cellula terroristica a Bari: progettavano attentati in Italia e Gran Bretagna Scoperta cellula terroristica a Bari: progettavano attentati in Italia e Gran Bretagna Scoperta cellula terroristica a Bari: progettavano attentati in Italia e Gran Bretagna Scoperta cellula terroristica a Bari: progettavano attentati in Italia e Gran Bretagna Scoperta cellula terroristica a Bari: progettavano attentati in Italia e Gran Bretagna Scoperta cellula terroristica a Bari: progettavano attentati in Italia e Gran Bretagna Scoperta cellula terroristica a Bari: progettavano attentati in Italia e Gran Bretagna Scoperta cellula terroristica a Bari: progettavano attentati in Italia e Gran Bretagna Scoperta cellula terroristica a Bari: progettavano attentati in Italia e Gran Bretagna Scoperta cellula terroristica a Bari: progettavano attentati in Italia e Gran Bretagna Scoperta cellula terroristica a Bari: progettavano attentati in Italia e Gran Bretagna Scoperta cellula terroristica a Bari: progettavano attentati in Italia e Gran Bretagna Scoperta cellula terroristica a Bari: progettavano attentati in Italia e Gran Bretagna Scoperta cellula terroristica a Bari: progettavano attentati in Italia e Gran Bretagna Scoperta cellula terroristica a Bari: progettavano attentati in Italia e Gran Bretagna Scoperta cellula terroristica a Bari: progettavano attentati in Italia e Gran Bretagna Scoperta cellula terroristica a Bari: progettavano attentati in Italia e Gran Bretagna Scoperta cellula terroristica a Bari: progettavano attentati in Italia e Gran Bretagna Scoperta cellula terroristica a Bari: progettavano attentati in Italia e Gran Bretagna Prev Next I video dei presunti jihadisti L’indagine ha preso le mosse nel dicembre scorso, quando i carabinieri di Bari hanno identificato quattro afghani all’interno dell’Ipercoop di Santa Caterina. Il controllo dei loro cellulari ha rivelato video ripresi nella galleria del centro commerciale, nell’area interna dell’aeroporto di Bari Palese e nel porto. In altre immagini compaiono il Circo Massimo e il Colosseo, a Roma. A Londra sono stati immortalati appartamenti, un cinema, un centro benessere, un ristorante, il centro commerciale West India Quay, l’ingresso e la panoramica del South Quay footbridge to Canary wharf , l’area pedonale periferica Champions walk e tre hotel (il Sunborn Yacht in Royal Victoria dock, il Premier Inn in International square e l’Ibis Styles London Excel in Victoria Dock road). Da ulteriori verifiche sui telefonini è emerso anche che un paio dei presunti jihadisti loro si erano spostati (o stavano per spostarsi) prima verso Parigi e poi verso Kabul. La rete in Italia I quattro erano stati denunciati a piede libero per il reato di «interferenze illecite nella vita privata» e i loro cellulari erano stati sequestrati, ma poi l’indagine ha preso un’altra strada, fino alle accuse di oggi: associazione sovversiva con finalità di terrorismo internazionale perché – come sostiene la procura di Bari – «in qualità di promotori, dirigenti, organizzatori e finanziatori si associavano tra loro e con altre persone non identificate allo scopo di compiere atti di violenza con finalità di terrorismo internazionale, in Italia ed all’estero, realizzando anche in Italia (oltre che in Francia, in Belgio) un’associazione criminale, costituente articolazione o comunque una rete di sostegno logistico di una organizzazione eversiva sopranazionale di matrice confessionale, funzionalmente collegata all’organizzazione terroristica internazionale denominata Stato islamico dell’Iraq e della Siria (Isis) o Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil), Emirato islamico dell’Afghanistan e di Al Qaeda». Gli attentati Secondo la Dda «l’organizzazione predisponeva, mediante la preventiva ispezione dello stato dei luoghi (anche con documentazione fotografica e video), attentati terroristici presso aeroporti, porti, mezzi delle forze dell’ordine, centri commerciali, alberghi, oltre che altri imprecisati attentati terroristici in Italia e Inghilterra». Tra le attività contestate, anche «il sostegno a soggetti disponibili a compiere azioni suicide