Gabriele Parpiglia, Chi 4/5/2016, 4 maggio 2016
ORA È TEMPO DI DIRE ADDIO
«Addio alla Formula 1. No, non scenderò più in pista in prima persona. Addio al sogno di fare qualcosa in politica in Italia. E addio alla mia vecchia immagine. Oggi sto bene. Devo dar conto a qualcuno? Non credo». Flavio Briatore dice addio. Non uno solo, ma annuncia diversi cambiamenti nella sua vita e lo fa nell’incontro con “Chi”, a Montecarlo, all’interno del suo Twiga rinnovato. Rinnovato come i suoi affari, come la ritrovata voglia di rilanciare il made in Italy, come la sua nuova immagine. Ma non solo. Briatore parla di tutto. Dell’inchiesta Panama Papers (che ha coinvolto i potenti del mondo con conti esteri nello Stato panamense per eludere il fisco nei loro Paesi d’origine), della storia d’amore che ha travolto la sua socia al Twiga di Forte dei Marmi, Daniela Santanchè (ma lo fa in modo scherzoso), della dolorosa vicenda umana del campione di Formula 1 Michael Schumacher, grande amico e pupillo dell’imprenditore.
Partiamo dai nuovi business che portano il marchio “Briatore” nel mondo.
«Ho aperto il Billionaire a Dubai, dove transitano 22 milioni di turisti all’anno e dove sono rappresentati i più grandi brand del mondo. Dove ci sono i migliori, io ci devo essere. Anche a Dubai aprirò il Twiga. Ho dei collaborarori formidabili ed è una grande opportunità. Poi consoliderò il successo del locale di Montecarlo con l’apertura della zona estiva. Siamo sempre pieni. E siamo il top club del Principato di Monaco. Progetti vincenti, con ragazzi vincenti a cui diamo lavoro. Anche il ristorante Cipriani è diventato il punto di riferimento per i monegaschi».
E in Italia?
«Continuiamo con il Twiga di Forte dei Marmi, con Daniela Santanchè e Dimitri d’Asburgo Lorena. Ragazzo in gamba».
Si parla di una “liaison” tra i suoi soci. Ne è al corrente?
«Beh, di sicuro sono voci che fanno bene al locale. L’importante è che se ne parli. Si chiama pubblicità. Vorrà dire che Daniela cambierà cognome e si chiamerà: “Da Santanché” (sorride, ndr). Ma credo che tutto si sia risolto. Aggiunga che al Billionaire a Porto Cervo aggiungeremo la ristorazione di Assunta Madre, storico marchio romano conosciuto nel mondo. Inoltre stiamo trattando con lo stilista Philipp Plein la vendita del marchio Billionaire».
Anche quest’anno si vocifera di Briatore pronto a sbarcare a Ibiza...
«Io odio Ibiza. È brutta. Atterri e sembra di trovarti in dei capannoni industriali abbandonati. E poi si può cenare alla tre di notte? Ma dai! Complimenti a chi ci lavora, io non ci vado».
Però a Ibiza avrebbe potuto sfoggiare la sua nuova immagine.
«In che senso?
Il suo nuovo aspetto fisico ha fatto il giro del mondo. Se ne sarà accorto.
«Ho fatto una dieta ferrea. Mettiamola così: oggi sto bene così e non devo dar conto a nessuno. La società ti porta a dover giustificare qualsiasi cosa, sarò libero di rispondere come mi pare o no? Certo il mio dietologo, Alberico Lemme, dovrebbe frequentare meno la tv. La sua professionalità viene messa in discussione quando alcune ragazze lo attaccano per trovare popolarità. Lui è un provocatore, loro ci cascano ma ora deve dosarsi. Direi che dovrebbe fermarsi invece di litigare con loro. Io preferisco non guardarlo, ma ahimè mi raccontano tutto».
Ha visto la sua amica Simona Ventura all’Isola dei famosi?
«No. Le avrei detto di non accettare. Non capisco perché lo abbia fatto. Avrà avuto i suoi motivi».
Felice per il quinto scudetto della Juventus?
«Quinto scudetto e grande forza continuativa della società, di Andrea Agnelli e del mister Max Allegri. Quando si vince e si regala spettacolo, non si smette di godere e si ragiona già sui programmi futuri».
Lo spettacolo nella sua amata Formula 1 c’è ancora?
«No. Oggi lo spettacolo si è spostato nel Moto Gp. In Formula 1 vincono i cambiamenti tecnologici che, però, annoiano e allontanano il pubblico. Io gestisco Fernando Alonso e stiamo aspettando gli assembramenti giusti. Arriveranno? Non credo. Ecco perché i dati e i numeri premiano il Moto Gp».
Lei, da manager, come avrebbe gestito la vicenda Valentino Rossi-Jorge Lorenzo che ha annunciato l’addio dalla Yamaha?
«Valentino continua a stupire e da solo sposta il fatturato di un intero campionato. Crede che i “capoccioni” non lo sappiano? Era giusto che Lorenzo andasse via: non potevano più convivere. Mi risulta che anche i meccanici, i tecnici e gli ingegneri fossero in difficoltà per la rivalità tra i due piloti. È giusto tenere Valentino, uomo dalla forza eterna e dalla potenza infinita. Il mio consiglio per far rendere Vale al meglio è quello di non affiancargli un’altra “primadonna”. Valentino fa per due e accanto deve avere qualcuno da far crescere. Lui, come Francesco Totti, è un campione senza età. Hanno anche una discreta fortuna, ma sono persone decise e incisive. Ci sono i campioni e i fuoriclasse, loro appartengono alla seconda categoria. Giù le mani dai fenomeni».
Non le manca la pista?
«No. Nella Formula 1 di adesso, in pista non c’è più posto per me. Il mio è un addio definitivo».
Il suo nome è finito nella lista dei potenti dell’inchiesta “Panama Papers”. Come si difende?
«Da che cosa, scusi? A parte che io sono residente all’estero (Briatore vive a Montecarlo con la famiglia, ndr) e non devo dar conto al fisco italiano, si tratta di un’indagine vecchia di dieci anni e già archiviata. Mi pare strano che il settimanale l’Espresso abbia fatto il mio nome e non quello di Rodolfo De Benedetti, figlio di Carlo. In Italia i procedimenti giudiziari si fanno sui giornali, con le intercettazioni passate ai giornalisti. È tutto vergognoso. Sono stato inserito nella lista Falciani (un elenco di più di 7 mila 400 nomi di persone con conti correnti in Svizzera, ndr). Sono stato screditato per qualcosa che non esiste come reato. Poi quereli, passano anni e anni e, quando devono rettificare, scrivono due righe sul giornale che per leggerle devi usare la lente di ingrandimento. In Italia si spara nel mucchio, ma si sceglie chi devono essere i morti, chi i feriti, chi quelli da salvare».
Si parlava di Briatore in politica.
«E lasciateli parlare. Ci ho pensato, non ci penso più».
Flavio, prima di salutarci, come sta Michael Schumacher?
«La prego, non c’è nulla da aggiungere. Ho visto suo figlio Mick debuttare in Formula 4. Suo papà sarà contento. Però qui non scriva la parola “addio”».