Loretta Napoleoni, il venerdì 6/5/2016, 6 maggio 2016
PERCHÉ LA NIGERIA PRODUCE PETROLIO E NON HA BENZINA
In Nigeria scarseggia la benzina. Un fenomeno surreale se si tiene conto che si tratta di uno dei massimi produttori di petrolio al mondo. Il motivo è ancora più sconcertante: il 70 per cento del carburante consumato viene importato! Nonostante il fatto che l’industria petrolifera produca 1,8 milioni di barili di petrolio al giorno, la Nigeria non possiede la struttura necessaria per raffinarlo. Al suo attivo ha solo quattro raffinerie e sebbene da anni si parli di costruirne altre, nulla si è fatto a tale scopo. Ciò significa che il petrolio nigeriano viene spedito all’estero, ad esempio negli Stati Uniti, per poi venire reimportato sotto forma di carburante a un prezzo superiore e in dollari.
Ed ecco il nocciolo del problema. La caduta del prezzo del petrolio ha ridotto le entrate in valuta prodotte dalla vendita del grezzo. La banca centrale nigeriana è a corto di riserve e non può più fornire agli importatori la valuta necessaria per l’importazione. Al momento gli importatori di petrolio nigeriani devono circa 1,2 miliardi di dollari agli esportatori esteri – tra cui le grandi imprese petrolifere occidentali – che hanno deciso di smettere di far loro credito. Un circolo vizioso, insomma, che potrebbe innescare rivolte popolari perché la crisi del carburante ha effetti negativi su tutta l’economia. Nel primo trimestre del 2016, ad esempio, la produttività del lavoro è scesa dell’8 per cento perché si sono dovuti chiudere temporaneamente uffici, fabbriche ed esercizi pubblici o si è dovuto ridurne l’orario di lavoro. Particolarmente a rischio è il settore manifatturiero, che ha già registrato un grosso calo di produttività nel corso dell’ultimo trimestre.
Tempi duri, dunque, anche per chi pur avendo il petrolio non ha la benzina.