VARIE 8/5/2016, 8 maggio 2016
APPUNTI PER GAZZETTA - FASSINA BLOCCATO A ROMA REPUBBLICA.IT "Abbiamo appreso con stupore che la commissione elettorale ha respinto le nostre liste dalla competizione per Roma
APPUNTI PER GAZZETTA - FASSINA BLOCCATO A ROMA REPUBBLICA.IT "Abbiamo appreso con stupore che la commissione elettorale ha respinto le nostre liste dalla competizione per Roma. Si tratta di una decisione che, se fosse confermata, alterebbe pesantemente l’esito delle elezioni amministrative nella capitale. Presentiamo subito ricorso e nelle prossime ore decideremo quali ulteriori iniziative intraprendere". E’ quanto dichiara Stefano Fassina, candidato sindaco di Roma per Sinistra Italiana. Ieri alle 12 la chiusura dei termini per la presentazione delle sottoscrizioni. Fratoianni: "Fulmine a ciel sereno". Nicola Fratoianni, deputato e dell’esecutivo nazionale di Sinistra italiana, appena tornato in Italia da un viaggio istituzionale a Cuba, è stato colto di sorpresa dalla notizia. "È un fulmine a ciel sereno - dice a Repubblica - so ancora molto poco, ma mi hanno detto che si tratta di vizi di forma. Errori formali nella compilazione dei moduli e nell’apposizione di alcune firme. Ma di più non so". Ora le sorti del candidato sindaco per Sinistra Italiana si decideranno la prossima settimana: la sua candidatura dipende dall’esito del ricorso al Tar. Entro le prossime ore la commissione elettorale trasmetterà la notifica solo degli esiti negativi alle varie liste: ricusazione o richiesta di modifica. Per rispondere i soggetti politici hanno tempo fino a mezzogiorno di martedì. Nel caso specifico la decisione del Tar arriverà entro tre giorni dal ricorso. La prossima settimana potrebbe essere decisiva per la corsa del candidato di Sinistra Italiana. LE LISTE DI ROMA Alla chiusura delle porte dell’ufficio elettorale del comune a via Petroselli per la consegna delle liste per la corsa al Campidoglio, alle ore 12, finora sono state consegnate le sottoscrizioni per le candidature di 16 aspiranti sindaci. Questo numero, dopo gli accertamenti degli uffici elettorali, potrebbe variare di qualche unità. Dovrebbero essere invece 63 - tra Comune e municipi - le liste presentate in totale a sostegno dei candidati. Questi i nomi dei candidati sindaco: Dario Di Francesco; Mario Adinolfi (Il Popolo della Famiglia); Michel Emi Maritato (Lista civica AssoTutela); Simone Di Stefano (Casapound); Virginia Raggi (M5s); Fabrizio Verduchi (Italia Cristiana); Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia); Alfio Marchini; Roberto Giachetti (Pd); Carlo Priolo; Alfredo Iorio (Forza Nuova); Stefano Fassina (Sinistra Italiana); Alessandro Mustillo (Partito Comunista), Enrico Fiorentini, Carlo Rienzi (Codacons). Poi ci sarebbe un sedicesimo aspirante sindaco, la candidata di ’Democrazia Atea’, Carla Corsetti, che ha volutamente presentato una documentazione incompleta, senza le sottoscrizioni, in segno di protesta "per un sistema di presentazione delle candidature obsoleto" e quindi è destinata ad essere una candidatura simbolica. Una volta che l’ufficio elettorale, che terminerà martedì prossimo il suo lavoro di valutazione su tutte le liste, avrà esaminato la documentazione della sua candidatura l’esclusione potrà essere formalizzata. Durante le operazioni di controllo da parte dei circa 250 dipendenti comunali al lavoro in questi giorni per la presentazioni delle liste, è arrivata la visita a sorpresa del commissario straordinario di Roma Capitale, Francesco Paolo Tronca, che ha voluto portare i suoi saluti e il suo ringraziamento per il lavoro svolto. Tra i candidati che hanno più liste a loro sostegno ci sono Alfio Marchini (8 quelle correlate al suo nome), Roberto Giachetti (7) e Giorgia Meloni (5). LISTA CIVIVA PER FASSINA SINISTRA ITALIANA A COSENZA ESCLUSI GLI ALFANIANI COSENZA - E’ stato il convitato di pietra al tavolo del divorzio del centrosinistra cosentino, il silenzioso ago della bilancia che ha