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 2016  maggio 07 Sabato calendario

“Nostra figlia ha cambiato scuola dopo le umiliazioni della maestra”– «Non mi piace quella tua aria da pettegola, antipatica e saputella»

“Nostra figlia ha cambiato scuola dopo le umiliazioni della maestra”– «Non mi piace quella tua aria da pettegola, antipatica e saputella». «Ti credi più bella e più importante dei tuoi compagni, li tratti come degli scemi, invece sei peggio di loro». «Mi stressi, così tanto che a causa tua non dormo più la notte, ora ci penso io, te la farò pagare con la pagella». Per un mese e mezzo una bambina di quinta elementare della scuola Sinigaglia, in corso Sebastopoli, si è sentita ripetere queste e altre frasi dalla sua insegnante di italiano. Ha annotato tutto sul diario: le sgridate, le minacce, le offese, l’umiliazione quotidiana davanti ai compagni, finché - su consiglio di una psicologa - i genitori le hanno fatto cambiare scuola. Da ieri il diario, insieme con una ventina di testimonianze di genitori e docenti, è nelle mani della procura di Torino cui i genitori della bambina hanno presentato un esposto. Circa dieci giorni fa una segnalazione è stata inviata all’ufficio scolastico regionale. Un mese da incubo In poche settimane, secondo la versione della famiglia e dei testimoni, una bimba molto dotata e benvoluta da tutti, che in quattro anni si era sempre dimostrata brillante, è diventata l’ombra di se stessa: non mangiava, piangeva all’idea di dover andare a scuola, trascorreva domeniche di disperazione pensando a quel che sarebbe capitato il giorno dopo. Era terrorizzata da quella maestra, arrivata a settembre, che - secondo i fatti riportati nella denuncia - l’aveva presa di mira e la ridicolizzava ogni giorno davanti a tutti, fino a spostarla nei banchi più lontani, lei che è miope e ha bisogno di stare in prima fila per vedere bene la lavagna. Nei documenti che l’avvocato Enrico Maria Picco ha presentato ieri in procura sono riportati decine di episodi, le valutazioni della psicologa, ma anche le accuse nei confronti del dirigente scolastico della Sinigaglia. Secondo i genitori ha minimizzato gli episodi segnalati (anche da altri), e ha screditato la famiglia. Inoltre ha tentato di impedire l’accesso ad alcuni verbali di riunioni, finché la presidenza del Consiglio dei ministri ha accolto il ricorso obbligandola a trasmettere gli atti. I precedenti C’è, soprattutto, una lunga sequenza di episodi che rivela un sistema con troppe falle. La maestra denunciata - insegnante con vent’anni di esperienza ma non di ruolo, che dunque cambia scuola ogni anno - in passato è già stata protagonista di episodi simili. È stata anche sanzionata, i fatti sono rimasti circoscritti alla scuola in cui erano avvenuti. Il provveditorato non è mai stato informato, con il risultato che - cambiando scuola - il copione si è ripetuto. I genitori della bimba e l’avvocato Picco l’hanno ricostruito servendosi delle testimonianze di altre famiglie, ex colleghi, ex presidi. Nel 2012/2013, a Beinasco, un bambino disabile viene insultato e maltrattato, tanto che la maestra è allontanata ad anno in corso. Nel 2013/2014 alla Gobetti sono i genitori di due classi intere a sollevare il problema: la maestra insulta gli alunni. «Se potessi vi prenderei a calci nel sedere». «Se foste miei figli vi picchierei». «Non raccontate niente a casa se no vi faccio un culo così». E giù parolacce, insulti: «Imbecille», «fulminato», «stupido». La preside interviene: l’insegnante viene sospesa due volte, per dieci giorni ciascuna. L’anno successivo, alla Casalegno, la dirigente scolastica intima alle docenti di non lasciare mai i bambini da soli con lei. Eppure la maestra continua a insegnare. Cambia scuola, arriva alla Sinigaglia e a novembre, un’alunna cambia scuola, seguita un mese dopo da un compagno di classe. «È il sistema che non funziona», spiega l’avvocato Picco, che da tempo si occupa anche di problematiche legate al mondo della scuola. «La mancanza di comunicazione, il fatto che i vari istituti non abbiano mai informato l’ufficio scolastico, ha permesso a questa maestra di reiterare i propri comportamenti». Il provveditorato, dopo la denuncia, ha avviato una indagine che potrebbe coinvolgere anche la dirigente della Sinigaglia. La quale, interpellata, non ha voluto commentare.