Marco Galluzzo, Corriere della Sera 24/4/2016, 24 aprile 2016
«LA FATICA DEI VIAGGI PER PROMUOVERE LE AZIENDE SFORZO POCO COMPRESO»
ROMA «Questo lavoro non interessa a nessuno, non è visibile, ma è il mio compito principale, ed è la fatica più grande». È stato fatto un calcolo in termini di ricaduta sull’economia nazionale? «No, un calcolo no, non credo, ma è un lavoro irrinunciabile».
A dirsi affaticato, e anche un po’ incompreso, è il presidente del Consiglio. Solo per citare le ultime, recenti, «fatiche», si può annoverare un viaggio in Nevada, per poi tornare in Italia facendo tappa a Chicago, e poi a Boston e infine a Washington, il tutto in tre giorni. O anche le 30 ore di volo per andare a pranzo a Buenos Aires, seppure con il presidente, appena insediato, e poi tornare, quasi subito, a Palazzo Chigi.
Viaggi di Stato che in alcuni casi appaiono quasi come stress test, almeno per lo staff. E per i quali occorre di sicuro l’attitudine a non stare mai fermo, la consuetudine con ritmi molto alti, quasi da moto perpetuo. Si iscrivono quasi tutti in quella che viene definita come diplomazia commerciale di un esecutivo. Alla fine, però, anche il protagonista avverte una certa stanchezza: «Vi assicuro che è una fatica immensa, ma non ne posso fare a meno, è il primo dovere del presidente del Consiglio».
Anche Matteo Renzi, ogni tanto, si stanca. «La fatica più grande è promuovere le nostre aziende all’estero, rafforzare il sistema Italia, e ogni volta che si può fare lo faccio, in ogni continente. Se non andassi non sarebbero arrivati degli investimenti, non si sarebbero sbloccati dei contratti». Però non è una passeggiata. Ed è uno sforzo poco riconosciuto.
Matteo Renzi è appena tornato da tre giorni al di là dell’Atlantico, uno in Messico, o anche meno, quasi due a New York. Ieri mattina è atterrato in Italia, di pomeriggio è andato a visitare gli stabilimenti della Piaggio, a Pontedera, 70 anni dell’azienda.
Qualche giorno fa, ai cronisti riuniti nei saloni della residenza dell’ambasciatore italiano in Iran, raccontava le conseguenze, personali, di un ritmo di questo tipo: «Non avete idea delle difficoltà e della stanchezza che tutto questo può provocare, e che comunque bisogna conciliare, quando ci riesco, facendo i salti mortali, anche con i doveri di un padre di famiglia».
Un’idea ce l’hanno nel suo staff, gli riconoscono un ritmo che nessuno dei precedenti premier poteva vantare, la consapevolezza produce stima ma anche qualche defezione, del tipo, per chi se lo può permettere, e sottovoce: «Al prossimo viaggio non mi vedete, ho già dato...».
Nel sito Internet del governo, che ha fatto rifare rispetto al periodo di Letta, Renzi ha voluto un grande mappamondo interattivo: per ogni luogo che ha visitato una piccola icona, su cui si può cliccare, per sapere quando e perché è stato in quella particolare città.
Si scopre che in due anni ha visitato più posti in Africa che negli Stati Uniti, che non si ferma in un luogo mai più dello stretto necessario per gli impegni istituzionali, gli inviti culturali ridotti all’osso, rifiutati quando si può, assecondanti quando sarebbe sgarbato dire di no.
A fare da volano, spesso, l’ansia di essere il primo. Il primo fra i leader a visitare un determinato Paese, che ha cambiato da poco governo, che ha avuto una svolta politica. Lo ha raccontato lui stesso: «Arrivare prima degli altri, con le aziende, è un vantaggio. L’ho fatto in Egitto, prima del caso Regeni, in Argentina con Macri, in Iran con Rohani».
A giudicare dai calcoli del 31esimo stormo, che gestisce e pilota gli aerei di Stato, già da qualche mese Renzi avrebbe superato le mille ore di volo. Le polemiche sul nuovo aereo ordinato e ancora mai utilizzato, molto più grande e potente dell’attuale, e anche molto più costoso, non lo hanno mai scalfito: «Lasciano il tempo che trovano».
Di sicuro quando il nuovo Airbus sarà operativo, fra non molto, la fatica del premier sarà anche ridotta: niente più scali tecnici. Il modello è quello che ha la più grande autonomia, sino a 18 mila chilometri, non a caso è stato utilizzato da alcune compagnie aeree per coprire una delle rotte più lunghe del mondo, la Singapore-New York. Domani Renzi sarà ad Hannover, vertice con Obama, Merkel e Hollande.