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 2016  aprile 24 Domenica calendario

CANI DI CASA NEL MIRINO È BOOM DI RAPIMENTI

Amatissimi e “preziosi”, anche in termini di cifre che gli appassionati sono disposti a pagare per averli. Così richiesti da alimentare un vero e proprio racket e, perfino, rapimenti in casa. Sono i numeri a raccontare la crescita esponenziale del traffico illecito di cani, in particolare, di piccola taglia, in Italia. Nel 2015, i furti di cani denunciati alle autorità sono triplicati, arrivando a toccare i trentamila in un anno. I sequestri in casa sono saliti a 4930, cifra consistente che diventa ancora più preoccupante quando viene raffrontata ai dati degli anni passati. Nel 2014, a essere rapiti da appartamenti e ville erano stati 1700.
LE CIFRE
A misurare il fenomeno è Aidaa-Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente, che ha raccolto i dati da Procure e associazioni animaliste, tenendo conto, ovviamente, pure delle segnalazione ricevute in modo diretto. Perlopiù, a essere rapiti sono cani di taglia toy, non per la maggiore facilità di portarli via, ma per la “moda” che li vede tra i più richiesti. Nella quasi totalità dei casi, si tratta di chihuahua: oltre 3350 gli scomparsi nel 2015, a fronte dei 1400 del 2014. Seguono pinscher e yorkshire. «Questo tipo di mercato cresce sulla base delle richieste - spiega Lorenzo Croce, presidente Aidaa - In passato, ci sono state le mode di labrador, dalmata, yorkshire, ora è il momento dei chihuahua». Gli animali, n genere, hanno tra 3 e 6 anni, nel 75 per cento dei casi sono femmine. Solo 24 dei rapiti sono stati ritrovati.
«Le denunce tratteggiano un quadro chiaro: a essere rubate sono prevalentemente femmine piccole, probabilmente destinate a riprodursi per alimentare un mercato fiorente. I cuccioli possono essere venduti a 2000/2500 euro l’uno. Ogni animale dunque porta nelle casse di chi vende migliaia di euro, a fronte di una spesa minima. I rapimenti avvengono nel corso di furti banali, non sono commissionati, i ladri vendono i pet magari a cento euro, e poi questi sono immessi sul mercato, pure da allevamenti e negozi».
La regione maggiormente colpita da tali episodi è la Lombardia. Seguono Lazio, Molise e Umbria.
NELLE CITTÀ

