Riccardo Ruggeri, ItaliaOggi 5/5/2016, 5 maggio 2016
IL NOSTRO MODELLO POLITICO, ECONOMICO, DI VITA, RASSOMIGLIA SEMPRE PIÙ A UNO STRACOTTO, CHE ORA TENDE A FARSI BOLLITO
Sono un fan della trasmissione radiofonica del sabato mattina di Giannino, con Carnevale, Cifarelli, Seminerio, quattro personaggi molto diversi per storie e provenienze, uniti da un modo ironico e scanzonato di comunicare, ma fermi nel loro ancoraggio a un modello neo liberista (non so se l’aggiunta neo sia corretta o meno, comunque non vuole essere offensiva).
Posso dirlo? I quattro amici sono brillanti, ma il loro modello, tuttora valido, mi pare entrato in una fase di stanca.
Mi piacerebbe che anche loro valutassero se fare o meno una parziale autocritica, come dovremmo fare tutti noi persone perbene. Il nostro modello politico, economico, di vita, rassomiglia sempre più a uno stracotto, che tende a farsi bollito. Perché non ce lo diciamo in faccia, a muso duro?
Il bello di questa trasmissione è la mancanza dei siparietti «renziani vs antirenziani» tipici di tutti gli altri dibattiti, qua i quattro economisti analizzano la situazione del paese attraverso un’analisi seria dei «numeri» (quelli veri, non manipolati, i «conti della belva», appunto) e delle loro oggettive prospettive. Lo considero servizio pubblico allo stato puro.
Malgrado ciò, percepisco un senso di stanchezza, come non fossero capaci da allontanarsi dal modello, in teoria corretto, ma ormai stracco delle ripetitive «riforme-privatizzazioni-liberalizzazioni», una ricetta fatta di pozioni che hanno sempre meno effetto sul paziente, come succede a quelli che, avendo assunto troppi antibiotici (mediatici), hanno il sistema immunitario indebolito.
Non ho certo la capacità di fare un’analisi scientifica sullo stato dell’arte del modello neo liberista, mi limito semplicemente a proiettare su di me, cittadino comune che ha intensamente vissuto, il disagio profondo che provo.
Questa situazione permane dal 2008, con l’incomprensibile modalità di affidare a comitati d’affari travestiti da leadership la soluzione della Crisi che gli stessi comitati d’affari avevano creato.
Nessuno di noi accetterebbe di farsi nuovamente operare da un chirurgo che in passato ci aveva mandato in fin di vita per inettitudine conclamata. Così come utilizzare protocolli medici che hanno fallito. Perché delle due l’una. O il protocollo era inadatto e quindi occorre dismetterlo o modificarlo, oppure il protocollo è valido e sono degli incapaci quelli che lo hanno applicato.
Personalmente propendo per la seconda opzione: «tutti a casa!», il mio sommesso invito, o come dice il professor Pezzani far loro una «class action».
Per non parlare degli odi e delle bassezze che albergano nelle leadership pseudo liberali, il cui degrado mi porta, a volte, a vergognarmi di dirmi liberale in un mondo oggi sempre più illiberale. Sono arrivato al punto di prendere le distanze, definirmi «apòta, liberale, cattolico», specificando pure i riferimenti (Prezzolini, Einaudi, Ratzinger), orripilato dai modelli filosofici e di business delle orrende, reazionarie aziende di Silicon Valley e di Wall Street, quanto di più lontano ci sia per un liberale.
Ho un desiderio, lo esprimo solo perché so essere Giannino e i suoi amici dei liberali veri, disposti a fare autocritica qualora se ne convincessero.
Noi liberali dobbiamo dire basta a questi individui: dal 2008 tutte le strategie-azioni dei vertici della Classe Dominante sono fallite, ripetono stanche ricette che durano 1-2 anni per poi essere abbandonate, guardiamo la buffonata del Quantative Easing, che più aumenta di valore, più si allontana dall’obiettivo. Oppure, la super buffonata «l’elicottero della manna monetaria», come lo chiama il professor Fabrizio Pezzani della Bocconi.
Nessuno discute il modello capitalistico, ma questo CEO Capitalism non ha nulla a che vedere con l’originale, il mercato non è un’entità astratta ma ha nomi e cognomi. Osservate antropologicamente i 28 Premier europei, quelli dei G7, i Regolatori, i CEO delle big californiane, quelli di Wall Street, sono identici, nessuna persona normale potrebbe mai comprare un computer usato da costoro, indipendentemente dalla loro ideologia.
Che bello se un sabato mattina, la Belva si occupasse dei personaggi truffaldini che alterano i dati all’origine e non solo di quelli che li manipolano a posteriori. Ho una certezza, con costoro la Grande Crisi non finirà mai.
Riccardo Ruggeri, ItaliaOggi 5/5/2016