convinto i socialisti dell’avvocato Enzo Paolini a voltare le spalle al partito democratico, ma adesso il Nuovo Centro Destra rischia di rimanere fuori dalla corsa a palazzo dei Bruzi. La lista "Cosenza Popolare" espressione degli alfaniani che a Cosenza fanno capo ai potentissimi fratelli Gentile, il sottosegretario Tonino e l’ex consigliere regionale Pino, è stata esclusa dalla commissione elettorale che ieri ha iniziato la verifica delle liste. Motivo? Una serie di banali ma difficilmente sanabili irregolarità nella procedura di presentazione dei candidati. Gli aspiranti consiglieri comunali hanno firmato l’atto di accettazione della candidatura su moduli datati, che non contemplano le prescrizioni della legge Severino in materia di incandidabilità. Un errore marchiano dei responsabili per la presentazione delle liste, che gli avvocati del partito sono al lavoro per risolvere. Ma sulla possibilità di strappare un ricorso, i più sono scettici. Un colpo di scena che fa brindare in casa Pd e preoccupa non poco i socialisti di Enzo Paolini, che proprio sui voti degli alfaniani contavano per imporsi sul resto del centrosinistra. Una guerra fratricida sopravvissuta anche al ritiro di Lucio Presta, manager dei vip divenuto pomo della discordia fra socialisti e democrat. Pur di appoggiarlo, il Pd non aveva esitato a far saltare le primarie di coalizione, provocando l’abbandono della formazione di Paolini, che da allora ha iniziato una campagna elettorale in solitaria, con l’appoggio degli alfaniani. Adesso, questa fondamentale stampella per la piccola formazione socialista potrebbe venir meno. E il consigliere regionale Carletto Guccione, scelto come aspirante sindaco da Pd e alleati dopo l’abbandono del manager dei vip, può guardare con maggiore ottimismo alla consultazione del 5 giugno. Anche lui però rischia di dover rinunciare a una delle liste civiche che lo appoggiano. I responsabili di "Orgoglio Brutio" avrebbero infatti presentato la documentazione oltre il termine stabilito dalla legge. LA TAGLI A MILANO Elezioni Milano, Simona Tagli in bici: ’’Non è solo di sinistra, ma aiutatemi a scendere’’ "Basta piste ciclabili" è una frase che Simona Tagli, l’ex soubrette oggi candidata con Fratelli d’Italia a consigliere comunale di Milano, va ripetendo spesso in questa campagna elettorale. Parole che nei giorni scorsi hanno provocato commenti ironici e critiche sui social network: "Non è vero che la bici è di sinistra, è una strumentalizzazione politica", cerca di chiarire la Tagli. E per provarlo accetta di fare un giro su due ruote in piazza Duomo, con un piccolo imprevisto finale: "Visto che so pedalare? Ma adesso aiutatemi a scendere" di Francesco Gilioli e Antonio Nasso BOCCIATA FDI A MILANO La corsa di Fuxia People e di Fratelli d’Italia rischia di fermarsi al momento del via ufficiale. Per entrambe le liste al Consiglio comunale - due delle 17 presentate in appoggio di 9 candidati sindaco - nella notte è arrivato uno stop dalla commissione elettorale circondariale, l’organo misto che ha il compito di controllare la regolarità delle firme e dei documenti. Proprio la mancanza di alcuni moduli avrebbe creato problemi alla formazione di Fratelli d’Italia, che ha schierato l’ex vice sindaco sceriffo Riccardo De Corato, ma anche la soubrette Simona Tagli (FOTO). Alcuni degli stessi candidati di Giorgia Meloni, però, sono convinti di poter ancora rientrare in partita, presentando o integrando i documenti che mancherebbero all’appello. In particolare quelli relativi alle disposizioni che regolamentano l’incandidabilità. "Un puro errore materiale - spiega Ignazio La Russa - cui ora il partito sta rimediando. Abbiamo completato un’istanza di autotutela alla commissione elettorale circondariale, stiamo allegando la corretta dichiarazione di tutti i candidati, a partire dai capilista". Si tratta di Riccardo De Corato, Marco Osnato, Paola Frassinetti e Maurizio Cadeo che sono tutti - dice La Russa - "assolutamente in regola non solo per la legge Severino ma anche secondo i criteri dell’antimafia presieduta da Rosi Bindi. E’ la prima volta che c’è questa normativa - ricorda l’ex ministro spiegando che l’errore è dovuto alla "lunghezza della descrizione del nuovo simbolo" che ha fatto saltare una parte successiva (quella appunto mancante) che invece era presente nelle liste per i municipi. Fratelli d’Italia è comunque pronta a rivolgersi, se sarà necessario, al Tar e al Consiglio di Stato. Quella di Fratelli d’Italia è una delle sei liste che appoggiano il candidato di centrodestra Stefano Parisi. L’esclusione di Fuxia people porterebbe anche all’uscita di scena dell’aspirante sindaco Maria Teresa Baldini, la consigliera regionale nota per le sue crociate contro i migranti. "La notizia è rimbalzata come una doccia fredda - commenta la Baldini, "unica donna in corsa", sottolinea - esclusa dalla candidatura a sindaco di Milano. Presenterò ricorso al Tar che è tenuto ad esprimersi entro breve - annuncia - ma quanto accaduto fa capire come per il mondo civile il problema non sia affatto la magistratura, ma la burocrazia: la contestazione riguarda l’utilizzo di un modulo pre-stampato contenente riferimenti differenti e non aggiornati rispetto ai moduli più recenti. Tutto questo doverebbe far riflettere sulle criticità che riguardano la politica e, di conseguenza, i cittadini". "L’annuncio da parte della commissione elettorale circondariale è arrivata in tarda nottata - spiegano dal suo staff - il modulo di dichiarazione di accettazione della candidatura alla carica di consigliere comunale da parte dei 38 soggetti aderenti alla lista civica, sarebbe infatti precedente a quello che doveva essere depositato. In sostanza conterrebbe riferimenti normativi non aggiornati al 2012 per quanto riguarda le condizioni ostative alla candidatura. Regolare invece il modulo riguardante la candidatura a sindaco della stessa Baldini, medico chirurgo specialista ed ex campionessa europea di basket, che punta il dito su "una burocrazia che rischia di diventare un muro impenetrabile da parte dei cittadini". TORINO LISTA DEL GRILLO Ci sarà anche “La lista del Grillo” sulla scheda elettorale alle prossine comunali di Torino. La formazione di “disturbo” al movimento di Beppe Grillo, e che vede tra i suoi promotori il mago delle liste civetta Renzo Rabellino, è stata ammessa dalla commissione elettorale circondariale, che ha respinto l’esposto presentato dai grillini, i quali adesso non avranno altra strada, come già annunciato dal consigliere regionale Davide Bono, che fare ricorso al Tar. “Non si ravvisano elementi di confondibilità tra i due simboli” è stata la motivazione della Cecir, la commissione elettorale presieduta dal viceprefetto Enrico Ricci, che da due giorni sta esaminando tutte le 38 liste dei 18 aspiranti sindaci che vogliono correre alle consultazioni del 5 giugno. Così è stato ritenuto che la lista "No Euro-Lista del Grillo” e il suo simbolo in cui la parola Grillo è scritta a caratteri cubitali, non presenta profili di irregolarità e non è confondibile con il M5s. Solo pochi mesi fa il M5s ha deciso di togliere dal proprio simbolo il riferimento al blog di Beppe Grillo, una scelta simbolica per segnare l’affrancamento dal comico genovese, ma che potrebbe costare cara sul piano pratico. Senza quel riferimento, infatti, i grillini hanno perso un appiglio per far ricusare il “Grillo parlante” di Rabellino che alle scorse comunali del 2011 ottenne l’1 per cento dei voti. A dover rivedere il loro simbolo sono stati invece i Mir-Moderati in rivoluzione. La commissione ha infatti accolto l’esposto dei Moderati per Fassino di Mimmo Portas, e ha imposto di ripresentare un nuovo logo, su sfondo giallo anzichè azzurro, meno confondibile. Deve invece cambiare simbolo, la lista "Movimento sociale-Destra nazionale", troppo simile a quello di Fratelli d’Italia Accolte senza problemi, le liste di Forza Italia, che