Andrea Di Consoli, Domenicale – Il Sole 24 Ore 24/4/2016, 24 aprile 2016
IL BUSINESS DEGLI INCIDENTI D’AUTO
IL «TUNNEL» DEGLI INCIDENTI
Spesso le associazioni “in difesa dei cittadini” divengono nel tempo strumento di potere autoreferenziale. Tuttavia questo non significa che i cittadini non abbiano bisogno di garanti e difensori, poiché infinite, nel nostro Paese, sono le truffe, i contratti cavillosi e le lungaggini burocratiche. Ogni mondo ha luci e ombre, eppure Assicurazione a delinquere (Chiarelettere, 141 pagg., 14 euro) di Massimo Quezel evidenzia – e lo diciamo laicamente – un problema all’interno delle compagnie assicurative italiane, soprattutto quando sono costrette a erogare importi consistenti a vittime “innocenti” di incidenti stradali. Fare una trattativa risarcitoria è pratica estrema, che richiede tenacia, molta esperienza e brutalità; altrimenti, se si è sprovveduti, si esce con il minimo e con i nervi a pezzi. Il business è sempre senza scrupoli – purtroppo – ma, secondo Quezel, nel mondo assicurativo, negli ultimi anni, sono cresciuti contemporaneamente il costo dei premi e l’inefficienza cavillosa nei risarcimenti. Il risultato? «Nel 2013 l’utile generato dal settore assicurativo ha superato i 5 miliardi di euro. Nessun segno di crisi, anzi». Ovviamente le compagnie assicurative avranno le proprie ragioni, ma è vero o non è vero che chi è vittima di un incidente stradale, in Italia, quasi sempre è costretto a perdersi in un tunnel infernale?
LA PROSTITUZIONE OGGI IN ITALIA
La scrupolosa inchiesta etnografica di Charlie Barnao, Le prostitute vi precederanno. Inchiesta sul sesso a pagamento (Rubbettino, 146 pagg., 12,00 euro), smonta almeno un luogo comune sulla prostituzione in Italia: non è vero, infatti, che la maggior parte delle prostitute sia vittima di costrizione o di schiavizzazione. In Italia le prostitute sono circa 45mila, di cui 30-38mila straniere e 7-8mila italiane, e solo una parte di esse è sottoposta a coercizione fisica e mentale. L’indagine di Barnao è principalmente rivolta alla prostituzione indoor – contrapposta a quella outdoor, che avviene all’aperto –, e che si muove intorno a “luoghi di confine” quali le saune, i centri di bellezza, i night e le case di appuntamento. La prostituzione, sostiene Barnao, cambia continuamente, e va sempre declinata al plurale. Diminuisce, inoltre, per varie ragioni di ordine culturale e sociale, la prostituzione per strada, e cresce quella nei luoghi chiusi, dove il confine tra prostituzione e professionalità altre è sempre più labile.
di Andrea Di Consoli, Domenicale – Il Sole 24 Ore 24/4/2016