Analizzando il fenomeno città per città, la mappa cambia lievemente: le maggiori segnalazioni di furti in casa sono arrivate da Roma, Firenze, Milano, Parma e Napoli. Il mercato è prevalentemente italiano e supererebbe i 5 milioni di euro l’anno. «I cani di taglia toy sono molto apprezzati nel centro-nord, presso famiglie facoltose, visti i prezzi. È difficile ricostruire dinamiche e rotte del traffico, ma a muoverne le fila, attraverso richieste e ricettazione, sono prevalentemente italiani sicuramente esperti del settore. Nel 90% dei casi gli animali rimangono in Italia. Il restante 10 per cento è destinato al Nord-Europa, in particolare alla Germania».
IL MERCATO
E il business nel nostro Paese sarebbe in espansione, alimentato dalle costanti richieste del pubblico che vuole cuccioli di dimensioni ridotte come animali da compagnia. Basti pensare al fenomeno dei cani “da borsetta”, che dai capricci di star e dive hollywoodiane si è diffuso nelle nostre strade. Il trend “risparmia” altre specie. «Sono diminuiti i traffici per combattimenti perché gli incontri sono passati di moda, se possiamo dire così - conclude Croce - Gli animali ora vengono usati per la riproduzione e poi nuovamente messi in vendita.È facile quindi ipotizzare che nel racket siano coinvolti dei veterinari. I cuccioli di minor pregio sono destinati all’accattonaggio». In duecento casi, ai proprietari è stato chiesto il riscatto.
Di città in città, i proprietari lanciano l’allarme e cercano aiuto, tanto che sui social è nata la community “Cani rapiti” per scambiare foto e segnalazioni degli scomparsi e darsi, se possibile, “dritte”. Le prime regole sono semplici: non perdere di vista i propri animali. Le denunce registrano anche furti di cani al parco o in auto.
Valeria ArnaldiCani di casa nel mirino è boom di rapimenti
Nel 2015 casi triplicati rispetto all’anno precedente: spesso chiesto un riscatto .
I malviventi preferiscono le piccole taglie come Chihuahua e Yorkshire.
IL FENOMENO
Amatissimi e “preziosi”, anche in termini di cifre che gli appassionati sono disposti a pagare per averli. Così richiesti da alimentare un vero e proprio racket e, perfino, rapimenti in casa. Sono i numeri a raccontare la crescita esponenziale del traffico illecito di cani, in particolare, di piccola taglia, in Italia. Nel 2015, i furti di cani denunciati alle autorità sono triplicati, arrivando a toccare i trentamila in un anno. I sequestri in casa sono saliti a 4930, cifra consistente che diventa ancora più preoccupante quando viene raffrontata ai dati degli anni passati. Nel 2014, a essere rapiti da appartamenti e ville erano stati 1700.
LE CIFRE
A misurare il fenomeno è Aidaa-Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente, che ha raccolto i dati da Procure e associazioni animaliste, tenendo conto, ovviamente, pure delle segnalazione ricevute in modo diretto. Perlopiù, a essere rapiti sono cani di taglia toy, non per la maggiore facilità di portarli via, ma per la “moda” che li vede tra i più richiesti. Nella quasi totalità dei casi, si tratta di chihuahua: oltre 3350 gli scomparsi nel 2015, a fronte dei 1400 del 2014. Seguono pinscher e yorkshire. «Questo tipo di mercato cresce sulla base delle richieste - spiega Lorenzo Croce, presidente Aidaa - In passato, ci sono state le mode di labrador, dalmata, yorkshire, ora è il momento dei chihuahua». Gli animali, n genere, hanno tra 3 e 6 anni, nel 75 per cento dei casi sono femmine. Solo 24 dei rapiti sono stati ritrovati.
«Le denunce tratteggiano un quadro chiaro: a essere rubate sono prevalentemente femmine piccole, probabilmente destinate a riprodursi per alimentare un mercato fiorente. I cuccioli possono essere venduti a 2000/2500 euro l’uno. Ogni animale dunque porta nelle casse di chi vende migliaia di euro, a fronte di una spesa minima. I rapimenti avvengono nel corso di furti banali, non sono commissionati, i ladri vendono i pet magari a cento euro, e poi questi sono immessi sul mercato, pure da allevamenti e negozi».
La regione maggiormente colpita da tali episodi è la Lombardia. Seguono Lazio, Molise e Umbria.
NELLE CITTÀ
Analizzando il fenomeno città per città, la mappa cambia lievemente: le maggiori segnalazioni di furti in casa sono arrivate da Roma, Firenze, Milano, Parma e Napoli. Il mercato è prevalentemente italiano e supererebbe i 5 milioni di euro l’anno. «I cani di taglia toy sono molto apprezzati nel centro-nord, presso famiglie facoltose, visti i prezzi. È difficile ricostruire dinamiche e rotte del traffico, ma a muoverne le fila, attraverso richieste e ricettazione, sono prevalentemente italiani sicuramente esperti del settore. Nel 90% dei casi gli animali rimangono in Italia. Il restante 10 per cento è destinato al Nord-Europa, in particolare alla Germania».
IL MERCATO
E il business nel nostro Paese sarebbe in espansione, alimentato dalle costanti richieste del pubblico che vuole cuccioli di dimensioni ridotte come animali da compagnia. Basti pensare al fenomeno dei cani “da borsetta”, che dai capricci di star e dive hollywoodiane si è diffuso nelle nostre strade. Il trend “risparmia” altre specie. «Sono diminuiti i traffici per combattimenti perché gli incontri sono passati di moda, se possiamo dire così - conclude Croce - Gli animali ora vengono usati per la riproduzione e poi nuovamente messi in vendita.È facile quindi ipotizzare che nel racket siano coinvolti dei veterinari. I cuccioli di minor pregio sono destinati all’accattonaggio». In duecento casi, ai proprietari è stato chiesto il riscatto.
Di città in città, i proprietari lanciano l’allarme e cercano aiuto, tanto che sui social è nata la community “Cani rapiti” per scambiare foto e segnalazioni degli scomparsi e darsi, se possibile, “dritte”. Le prime regole sono semplici: non perdere di vista i propri animali. Le denunce registrano anche furti di cani al parco o in auto.