o azioni combattenti nell’ambito di Paesi stranieri ed in particolare in Iraq e Afghanistan con modalità di combattimento tali da far apparire certe ed inevitabili le gravi conseguenze in danno della vita e dell’incolumità fisica della popolazione civile, contribuendo a diffondere nella collettività paura e panico». La caricatura di Obama In alcune immagini trovate nel telefonini di uno dei fermati compare una caricatura di Barak Obama, estratta da una rielaborazione di una fotografia diffusa sul web dove la figura del presidente degli Usa era accompagnata dalle bandiere dell’Isis.In altre immagini appaiono «militanti talebani nella provincia di Baghlan in Afghanistan» sempre trovate ed estratte dalla rete. REPUBBLICA.IT BARI - Due persone sono state fermate a Bari e un’altra a Milano con l’accusa di far parte di una cellula terroristica legata allo Stato islamico e ad Al Qaeda. Secondo gli investigatori erano pronti a fare attentati in centri commerciali, porti e aeroporti. La cellula sarebbe stata composta da cinque persone: oltre ai tre fermati, altri due sarebbero già partiti per l’Afghanistan. BARI - Due persone sono state fermate a Bari e un’altra a Milano con l’accusa di far parte di una cellula terroristica legata allo Stato islamico e ad Al Qaeda. Secondo gli investigatori erano pronti a fare attentati in centri commerciali, porti e aeroporti. La cellula sarebbe stata composta da cinque persone: oltre ai tre fermati, altri due sarebbero già partiti per l’Afghanistan. In base a quanto hanno potuto ricostruire i carabinieri del comando provinciale di Bari in un anno circa di indagini, cominciate dopo che uno degli indagati era stato visto e identificato mentre riprendeva con il telefonino gli esterni del centro commerciale Ipercoop di Bari, nel quartiere di Santa Caterina, il gruppo stava progettando attentati in Italia, in Francia, in Belgio e in Inghilterra. A loro i pubblici ministeri Giuseppe Drago e Roberto Rossi contestano "la preparazione e l’esecuzione di azioni terroristiche da attuarsi contro governi, forze militari, istituzioni, organizzazioni internazionali, cittadini e altri obiettivi civili". "In particolare - dicono - l’organizzazione, che aveva disponibilità di armi, predisponeva, tramite la preventiva ispezione dello stato dei luoghi (anche con documentazione fotografica e video), attentati terroristici presso areoporti, porti, mezzi delle forze dell’ordine, centri commerciali, alberghi oltre che di altri imprecisati attentati terroristici in Italia e Inghilterra". ARRESTATA LA CELLULA LOMBARDA Gli indizi in tal senso sono le decine di foto e filmati rinvenuti nei telefonini dei componenti della presunta cellula terroristica: sono veri e propri sopralluoghi davanti ad aeroporti (ci sono i video degli interni dello scalo di Palese), porti, centri commerciali, alberghi, sia nel nostro Paese sia in Inghilterra. Gli è stato trovato anche molto materiale ideologico di propaganda jihadista. ARRESTATO SLOVENO FOREIGN FIGHTER Pur non avendo soldi a disposizione, i presunti terroristi andavano e venivano dalla Gran Bretagna con voli low cost. E due di loro avevano organizzato parallelamente un gruppo internazionale di sostegno all’immigrazione clandestina che tra Bari, Calais e l’Ungheria gestiva i flussi di migranti in tutta Europa. Proprio questi continui viaggi hanno reso necessario per gli investigatori il fermo, con due persone che sono ancora irreperibili. Bari, il terrorista Is e il selfie con il sindaco Decaro Navigazione per la galleria fotografica Nei loro cellulari ci sono anche foto in cui si fanno ritrarre con fucili d’assalto in mano: un segnale - secondo gli inquirenti - della "disponibilità di armi da utilizzare per la preparazione di attentati". Al momento del fermo i cinque - Ahmadzai Qari Khesta, Ahmadzai Surgul, Nasiri Hakim, Amjad Zulfiqar e Ahmadzai Gulistan) erano ancora in una fase iniziale del progetto ma avevano comunque messo in piedi "una rete di sostegno logistico" all’Is. Uno di loro, Hakim Nasiri, è stato fotografato insieme col sindaco di Bari, Antonio Decaro, durante la cosiddetta ’Marcia degli Scalzi’ del 