candida Osvaldo Napoli, e del notaio Alberto Morano. Così come le altre liste di Rabellino, Lega Padana e Movimento difesa automobilisti. CARRELLATA A Torino si candida nella lista civica di Luca Olivetti, “Un Sogno per Torino”, che appoggia Forza Italia, Lorenzo Vetrano, un ultra del Toro con un Daspo di otto anni meritato dopo una zuffa con i tifosi romanisti. "Credo di poter fare un buon lavoro tra la tifoseria", ha dichiarato di recente Il 7 maggio alle 12 si chiudono i termini per la presentazione in oltre 1300 comuni che andranno al voto il 5 giugno. Negli elenchi c’è un po’ di tutto: a Torino corrono cinque dirigenti scolastici, a Milano un ex calciatore. Nel Bresciano la vedova di un macellaio ucciso durante una rapina. A Roma duello in famiglia fra le sorelle Mussolini. A Napoli si presenta un nostalgico del Duce. E a Bologna c’è chi sbaglia i manifesti. Ecco una carrellata di volti famosi e illustri sconosciuti al loro debutto in politica candidati alle prossime comunali La città della Mole si caratterizza anche per la ’corsa dei presidi’: nelle liste di sinistra si candidano cinque dirigenti scolastici fra cui Lorenza Patriarca, a capo del prestigioso Istituto Tommaseo (dove girano anche la fiction Rai "Fuoriclasse" con Luciana Littizzetto) A Roma duello in famiglia fra le due nipoti del Duce: l’eurodeputata Alessandra Mussolini (a sinistra nella foto) guiderà la lista di Forza Italia a sostegno di Alfio Marchini. La sorella (ma solo per parte di padre) Rachele, invece, correrà per Giorgia Meloni A Milano scende in campo per Fratelli d’Italia l’ex soubrette della Rai Simona Tagli. Qualcuno la ricorderà come la valletta del Cruciverbone di Domenica in. Controcorrente il suo slogan: "Meno piste ciclabili" Nel capoluogo lombardo si candida con Forza Italia Francesco Sicignano, il pensionato che sette mesi fà uccise un rapinatore che si era intrufolato nella sua villetta a Vaprio D’Adda Nelle file di Forza Italia a Milano anche l’ex calciatore del Milan Daniele Massaro Nel liste del Pd milanese c’è il ritorno di Milly Moratti, moglie di Massimo Sempre per il Pd meneghino corre anche Sumaya-Abdel-Qader, accusata dalla destra di simpatizzare per i Fratelli musulmani A Napoli in ogni municipalità ci sarà almeno un rappresentante della comunità Lgbt che correrà per la lista di Luigi De Magistris, fra cui la trans Rosa Rubino, vittima alcuni mesi fa di un violento pestaggio In campo nel capoluogo partenopeo anche la trans Daniela Lourdes Falaga, responsabile delle politiche transessuali per Arcigay Tra gli artisti in corsa a Napoli per De Magistris l’attore e burattinaio Bruno Leone, figlio del pittore e scultore Giuseppe Antonello. Bruno è uno degli ultimi maestri delle "guarattelle", il teatro dei burattini di Pulcinella Tra i sostenitori del candidato di centrodestra a Napoli, Gianni Lettieri, troviamo Marco Nonno, ex An, ex consigliere municipale e comunale ma soprattutto ammiratore di Mussolini: "È stato il più grande statista del ’900", ha dichiarato di recente Errore madornale per la capolista del Pd a Bologna, Giulia Di Girolamo: i suoi manifesti elettorali sono usciti con la data del voto sbagliata (5 e 6 giugno invece del solo 5 giugno) Paolo De Fraia ha segnato il record della candidatura più breve nelle liste del Pd: meno di 24 ore. L’esponente dell’ala cattolica è stato cacciato per aver fatto campagna contro la stepchild adoption sul suo profilo Facebook Federica Pagani, moglie di Pietro Raccagni, il macellaio ucciso durante una rapina nella sua villa nel 2014 si candida con la Lega a Pontoglio, comune nel Bresciano BERLUSCONI MILANO - Forza Italia ha già preparato insieme a Lega e Fratelli d’Italia una ’bozza’ di programma in vista delle prossime elezioni politiche. L’ex premier Silvio Berlusconi lo spiega alla presentazione della lista azzurra alle Comunali di Milano. Prova così a ricucire con Matteo Salvini e Giorgia Meloni, dopo lo scontro sulla candidatura a Roma e la