varie, 3 maggio 2016
APPUNTI STATISTICHE DERBY GENOVA – Genoa Sampdoria derby della Lanterna numero 112 Le partite ufficiali tra i 111 derby giocati tra Genoa Sampdoria sono state 93 e sono terminate con 35 pareggi, 23 vittorie del Genoa e 35 vittorie della Sampdoria
APPUNTI STATISTICHE DERBY GENOVA – Genoa Sampdoria derby della Lanterna numero 112 Le partite ufficiali tra i 111 derby giocati tra Genoa Sampdoria sono state 93 e sono terminate con 35 pareggi, 23 vittorie del Genoa e 35 vittorie della Sampdoria. Le 18 gare non ufficiali tra amichevoli e coppe varie sono finite con nove pareggi, cinque vittorie del Genoa e quattro vittorie della Sampdoria. Considerando i complessivi 111 derby i risultati sono: 44 pareggi, 28 vittorie del Genoa e 39 vittorie della Sampdoria. In serie A questo è il derby della Lanterna numero 80, di cui 24 vinti dal Genoa e 28 dalla Sampdoria. Considerando gli ultimi 11 testa a testa giocati in serie A il risultato è equilibrato, con quattro vittorie del Genoa, cinque della Samp e le rimanenti partite terminate in pareggio. *** LA REPUBBLICA 4/5 – Se il calcio fosse quello che non è, se fosse una scienza esatta, matematica, il Genoa potrebbe fin da ora sciogliere le bandiere al vento e festeggiare. Senonché il calcio è invece la scienza empirica del pallone che rotola e la sua meravigliosa imprevedibilità. Anche a noi scriba di lungo corso riserva di continuo choccanti sorprese che smentiscono pronostici e previsioni. E dunque questo derby tardivo che chiude la stagione reclama la giocata tripla. A dispetto dell’evidenza. Perché il Genoa è caduto in piedi combattendo coraggiosamente, al cospetto dell’Impero romano di Francesco Totti. E la Sampdoria a Palermo si è sciolta viceversa come un pupazzo di neve al sole d’agosto, arrendendosi inane nel match che le avrebbe potuto consegnare la certezza di averla scampata. E sapete bene di che cosa parlo. Ora è chiaro che quella Sampdoria, la Sampdoria di Palermo e di Udine, di Milano rossonera e Milano nerazzurra, di Carpi e di Frosinone, insomma la squadra che le ha buscate dieci volte in trasferta, nonché la Sampdoria casalinga dei primi tempi contro Chievo e Lazio - avrebbe poche chances di uscire indenne dall’autodafé stracittadina contro i cugini. Del resto anche il Genoa di Carpi e di Bologna, e quello di Empoli, e dei match casalinghi contro il Carpi e il Bologna non avrebbe diritto di coltivare speranze sull’esito del confronto. Il punto è: il derby è una lotteria e una gara speciale. E non di rado è accaduto che il favorito di turno se ne uscisse con le ossa rotte. Occhio dunque, a vendere la pelle dell’orso. SEGUE A PAGINA XII RENZO PARODI MA attenzione anche a fidarsi dei precedenti, tipo il rocambolesco 3-2 blucerchiato dell’andata. La Storia delle stracittadine raramente si ripete se non per episodi singoli. E le coincidenze – che esistono, vedi la data del match, l’8 maggio come cinque anni fa nella sfida decisa dall’ignaro Boselli - sono semplici riferimenti cronologici o statistici. Ecco perché non sarà una “torta” il derby della Lanterna numero 112, l’edizione numero 94 in gare ufficiali. E che il dio delle coronarie ci protegga tutti. Al Ferraris può davvero capitare di tutto. Nel bene e nel male. Sarà una partita vera, molto scabrosa e fisica che Sampdoria e Genoa giocheranno per vincere. Conosco i miei polli. Gasperini e Montella non amano la penombra e le mezze misure. La Sampdoria avrebbe tutto l’interesse a cercare quel punto che ancora le manca in classifica per suggellare la salvezza. So che Montella non scenderà a compromessi. E metterà giù la squadra per giocarsela a viso aperto. Fossi nei suoi panni ricorderei la lezione del derby di andata, giocato con Cassano a smistar assist attirando su di sé due-tre avversari alla volta e liberando Eder e Soriano, i goleador di quella giornata. Fossi Vincenzo abbandonerei la perniciosa sindrome dei due trequartisti, riciclando la Sampdoria in un operoso e operaio 3-5-2, giocando a specchio con un’avversaria che contro la Roma ha mostrato una volta di più di possedere corsa e fluidità di gioco. Posso scommetterci: il Grifone profonderà queste doti contro una Sampdoria che non fa del ritmo e della personalità le proprie armi più acuminate. Ma starà bene attento, il Genoa, a non scoprirsi per non offrire il fianco al contropiede sampdoriano. Nel derby serviranno cuori caldi e cervelli freddi. Salvo sorprese e inconvenienti in settimana, toccherà a Cassano e a Diakitè. Sull’altra sponda Gasperini recupererà i quattro diffidati preservati contro la Roma: De Maio, Rigoni, Ansaldi e Gabriel Silva. Suso sarà il guastatore fra le linee (lo ha fatto benissimo nel primo tempo anti-Roma), Pavoletti il terminale offensivo scagliato contro la difesa a tre di Montella. La guerra si vincerà a centrocampo, con Ivan, Barreto e Soriano (Fernando difficilmente sarà disponibile) contro Rincon, Dzemaili e Rigoni. Al largo prevedo i duelli Gabriel Silva-De Silvestri e Laxalt-Dodo. Ferrero non vuole vendere il club e nessun pretendente, ad oggi, si profila all’orizzonte. Dopo il pari di Firenze definì la Sampdoria “una grandissima squadra”. Meglio se tace. Annuncia di voler confermare Montella, secondo me invece può accadere che Vincenzo vada ad allenare il Milan, che lo sta seguendo. Vincenzo dice di avere in mente un progetto con la Sampdoria. Dica qual è, allora. Non vorrei che fra lui e Ferrero nascesse l’equivoco del secolo. Uno pensa di ritrovarsi fra le mani una squadra rafforzata, l’altro lavora per vendere almeno un paio di pezzi pregiati, per inderogabili necessità di bilancio. La Sampdoria prossima ventura sarà, ritengo, una squadra ringiovanita con l’obiettivo di raggiungere una tranquilla salvezza. Se queste sono le premesse, meglio lasciarsi. Il nome nuovo per la panchina è Rolando Maran, ottimo tecnico dell’eccellente Chievoverona. Restano in corsa Iachini e staccati Pioli e Giampaolo. Ferrero ha toccato il punto più basso della sua popolarità presso la gente di sangue blucerchiato. Il nostro Marco Ansaldo ha già perfettamente illustrato questo deplorevole aspetto. La sua ingiustificata impennata al Torneo “Ravano” è stata davvero un autogol alla Niccolai. Proprio lui si permette di criticare chi lo ha organizzato, lui che lo ha “schifato”, tagliandolo dalla sfera di attrazione della Sampdoria! Cancellare il brand Sampdoria dal “Ravano” è stato anche un colossale errore di marketing e di comunicazione. Il “Ravano” infatti per trent’anni è stato uno straordinario strumento di fidelizzazione dei giovanissimi partecipanti ai colori blucerchiati. Mi era parso che la società avesse compreso e si preparasse a tornare sui propri passi. Ma la scenataccia di Ferrero – che non era stato invitato alla premiazione e si è presentato sua sponte - lascia intendere che purtroppo non sarà così.