10 settembre 2015. La manifestazione fu organizzata in tutta Italia e vi aderì anche la città di Bari, in segno di solidarietà e integrazione in favore dei cittadini immigrati. REPUBBLICA.IT DELL’8 MAGGIO ROMA - "Un’altra operazione contro la minaccia del terrorismo internazionale è stata portata a termine con successo dai carabinieri del Ros che, in collaborazione con la polizia slovena, hanno arrestato un cittadino sloveno, 26enne, ritenuto un foreign fighter responsabile di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale, oltre che di avere avviato un processo di radicalizzazione e di reclutamento di aspiranti jihadisti sul territorio nazionale italiano". Lo rende noto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. L’analisi: strategia antiterrorismo a una svolta. L’operazione segue quella avvenuta il 28 aprile che ha portato all’arresto di sei persone per terrorismo jihadista nel triangolo Lecco, Varese, Milano. Si trattava di marocchini con cittadinanza italiana, alcuni dei quali avevano ricevuto il preciso ordine di colpire l’Italia. Dagli attentati che hanno inaugurato l’ultima stagione del terrorismo jihadista ispirata all’Is contro l’Europa, la situazione per l’Italia è radicalmente cambiata. Dalla strage di Charlie Ebdo di Parigi fino a qualche giorno fa, infatti, i responsabili dell’Antiterrorismo, il ministro dell’Interno e i vertici dell’intelligence hanno sempre ripetuto che in Italia il rischio attentati c’era. Ma mancavano evidenze e segnalazioni di terroristi che stessero preparando attacchi al nostro Paese. Che "non ci fosse alcuna minaccia specifica per l’Italia" è un concetto ribadito ancora il 4 maggio da Europol. Ma gli arresti del 28 aprile, e l’operazione di oggi, impongono un cambio di strategia antiterrorismo: le evidenze ora ci sono, i terroristi che hanno preso di mira l’Italia sono in attività e sono stati identificati. La situazione di allerta - pur al massimo livello, il secondo - è destinata a cambiare perchè la "minaccia specifica", ora, c’è. La posizione del Ministro. Per il ministro dell’Interno Alfano, "l’espulsione del cittadino sloveno è la conferma, ancora una volta, che il nostro sistema di prevenzione e sicurezza sta funzionando al meglio". Il titolare del Viminale si è congratulato con il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette, per l’operazione, coordinata dalla magistratura di Venezia, che ha consentito anche di eseguire, nel corso dell’attività investigativa iniziata lo scorso anno, un altro provvedimento di espulsione, per motivi di terrorismo, nei confronti di un 28enne macedone e di arrestare un connazionale di 37 anni. REPUBBLICA.IT DEL 28 APRILE MILANO - Sei arresti per terrorismo jihadista nel triangolo Lecco, Varese, Milano. Si tratta di marocchini con cittadinanza italiana, alcuni dei quali avevano ricevuto il preciso ordine di colpire l’Italia. E’ la prima volta che vengono documentati messaggi personali indirizzati dal Califfato a soggetti presenti sul territorio italiano con l’incitamento a compiere atti di terrorismo contro il nostro Paese. Fino ad oggi, infatti, i proclami erano stati generici e non avevano destinatari definiti. Nel mirino dell’Is l’ambasciata d’Israele a Roma e il Vaticano. Il gip di Milano Manuela Cannavale ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di sei estremisti islamici (due sono latitanti). L’accusa, per tutti, è di "partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo internazionale". Terrorismo, blitz in Lombardia e Piemonte: gli arrestati Navigazione per la galleria fotografica 1 di 10 Immagine Precedente Immagine Successiva Slideshow () () Le indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale di Milano d’intesa con la Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, sono state condotte in modo congiunto dai carabinieri del Ros e dai poliziotti dell’Ucigos e delle digos locali. Inizialmente ha visto la partecipazione anche dei servizi di intelligence. Particolare attenzione è stata data a una coppia di marocchini con cittadinanza italiana residenti in provincia di Lecco che stava organizzando il viaggio per