Beda Romano, Il Sole 24 Ore 5/5/2016, 5 maggio 2016
BRUXELLES: MULTE A CHI RIFIUTA I MIGRANTI
Bruxelles
La Commissione europea ha presentato ieri un atteso e controverso pacchetto di misure per meglio gestire l’emergenza immigrazione. Ha proposto innanzitutto una riforma del diritto d’asilo, ideando un meccanismo di ricollocamento automatico dei rifugiati da applicare nei casi d’emergenza. A questa si aggiungono altre due proposte: la prima di liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi; la seconda di proroga dei controlli ad alcune frontiere interne dello Spazio Schengen.
REGOLA DI DUBLINO
In questo momento, per il diritto d’asilo vale il Principio di Dublino, entrato in vigore nel 1997. Prevede che il Paese di primo sbarco sia responsabile della richiesta del migrante. La regola ha messo sotto immensa pressione l’Italia e la Grecia, porto di approdo di migliaia di persone provenienti dal Vicino Oriente e dal Nord Africa. «Non possiamo lasciare soli i Paesi in difficoltà», ha sottolineato ieri in una conferenza stampa il vice presidente della Commissione Frans Timmermans.
Secondo la proposta, il principio attuale varrà in tempi normali. Nel caso invece in cui un paese registri un balzo dei rifugiati in arrivo superiore al 150% di uno specifico criterio di riferimento, vi sarà un ricollocamento delle persone. Il Paese che chiederà la sospensione del nuovo sistema – per «motivi eccezionali» – sarà chiamato a versare 250mila euro per ogni rifugiato non accolto. L’idea è stata criticata da Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, e Slovacchia, che l’hanno definita un ricatto.
Da anni ormai l’Italia sta dando battaglia per una riforma del Principio di Dublino, con l’introduzione di maggiore solidarietà tra i Paesi europei. Dinanzi al forte aumento degli arrivi tra il 2014 e il 2015, i Ventotto hanno approvato un meccanismo d’emergenza che prevede in due anni il ricollocamento di 160mila persone arrivate in Italia e in Grecia. Le operazioni stanno andando però a rilento (sono state ricollocate appena 1.441 persone), per via anche della contrarietà di molti Paesi dell’Est.
«È difficile pensare che questa nuova proposta possa essere trattata rapidamente dai Ventotto – spiega un diplomatico –. Mi aspetto che riformare Dublino sarà veramente possibile quando l’emergenza di oggi sarà contenuta, fino a suscitare meno panico nelle opinioni pubbliche». Anche per rassicurare l’elettorato inglese a ridosso del voto sulla presenza del Regno Unito nell’Unione, Bruxelles ha ricordato che Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca sono esenti dalle regole in questo campo.
LIBERALIZZAZIONE DEI VISTI
Nel contempo, la Commissione ha proposto di concedere la liberalizzazione dei visti ai cittadini turchi. La misura è prevista dall’accordo tra Ankara e Bruxelles, in cambio dell’aiuto della Turchia a una miglior gestione dei rifugiati in arrivo dal Vicino Oriente. Il via libera, che richiede il benestare dei Ventotto e del Parlamento europeo, è condizionato al rispetto di 72 criteri. «La misura entrerà in vigore in giugno solo se i cinque ultimi parametri rimasti saranno adottati», ha avvertito Timmermans. Il tema è controverso, tanto che Bruxelles ha introdotto una clausola di sospensione nel caso vi siano troppi casi di persone che restano in Europa oltre i 90 giorni regolamentari. L’iter di approvazione non sarà facile: molti governi temono di assistere a una immigrazione dalla Turchia. Nel tentativo di convincere i Paesi dell’Est, che pure su questo fronte rumoreggiano per via di potenziali discriminazioni contro altri Paesi, la Commissione ha anche proposto la liberalizzazione dei visti per i kosovari.
CONTROLLI NELL’AREA SCHENGEN
Infine, Bruxelles ha proposto ai Ventotto di estendere per un nuovo periodo di sei mesi i controlli alle frontiere di cinque Paesi dello Spazio Schengen, nonostante i timori di frenare i flussi commerciali. Si tratta dell’Austria (al confine con Slovenia e Ungheria), della Germania (al confine con l’Austria), della Danimarca, della Svezia e della Norvegia. La decisione, prevista dal codice Schengen, è stata presa perché in Grecia «non tutte le carenze» identificate nella gestione delle frontiere esterne «sono state risolte».
Interpellato su questa scelta, e tenuto conto che i flussi di migranti sembrano diminuiti, il commissario all’Immigrazione Dimitri Avramopoulos ha ammesso la necessità di avere tempo per riportare ordine nello Spazio Schengen. Sulla scia dell’emergenza rifugiati, la proposta di riforma del Principio di Dublino – che prevede anche la creazione di una nuova agenzia europea per l’asilo – si associa ad altre misure. È oggetto di trattative in queste settimane anche la nascita di un nuovo corpo di doganieri europei.
Beda Romano, Il Sole 24 Ore 5/5/2016