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 2016  aprile 25 Lunedì calendario

«GRILLO NON È STUFO. CASALEGGIO JR? INDISPENSABILE» [Intevista a Carla Ruocco] – Davvero non posso chiamarla onorevole, ma cittadina? «Mi chiami Carla!» risponde la deputata Ruocco, grillina doc, classe 1973, napoletana

«GRILLO NON È STUFO. CASALEGGIO JR? INDISPENSABILE» [Intevista a Carla Ruocco] – Davvero non posso chiamarla onorevole, ma cittadina? «Mi chiami Carla!» risponde la deputata Ruocco, grillina doc, classe 1973, napoletana. Ha due figli. Tiene a dire che i pargoli «vanno alla scuola pubblica. Sono una mamma e so cosa sono i problemi reali dei cittadini». Lei è l’unica donna del direttorio del M5S. Come si descrive? «Uff non è semplice descrivere se stessi in due parole!». La aiuto. I biografi più benevoli dicono che è riservata, moderata ed esperta di temi finanziari. «Mi sono laureata in Economia e commercio a 22 anni, poi ho lavorato molto: commercialista, revisore contabile, otto anni in una multinazionale Usa, altrettanti all’Agenzia delle Entrate. Poi sono entrata in Parlamento. Sono in commissione Finanze». E lì ha chiesto a Visco: “Dove tenete l’oro della Banca d’Italia?” ed è stata criticata. «Chi ci attacca dovrebbe proporre tutte le domande che facciamo, anche quelle sulle operazioni di controllo delle banche e di vigilanza per tutelare i risparmi dei cittadini! Pensi che le operazioni speculative, come quella sui derivati, secondo l’Istat hanno creato perdite paragonabili a una Finanziaria! Mi hanno anche attribuito una frase in cui mettevo in relazione lo spread con la legge elettorale: mai detta!». Lei ha toni e modi cortesi, eppure ha già subìto parecchie espulsioni dall’Aula. Perché questa trasformazione? «Perché difendo con passione i diritti dei cittadini. Pensi, l’ultima volta che mi hanno espulsa mi stavo opponendo a una proposta che permetteva alle banche di diventare proprietarie degli immobili dei cittadini senza neanche passare dal giudice». È vero che Brunetta è il suo grande nemico? «Noo, macché nemico!». Non gli ha dato del “gran capo del malaffare”? «È una dichiarazione di anni fa, quando in Parlamento ci fu l’accordo tra Pd e Pdl, poi sfumato per la retromarcia del centrodestra. Parlai così perché volevo criticare quel patto, che peraltro esiste sempre e alle volte si palesa». E cosa pensa di Verdini? «Uh mamma mia! Ha detto bene Di Maio, Verdini può essere di per sé un aggettivo. “Sei un Verdini” o “sei verdinoso!”. Non dico altro, non voglio querele». È stato scritto che nel Movimento 5 Stelle c’è gelosia per l’esposizione mediatica di Di Maio e Di Battista. È vero? «No! Oltretutto, io sono pratica e mi interessa l’obiettivo finale. Di Battista e Di Maio riescono a esprimere chiaramente le nostre idee. Siamo un gruppo compattissimo». Di Maio è il volto moderato del M5S. In altre parole, un democristiano. «Macché democristiano! Luigi è di bell’aspetto ed è particolarmente moderato nei toni, ma pensare che quelli che non rilasciano dichiarazioni urlate siano per forza democristiani be’, è un retaggio da cui mi libererei... Posso dirle una cosa?». Prego. «Noto che molti, giornalisti e non, attaccano il Movimento 5 Stelle anche per vecchie dichiarazioni che spesso sono state travisate. Ma siamo una forza molto seria e con proposte concrete, basta pensare al piano energetico. Il resto sono fantasie». Nel direttorio c’è un romano, Di Battista, e quattro campani. Eppure a Napoli il M5S candida un certo Brambilla. Brianzolo doc. E addirittura tifoso della Juve. «L’importante sono i contenuti, la coerenza e l’onestà dei principii». Non state rivedendo i vostri principii, visto che a Livorno non avete ancora espulso l’assessore indagato? «No guardi, a Livorno c’è una municipalizzata indebitata per milioni di euro e per responsabilità delle giunte precedenti, che l’attuale amministrazione comunale ha stabilizzato salvando 33 precari. Siamo sicuri che i nostri colleghi abbiano agito con correttezza». Di Maio ha detto che vuole vedere le carte. «Ha ragione». Ma il vostro assessore è tecnicamente un indagato. Per voi non sarebbe candidabile. «Candidiamo incensurati». Il Pd dice che a Livorno siete diventati omertosi. «Uh, il Pd dice tante di quelle cavolate... Non ci crede più nessuno». Ma se ora aspettate di vedere le carte, non state applicando due pesi e due misure? «Assolutamente no. Abbiamo stabilizzato dei lavoratori in difficoltà, se ci sono stati degli errori saremo inflessibili. Nel M5S, chi sbaglia paga». Scusi l’insistenza: prendete tempo per decidere se cacciare il vostro assessore, ma se fosse