raggiungere la Siria con l’obiettivo di unirsi al Califfato. Si tratta di Moutaharrik Abderrahim, 24 anni, kickboxer di un certo livello che era solito salire sul ring con la maglietta nera di Daesh, e di sua moglie Salma Bencharki, 26. La loro intenzione era di partire portandosi dietro anche i figli di 2 e 4 anni, i quali, dopo l’arresto dei genitori, sono stati affidati ai nonni. Terrorismo, 6 arresti in Nord Italia, Tonacci: ’’Is in crisi, ma ancora partono foreign fighters’’ Condividi Alla coppia si sarebbe dovuto unire Abderrahmane Khachia, 33enne marocchino residente a Brunello in provincia di Varese, fratello di Oussama Khachia, un foreign fighter di 30 anni espulso nel gennaio 2015 con un provvedimento del Viminale e di cui è stata documentata l’uccisione in combattimento in Siria dai pm che seguono l’inchiesta, Francesco Cajani ed Enrico Pavone. Tra gli arrestati anche Wafa Koraichi, 24 anni (di Baveno, in provincia di Verbania) e sorella di Mohamed Koraichi, un 32enne andato in Siria lo scorso anno con la moglie Alice Brignoli, 39 anni, entrambi destinatari dell’ordine di custodia ma latitanti. Gli aspiranti combattenti erano in contatto con i Koriachi, convertiti all’Islam nel 2008, ma dal febbraio 2015 svaniti nel nulla insieme ai tre figli maschi di 7,6 e un anno e mezzo, per riapparire poi nelle file dello Stato Islamico. Terrorismo, arresti in Lombardia e Piemonte: la foto dei bambini in uniforme () E’ stato Mohamed Koraichi, insieme a un misterioso sceicco non identificato, ad aver inviato messaggi dalla Siria ad uno degli arrestati, Moutaharrik Abderrahim. L’8 aprile il kickboxer ha ricevuto anche una sorta di poesia, ribattezzata dagli inquirenti "poema bomba". Questo è il testo, contenuto nell’ordinanza di arresto: "Fratello nostro Abderrahim! Questa poesia te la dedica lo Sceicco appositamente dalla terra del Califfato a Roma dove arriveremo, grazie a Dio, promessa sincera e certa, il titolo del poema, si chiama poema bomba. Ascolta lo Sceicco, colpisci! Dalle tue palme, eruttano scintille, e sgozza, che con il coltello, è attesa la gloria, fai esplodere la tua cintura nelle folle dicendo ’Allah Akbar’, colpisci! (esplodi!) come un vulcano, agita chi è infedele, Affronta la folla del nemico, ringhiando come un fulmine, pronuncia ’Allah akbar’ e esploditi! o leone! che non si abbassa (non si piega), questa é la brigata della gloria, che vince, questo é il nostro califfato, ritorna in cima, ridà all’islam la sua gloria, i suoi battaglioni che hanno scosso le vicinanze e sono andati ad annientare gli infedeli senza cedere. Cancellare i confini che ci hanno decimato e riunirci dopo lo spargimento e l’allontanamento in ogni paese fortemente e concedere al falco gli eroi dei nemici. Oh stato islamico! accendi il fuoco sulla folla affluente, versa sulla testa del crociato granate, non aver mai pietà finché non si spezza, nessuna vita tranne quella di un popolo che ha combattuto (Jihadista) per Dio ,il suo vero combattimento o come ha ordinato, guadagna il paradiso, come i primi combattenti e vai verso, oh Abderrahim, la gloria! che chiama chi va verso essa. Grida Allah akbar". Blitz antiterrorismo in Lombardia: il pugile arrestato combatte sul ring Condividi In una conversazione intercettata dagli inquirenti il 6 febbraio scorso, il presunto terrorista Moutaharrik Abderrahim illustra i suoi propositi a Khachia: "Voglio picchiare (inteso come colpire e far esplodere, ndr) Israele a Roma", assicura il ragazzo. Che precisa: "Sì,l’ambasciata". Per questo, aggiunge, "sono andato da un ragazzo albanese a Varese e gli ho detto di procurarmi una pistola, la volevo comprare da lui e forse lui si è insospettito di me e mi ha girato le spalle". Il 25 marzo, sempre al telefono con Khachia, Moutaharrik dice: "Giuro che li attacco, sarò il primo ad attaccarli in Italia in questa crociata, il primo ad attaccarla, giuro, giuro che l’attacco nel Vaticano con la volontà di dio". Durante le perquisizioni, gli inquirenti hanno trovato materiale definito "di grande interesse investigativo", e che può portare a svelare la rete di collegamento dei foreign fighters.