Silvio Piersanti, il venerdì 29/4/2016, 29 aprile 2016
CARTE DI CREDITO ADDIO, A TOKYO ORA DI PAGA «IMPRONTA CASSA»
Prima erano le cambiali, poi sono arrivati gli assegni a farci spendere allegramente senza toccare il danaro e senza renderci ben conto di quanto dilapidavamo: una firmetta scarabocchiata in fretta e via, passava la paura. Poi sono venute le credit cards. Oro, verdi, nere, traslucide, accattivanti. Basta mostrarle e sembra che puoi comprarti il mondo. E ora in Giappone sarà sufficiente mostrare un polpastrello per essere accettati come acquirenti solvibili.
È iniziato in questi giorni nel Paese del sollevante l’ultimo sistema di pagamento, per spremere a dovere i turisti, con speciale riguardo per i bakugai, i nuovi ricchi cinesi vogliosi di spendere e spandere, dopo millenni di miseria, pronti ad acquistare ogni cosa, dal gabinetto elettronico ai robot-maggiordomo, dalla borsa griffata made in Italy al tailleur made in France.
All’arrivo all’aeroporto si danno gli estremi della proprie carte di credito, poggiando per un istante entrambi gli indici nelle apposite caselle e il gioco è fatto: ovunque facciate acquisti o richiediate servizi (ristoranti, acque termali , concerti, ecc) potrete pagare facendo combaciare un solo dito con la vostra impronta (l’altro dito è di riserva, in caso di disguidi). Sarà possibile soggiornare per settimane senza mai mettere la mano in tasca per estrarre il portafoglio. Naturalmente, finché dietro all’impronta ci sarà un conto in banca che copre la spesa.
Così lo strumento che serviva a identificare i criminali ora ha il più nobile (?) fine di identificare turisti. Per noi italiani, non più «pagamento in pronta cassa», ma «pagamento impronta cassa». L’esperimento è appena iniziato e solo poche centinaia di esercizi sono per il momento coinvolti , tra cui l’importante istituto bancario Aeon, ma il governo intende proseguire velocemente nel suo progetto fino al completamento, in tempo per i giochi olimpici e paraolimpici del 2020 a Tokyo, anno in cui il Giappone si dice certo di raddoppiare l’attuale numero di turisti stranieri, superando i 40 milioni. Le autorità di polizia vedono di buon occhio l’esperimento perché ridurrà il rischio di truffe dovute alla contraffazione di carte di credito: un’impronta digitale può essere al massimo danneggiata e resa inservibile.
Si sta mettendo a punto un sistema di sofisticata tecnologia che assicuri efficace protezione della privacy di chi si servirà del nuovo sistema. C’è chi pensa di usare il dettaglio dell’indice del dio michelangiolesco della Sistina come icona per indicare la disponibilità del nuovo servizio. Profanazione? Non tanto: dopotutto, la Cappella è stata interamente restaurata con gli yen di grandi aziende giapponesi.