un aspirante candidato non lo mettereste in lista. Sbagliamo? «Sì, sbagliate. Utilizziamo lo stesso metro di valutazione». Non è che, da quando siete diventati anche forza di governo locale, avete cambiato idea su certe cose, a partire dalla magistratura? «No, la magistratura prende atto di irregolarità penali e noi valutiamo eventuali responsabilità politiche». Anche lei ha incontrato Davide Casaleggio, figlio di Gianroberto? «Sì, l’ho incontrato al funerale e il giorno prima. In più, ci sentiamo al telefono». Cosa cambia nel M5S senza Gianroberto Casaleggio? «Niente. Con il suo comportamento e modo di fare ci ha trasmesso valori importanti e ha dato la direzione al Movimento. Ha permesso ai cittadini di far sentire la propria voce attraverso la Rete, creando un progetto politico». Casaleggio, però, non è la dimostrazione che il vostro motto “uno vale uno” è un’utopia? «No, ognuno ha il suo ruolo e fa quello per cui si sente portato. Certo: Casaleggio era un genio ed è stato insostituibile, ma ha messo a disposizione la sua genialità per tutti noi, per il bene comune». Quando ha sentito Grillo l’ultima volta? «Recentemente, a Roma». È stufo di fare politica? «Ma lui non ha mai fatto politica, definirlo politico è un ossimoro! Lui è il nostro garante e da lui non si può prescindere». Però ha fatto una specie di passo indietro. Infatti ci siete voi del direttorio. «Ci ha dato più fiducia, il Movimento è come una creatura che sta crescendo e che conquista la sua indipendenza. Ma, ripeto, abbiamo sempre bisogno del garante». Eppure anche la presenza del direttorio non dimostra che “l’uno vale uno” è un’utopia? «No, facilitiamo la procedura per le comunicazioni, facciamo da raccordo, da portavoce. E sentiamo Grillo e Casaleggio». Ora c’è Casaleggio jr, Davide. Vi accusano già di successione dinastica e nepotismo. «Macché, Davide sta facendo, faceva e farà lo stesso lavoro di sempre. È indispensabile e ci dà un supporto anche per la gestione della Rete». È vero che molti dei suoi colleghi non rinunciano più a parte dello stipendio? «Non mi risulta. Anzi, proprio rinunciando allo stipendio abbiamo finanziato il libero credito. Attraverso le banche, ora è possibile accedere al microcredito in condizioni di assoluta chiarezza». Molti hanno lasciato il M5S per andare con Renzi. «Alcuni l’hanno fatto per non restituire lo stipendio. Spiace ma hanno tradito la fiducia dei cittadini. Non li apprezzo». Prima cosa votava? «Non ho mai votato il Pd! Ho sempre percepito ipocrisia...». Non ci dica che votava per il centrodestra! «No, ho sempre avuto posizioni ambientaliste ma senza ideologia. Non ho mai subìto il fascino di qualche leader di partito». Poi è arrivato Grillo. «Chi lo conosce non può non innamorarsi di questa rivoluzione della democrazia! Dà l’opportunità ai cittadini di riscattarsi!». Un’alleanza con Salvini è fantapolitica? «Con Salvini??? Faceva i cori contro i napoletani! Poi la Lega è stata coinvolta in indagini pesanti sui fondi pubblici, accetta i rimborsi elettorali, pure in Lombardia hanno arrestato il braccio destro di Maroni. E poi ha anche finanziato i campi rom, altro che volerli sgomberare. La Lega è incoerente». È d’accordo con la senatrice Taverna, quando dice che a Roma complottano per farvi vincere? «La frase è stata travisata, l’ha spiegato più volte. La verità è che Roma è stata devastata dai partiti e ha debiti miliardari. Sarà un fardello pesantissimo per chi vincerà, cioè Virginia Raggi. Soprattutto perché, con un sindaco del M5S, faranno di tutto per metterci i bastoni tra le ruote. Per esempio diminuendo i finanziamenti alla città». La Raggi è stata accusata di prendere ordini da Casaleggio jr. «Macché, ha fatto bene a incontrarlo a Milano. C’è dialogo e confronto». Cosa pensa di Berlusconi? «I suoi governi hanno devastato l’Italia». E Renzi? «Sono due facce della stessa realtà. È inaffidabile, promette ma non mantiene. Garantisce un sistema devastante». Addirittura! «Le faccio un esempio: in campagna elettorale il Pd non ha detto di voler puntare sui combustibili fossili (che noi vogliamo eliminare!), ma poi al governo sta con i petrolieri. Difende gli interessi delle lobby. E non si dimentichi cosa combina con le banche». Quando si voterà? «Spero il più presto possibile!». Davvero esclude qualsiasi alleanza? Così rischiate di perdere. «Dobbiamo avere le mani libere per cambiare le cose, si vince con la coerenza e non con le alleanze». Quindi vedremo Di Maio candidato premier e lei aspirante ministro dell’Economia? «Di Maio mi piace molto, presenteremo una squadra di governo prima delle elezioni».