MilanoFinanza 5/5/2016, 5 maggio 2016
LA PROVA DI ATLANTE NELLA CORSA ALLA GUIDA DI VENETO BANCA
Oggi a Marghera si tiene l’assemblea di Veneto Banca per l’elezione del nuovo consiglio di amministrazione. Due liste in campo, quella del presidente uscente, Pierluigi Bolla, con l’ad Cristiano Carrus, e l’altra, capeggiata dal giurista Stefano Ambrosini, promossa da due associazioni, di cui fa parte Carlotta De Franceschi, che è stata consulente di Palazzo Chigi.
La battaglia elettorale è iniziata ben prima della riunione, in particolare con una contestazione, da parte del presidente Bolla, secondo cui tra i presentatori di quest’ultima lista vi sarebbero alcuni esposti verso la Banca per circa un miliardo, di cui una larga parte dovuta a crediti problematici e deteriorati. La Vigilanza unica ha fatto sapere formalmente che esaminerà con accuratezza l’indipendenza di giudizio dei nuovi consiglieri e la completa assenza di legami con le passate carenze gestionali. Espressi così i criteri di valutazione, non si potrebbe non convenire con essi, al di là del fatto che ci si spinge, da parte della Vigilanza, ai confini delle scelte di merito proprie dell’autonomia assembleare. Ma passare da questi caveat, che hanno come retropensiero il deducibile monito sull’attivazione del potere di rimozione, di cui la Vigilanza dispone nei riguardi degli esponenti aziendali, al giudizio sui casi concreti, per esempio, sull’autonomia intellettuale, non sarà affatto facile poiché si tratta del classico terreno aperto alle controdeduzioni e alle impugnazioni. Certo, come diceva Raffaele Mattioli, il guaio maggiore che può capitare a una banca si verifica quando i proprietari sono anche suoi debitori, cumulando così le due condizioni. Ma ciò va visto con realismo e avendo presenti le norme che presidiano la prevenzione dei conflitti di interesse. Lo stesso essere legati alla passata gestione è una circostanza che va accertata con sicurezza. Comunque il confronto dovrebbe concentrarsi nel merito di ciò che è stato fatto e di quel che si pensa di fare per il futuro della banca. Cruciale dovrebbe essere l’indicazione all’assemblea di un programma, contenente un piano strategico e un piano operativo, riguardanti anche il rapporto con il territorio, il personale e la sua situazione, la Vigilanza, nonché le relazioni con i sindacati insieme con l’affidabilità, che deve essere riconosciuta, di coloro che propongono il piano. Altro naturale presupposto è la piena ricorrenza dei requisiti di onorabilità, competenza, professionalità ed esperienza, di complessiva idoneità per coloro che aspirano alla carica di amministratore. Bolla ha dichiarato che per ora non vi sono evidenze della necessità di un intervento di Atlante in previsione dell’aumento di capitale per 1 miliardo: se così fosse, Veneto Banca si presenterebbe in condizioni nettamente migliori della Popolare di Vicenza. Anche su ciò si proverà la credibilità degli annunci e degli impegni. Occorre una cesura con il passato nel quale si sono formate le cause delle gravi difficoltà, ma ciò non basta, perché decisive saranno l’affidabilità delle persone e dei programmi con la volontà di imprimere un’accelerazione nel risanamento e nel rilancio dell’istituto, anche nella prospettiva di una eventuale aggregazione. Insomma, non uno scontro tra formazioni contrapposte nell’assemblea odierna, ma chiarezza su programmi, impegni, uomini, nonché rigorosa osservanza dei limiti che pur si pongono all’azione di controllo.
MilanoFinanza 5/5/2016