Sandro Modeo, Corriere della Sera 24/4/2016, 24 aprile 2016
NAPOLEONE, UNA VITA TRA 33 MILA LETTERE
Dopo la zoomata sulla campagna di Russia (Adam Zamoyski, Marcia fatale), la Utet allarga il campo visivo con una biografia (Andrew Roberts, Napoleone il Grande , pp. 1.072, e 42) connotata dal ricorso alle 33 mila lettere napoleoniche (molte inedite) e alla visita di quasi tutti i luoghi di battaglia e «residenza». Seguendo una parabola dalla circolarità ironico-simbolica (conclusa nella petite île che il Napoleone-ragazzo rubricava, sul quaderno di geografia, tra i possedimenti britannici), Roberts la restituisce al rigore antiretorico (e antiromantico) dell’indagine documentaria ma non può eludere una «dismisura» del personaggio dietro cui soffia la stessa malia subìta da Stanley Kubrick, quando — credendo ancora di girare un film- monstre , poi abortito — vedeva in quella parabola un «poema epico d’azione», dove le ossessioni di Napoleone (una vita sessuale «degna di Schnitzler») sfumano in un intreccio di questioni («le responsabilità e gli abusi di potere, le dinamiche della rivoluzione sociale, la relazione fra individuo e Stato») che innerveranno tutto il paesaggio moderno-contemporaneo.