Alessandro Pasini, Corriere della Sera 25/4/2016, 25 aprile 2016
IL 2015 MESSO ALLE SPALLE COSÌ VALE SI CANDIDA AL SUO DECIMO MONDIALE
Intanto, correggiamo subito i libri di storia scritti troppo in fretta a novembre: quella del 2015 era la penultima spiaggia dell’immenso campione. L’ultima è ancora tutta da scoprire, se mai ci sarà. Perché questa di Jerez — geograficamente la casa degli spagnoli, ma tecnicamente uno dei giardini dei giochi preferiti di Valentino — non è una vittoria estemporanea, bensì una candidatura: Rossi non solo è vivissimo, ma lotta ancora per il Mondiale, che sarebbe il suo decimo personale in vent’anni di carriera.
Il motivo — oltre la classe, la capacità di risorgere dalle difficoltà, la passione pura e ancora adolescenziale per la moto, il Dna del fighter e il senso dello show e dello sberleffo che lo fa trionfare proprio nella settimana dell’addio di Lorenzo alla Yamaha — è soprattutto tecnico. Ha a che fare con la nota capacità di lavorare dentro il box, dove non è secondario il ruolo di Luca Cadalora, l’ex campione del mondo che da quest’inverno lo affianca con un cappello dalla scritta «coach» sotto il quale stanno idee e buoni consigli di guida.
Nel garage Rossi ha operato con la serietà di sempre, mutando pelle ancora una volta di fronte all’ennesimo cambio regolamentare della MotoGp e individuando un assetto base su cui fondare un progetto solido buono per tutte le piste. E poi ha riabbracciato con gioia le Michelin, le gomme che hanno preso il posto della Bridgestone. Con le francesi Valentino è cresciuto e ha costruito le sue grandi vittorie. A loro ha attribuito il merito della sua recente crescita in qualifica, il grosso punto debole degli ultimi anni. Per capirci: nelle prime quattro gare del 2015 non era mai partito in prima fila; quest’anno, dopo la seconda fila in Qatar, lo fa da tre gare. Certo, il giro veloce non basta mai per vincere i Gran Premi, ma il famoso passo gara Rossi lo ha sempre avuto dentro come il sangue nelle vene: serviva integrarlo con partenze migliori. Non solo: con questi pneumatici indecifrabili e degradanti, tutti ieri avevano problemi. Chi ne è uscito meglio? Lui, che sa sempre galleggiare sopra i guai senza frignare. E ancora: dopo le prime prove di venerdì, Rossi nel tratto finale del circuito perdeva tantissimo rispetto a Lorenzo. Con i video e con il suo staff ha limato le traiettorie e ha colmato il gap. Tanto per ricordarci che essere il più vecchio del Circo può anche diventare un vantaggio se hai la testa lucida, il fisico integro e la voglia di lavorare sui tuoi difetti.
Tutto ciò naturalmente non significa adesso che Rossi vincerà senz’altro il titolo 2016. I 24 punti da Marquez vanno recuperati, e con questo Guardaspalle nuova versione, capace pure di «ragionierizzarsi», non sarà facile; Lorenzo tanto rapidamente si attapira quanto rapidamente si ripiglia; la volubilità delle Michelin, visto che le gomme non hanno anima, potrebbe ritorcersi anche contro chi le ama tanto, com’è successo a Rossi nella seconda parte di gara in Argentina. La svolta però è compiuta, perché nell’arena di Jerez non si vince mai per caso. Il Mondiale, insomma, sarà un affare a tre. E il nuovo meraviglioso viaggio dell’esploratore Valentino è appena cominciato.