scelta di sostenere Afio Marchini e non la Meloni nella corsa alla guida del Campidoglio. Il leader di Forza Italia annuncia che si prepara anche la squadra di governo che sarà composta per lo più "da persone che vengono dalla vita vera. L’accordo è per tre ministri di FI, tre della Lega, due di FdI (e 12 che vengono dalla vita vera). Stiamo cercando la squadra, finora ne abbiamo individuati quattro". Ma passa solo qualche ora e arriva la risposta secca della Lega. Salvini lo gela: ""E’ giusto ragionare di cose da fare, e quindi ben venga la cancellazione della legge Fornero, l’abolizione degli studi di settore, il blocco dell’immigrazione clandestina e la riduzione delle tasse. Ma parlare di poltrone e ministeri è l’ultima delle mie preoccupazioni e non interessa al momento né alla Lega, né agli italiani". Berlusconi aveva raccontato alcuni punti della bozza di programma per le politiche: da una flat tax per chi ha un reddito al di sopra dei 12 mila euro, una riforma fiscale con un condono, la chiusura immediata di Equitalia e anche, "può darsi, l’introduzione di una moneta nazionale aggiuntiva che non è vietata", oltre alla riforma della Giustizia. Per poi attaccare la riforma costituzionale del governo Renzi. "Se avrà il via libera al referendum di ottobre la riforma costituzionale "con il combinato disposto della legge elettorale", secondo Berlusconi, porterà a una cosa che "non possiamo chiamare altro che regime", ha detto. Roma, il pizzino dello staff a Berlusconi: "Devo dire che Marchini è la persona giusta" Condividi Secondo l’ex premier "Forza Italia può salire oltre il 20% ma la condizione è che " il vecchietto resti in campo ancora". Berlusconi ha spiegato che secondo i sondaggi il Pd è al 30,2 con Renzi sceso al 28, il movimento 5 stelle è al 28 e il centrodestra al 33. Se però si andasse al ballottaggio perderebbe e dunque "per dare un governo di democrazia al Paese la sola strada per il centrodestra è superare - ha concluso - il 40%". Il leader di Forza Italia ha poi lanciato un j’accuse nei confronti dei giudici di Milano. "Qualcuno a Milano chiese alla Bocassini di parlare di me e montare calunnie, trasformando in festini a luci rosse le mie cene - spiega - . Fui condannato in primo grado e poi assolto completamente in appello e Cassazione, ma il governo Berlusconi fu colpito dall’accusa e perse credibilità in Italia e oltre i confini. Lo considero un colpo di Stato. Abbiamo subito dei colpi di Stato, da Mani Pulite e Tangentopoli con la presa di potere della magistratura, alla Deutsche Bank che ha portato in vendita sul mercato secondario migliaia di titoli pubblici italiani con la regia della più grande autorità dello Stato e il concorso dei Paesi stranieri, alle accuse della Boccassini montate in menzogne". LISTA FASSINA HUFFINGTON Colpo di scena nella corsa al Campidoglio. Il candidato di sinistra Stefano Fassina rischia di essere tagliato fuori dalla competizione dopo che le liste in suo sostegno non sono state ammesse dalla commissione elettorale. "Si tratta di una decisione che, se fosse confermata, altererebbe pesantemente l’esito delle elezioni amministrative nella Capitale. Presentiamo subito ricorso e nelle prossime ore decideremo quali ulteriori iniziative intraprendere". Ha spiegato lo stesso Fassina su Facebook. Come spiega il Corriere della Sera l’ex dem sarebbe incappato in un duplice errore. Galeotta, per Fassina, è stata la presentazione degli elenchi all’ufficio elettorale del Campidoglio, in via Petroselli: i tecnici amministrativi hanno dichiarato «inammissibili» le liste del candidato sindaco: prima quelle per i Municipi, poi la «civica» e la «politica» (cioè Si-Sel) per il Comune. Dalle prime informazioni pare che ci sia stato un duplice problema: sulla lista civica mancherebbero le date (o la data) in cui sono state raccolte le sottoscrizioni; sulla «politica» la commissione elettorale avrebbe ritenuto valide meno firme del minimo necessario (1.300).