Rossana Campisi, il venerdì 29/04/2016, 29 aprile 2016
L’AVVOCATA DEI CALCIATORI SCENDE IN CAMPO
[Federica Gramatica]
Se il calcio vi ispira amore, odio, semplice curiosità, vale la pena conoscerla. Magari partendo dal suo curriculum dove, si legge, spiccano due anni di contratto come consulente per società calcistiche in materie come frodi, illeciti, matchfixing, pubblicità, sponsor, tutele e conseguenze. Federica Gramatica, 43 anni, avvocato è la prima e unica donna che difende i calciatori professionisti nel sindacato Associazione Italiani Calciatori. Dalla A alle serie minori. Una che al telefono ti premette: «Il calcio è la mia vita, se da piccola avessi trovato squadre femminili, non avrei giocato 15 anni a pallavolo fino alla B2». Poi ti mette in attesa. Chiamata in standby: «Scusa, sull’altra linea avevo Dejan Stankovic». Ovvero, l’ex centrocamposta serbo dell’Inter.
Federica è responsabile della divisione sportiva dello studio milanese Martinez-Novebaci (60 avvocati, di cui 40 donne) e quando un calciatore chiama, chiama per lei. Ne segue decine e decine. Federica dopo tre giorni milanesi torna a Bassano del Grappa dove fa la civilista nel suo studio legale. E in questa vita da donna con la valigia si muove sui tacchi 10, dentro un tailleur, orgogliosa del suo filo di trucco, dei ciuffi biondi e delle unghia smaltate. Adesso racconta così la sua scelta: «Da piccola giocavo a calcio con i maschi, poi sono diventata la donna ideale dei miei compagni perché le partite le vedevamo insieme, dai campionati italiani a quelli inglesi e così via. Oggi mi difendo dalle occhiate maschili quando rubo l’ultima Gazzetta dello Sport in treno, quando al bar sport di Bassano bevo un caffè con le amiche e taccio se sento parlare di scommesse, quando in campo i calciatori diffidenti all’inizio, ascoltano quel che ho da dire e mi ringraziano». Donna fuori e maschiaccia dentro, dice di lei. Oltre che interista, figlia di un milanista che giocava nel BassanoVirtus, sorella di uno juventino e mamma di un interista di cinque anni, Rocco. «Parliamo solo di calcio, a volte mi chiede come si fa a diventare Cristiano Ronaldo» dice Federica.
Lei, che ama il lavoro che fa, non vuol diventare altro, semmai vorrebbe avere metà dell’intelligenza e dell’ironia di Peppino Prisco, storico avvocato dell’Inter. «Sia chiaro: non ambisco a quel ruolo, vorrei essere speciale come lui».
Di speciale, a sentirla, ha già questo: passione empatica, romanticismo che batte 4-0 il cinismo da tribunale, grinta delle donne. «I calciatori sono persone che se devono fare il ritiro 20 giorni con la società, non c’è moglie in sala parto che tenga. Sono i ventenni che arrivano con i genitori al sindacato perché non hanno ricevuto lo stipendio» continua Federica Gramatica. «Sono quelli che imparano a convivere con una corazza verso l’esterno, che fanno sognare mio figlio e fanno divertire me allo stadio. Sono lavoratori seri, onesti, come altri».
Certo, ma il mondo del calcio non è solo questo. Ci sono anche le inchieste per le scommesse, il business milionari che uccide lo spettacolo, gli scandali. C’è il richio che il pallone si sgonfi definitivamente? «Finché ci saranno bambini come Rocco che vogliono giocare, no» replica decisa. Semmai fate spazio alle donne. «Hanno una marcia in più», dice. Immaginando una squadra (di colleghe) al suo fianco.