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 2016  maggio 09 Lunedì calendario

IL RE DELLA CEDOLA È SEMPRE LEONARDO DEL VECCHIO, CON 324 MILIONI. MA NELL’ULTIMO ANNO CI SONO STATI MENO DIVIDENDI PER I PAPERONI DI PIAZZA AFFARI

Meno dividendi per i Paperoni di Piazza Affari. Più cedole per lo Stato azionista, grazie anche al debutto in Borsa di Poste italiane. Le prime 40 famiglie quotate a Milano incasseranno 1,99 miliardi (-5,8% rispetto al 2015), mentre le prime 25 ne percepiranno 1,85 (-5,6%).
Il re della stagione resta Leonardo Del Vecchio, anche se avrà solo 324,1 milioni contro i 490,6 dello scorso anno. Una contrazione quasi tutta imputabile al dividendo di Luxottica (di cui controlla oltre i due terzi del capitale) sceso da 1,44 euro a 0,89 per la scomparsa di una posta straordinaria.
Al secondo posto si insediano i fratelli Rocca (Tenaris) che sorpassano i fratelli Benetton. I Rocca incassano lo stesso importo dell’anno scorso «arricchito» però dalla rivalutazione del dollaro. Risultato: il dividendo sale da 291,6 a 296,5 milioni.
Scivolano in terza posizione i Benetton che, nonostante l’incremento della cedola deliberato da Atlantia (da 0,80 a 0,88 euro) incasseranno meno dopo aver riorganizzato la partecipazione, ora detenuta attraverso Edizione Holding che possiede il 30,2% di Atlantia. Un altro sorpasso di rilievo è quello dei Doris (quarti) che lasciano indietro Silvio Berlusconi (quinto posto) Un avvicendamento che si materializza per meno di 100 mila euro, a seguito della riduzione della partecipazione (dal 35,1% al 30%) della famiglia dell’ex premier in Mediolanum. E, per meno di un milione di euro, i fratelli Moratti, si ritrovano sesti, a ridosso di Berlusconi. Forti del ritorno al dividendo di Saras, Massimo e Gian Marco potranno incamerare quest’anno 80,6 milioni.
I saliscendi
Restando nella top ten c’è poi da segnalare l’incremento dei flussi cedolari sia della famiglia Recordati (da 53 a 64,2 milioni) che dei Caltagirone (da 46,2 a 62,8 milioni) e, soprattutto, il balzo dalla 16esima alla decima posizione della famiglia Garrone grazie al dividendo straordinario di Erg. Finiscono invece fuori dalla magnifica decina sia la famiglia Maramotti – stesso dividendo dello scorso anno – che i Boroli-Drago, con un calo di introiti dovuto al taglio del dividendo di Dea Capital da 0,30 a 0,12. E ancora: la cedola rediviva di Geox consente a Mario Moretti Polegato di entrare nei primi 30 con poco più di 11 milioni. Tra gli «assenti» eccellenti resta sempre la famiglia Prada, quotata a Hong Kong: con i suoi 160 milioni si posizionerebbe al quarto posto.
I conti «pubblici»
Il Tesoro festeggia invece cento milioni di cedole in più dalle sue partecipazioni quotate, per un totale di quasi 1,8 miliardi. Un valore che equivale al 90% di quanto incasseranno in questa campagna i 40 privati campioni di dividendo. Il 40% arriverà dall’Eni (733 milioni): un valore comunque inferiore ai 982 che il big petrolifero aveva versato nel 2015. Nonostante questo grazie all’Enel (387 milioni, 55 in più dello scorso anno), alla Snam (216 milioni) e soprattutto a Poste Italiane (288 milioni), la new entry quotata in Borsa da ottobre 2015, il saldo complessivo dei dividendi di Stato è in aumento rispetto allo scorso anno, quando furono incassati a consuntivo – compresa l’ultima cedola decisa da Eni – 1,7 miliardi. Flussi minori, ma non certo trascurabili, saranno poi generati da Terna (96 milioni), Stm (49 milioni) e Raiway (25 milioni).
Nessun dividendo, invece, da Fincantieri, Finmeccanica (da ora Leonardo) e neppure, da Saipem, entrata a inizio anno nell’orbita diretta di Cassa Depositi e Prestiti, tramite il Fondo strategico italiano. Da segnalare che l’importo complessivo dei dividendi vale circa il 4,5% in rapporto alla capitalizzazione di Borsa (39,1 miliardi) delle rispettive aziende di cui lo Stato è socio in Piazza Affari. Un tasso di remunerazione che è ben al di sopra di quello di tutte le tipologie di titoli di stato e strumenti postali attualmente in circolazione. Il Btp trentennale, il più generoso, offre oggi non più del 2,6% lordo l’anno.
L’elaborazione del Corriere Economia utilizza i dati Consob al 29 aprile 2016 e fotografa le partecipazioni in società quotate a Milano, i cui dividendi dell’esercizio 2015 (compresi gli acconti degli ultimi 12 mesi) confluiscono nelle disponibilità delle famiglie, o tramite fiduciarie e finanziarie non quotate o per possesso diretto delle quote. Sul fronte pubblico si è calcolato l’importo dei dividendi in capo allo Stato, tenendo conto che la Cassa Depositi e Prestiti è posseduta all’80% dal ministero del Tesoro.