Notizie tratte da: Tito Fortuni, Alberto Burri. L’amicizia, commentato da Guelfo Guelfi, Maschietto editore, pagine 224, euro 16, 25 aprile 2016
LIBRO IN GOCCE NUMERO 102 (L’amicizia) Vedi Biblioteca in scheda: manca Vedi Database libro in scheda: manca UN’AMICIZIA TRA FREDDURE, RIGORI E CORNICI – Pneumologo
LIBRO IN GOCCE NUMERO 102 (L’amicizia) Vedi Biblioteca in scheda: manca Vedi Database libro in scheda: manca UN’AMICIZIA TRA FREDDURE, RIGORI E CORNICI – Pneumologo. Tito Fortuni, medico pneumologo. Amico fin dall’infanzia di Alberto Burri, che curò poi fino alla fine. Salute altalenante. Perugia. Il grande Burri, tifoso del Perugia. Attore. «Alberto mi chiama da Beverly Hills per farmi gli auguri di Natale e mi dice che Michelangelo Antonioni gli ha offerto una parte nel film che girerà in California, Zabriskie Point. Ne ride a crepapelle. “Mi ci vedi a fare l’attore di cinema?”». Maria. «Ha conosciuto una signora a Venezia, credo al ristorante Cipriani, perché impiegata lì, si chiama Maria. Se ho capito bene, le ha fatto dono di qualche sua opera. Conoscendolo, vuol dire che è molto interessato alla persona». Auto. «Mi fa l’elenco di alcune auto che ha avuto: oltre alla Giulietta spider azzurra, una Citroën 2CV Sahara con due motori, uno anteriore e uno posteriore, una Mighty-Mighty (piccolissimo fuoristrada militare americano che durante i conflitti veniva lanciato dagli aerei con il paracadute sugli scenari di guerra), una Jeep Commander bicolore, crema e giallo limone, una Fiat 500 bianca, una Mercedes-Benz G 240 color nocciola, una Cadillac dello stesso colore». Consigli. «A sessant’anni Alberto si è rimesso a fumare e a mangiare troppo e per questo sta male. Dargli consigli e prescrizioni mediche non serve a niente perché tanto poi fa come gli pare». Governo ladro. Per aiutare la moglie Minsa, ballerina, che vuole creare un teatro a Los Angeles, deve vendere qualche quadro. Difficoltà per i trasferimenti di denaro tra Italia e Stati Uniti. «I quadri sono i miei, sono stati fatti e lasciati in California proprio per questo. Perciò me la vedrò con gli Stati Uniti. Non intendo dare alcun contributo ai ladri che governano l’Italia». Ammazzacaffè. Gli piace l’ammazzacaffè, vale a dire il caffè corretto con il Mistrà Varnelli. Cornici. «È orripilato quando vede qualche suo quadro incorniciato dal proprietario, a volte anche con cornici d’epoca, e peggio ancora se dorate, o con il vetro che annulla tutto l’effetto materico». Sacchi. «Mi racconta che l’idea dei Sacchi gli venne al rientro dalla prigionia in Texas, vedendo i sacchi di juta con cui venivano imballate le merci nei porti di imbarco e sbarco del suo battaglione in Italia, in Africa e negli Stati Uniti». Scintilla. «Jack Scintilla, al secolo Giacomo Di Sabatino, un suo collaboratore romano che gli fa da factotum. L’ha soprannominato così perché una volta è riuscito a far accendere una lampadina che teneva in mano per il bulbo, mentre con l’altra toccava i fili elettrici». Freddure. «Guardiamo insieme una partita della Juventus in televisione e beve le sue quattro dita di whisky. Quando parte, è bello rosso e mi racconta una freddura. “Dottore, dottore, ho i denti gialli! Che cosa ci posso mettere? E il dottore: la gravatta marone!”». Rockefeller. A New York fu invitato a cena da Rockefeller. C’erano una sessantina di persone, molti direttori di musei e solo cinque pittori. Lui, unico europeo. Tutti in smoking. «Lui per l’occasione acquistò da un suo amico, per 10 dollari, una giacca usata di velluto nero, che indossò con una cravatta a righe rosse». Rigore. A Pescara per seguire la partita del Perugia, sul rigore ha reagito e siccome era attorniato dai tifosi avversari che lo guardavano male ha subito detto: «Guardate che io per il calcio non faccio a cazzotti e non mi frega niente, ma io vojo fischià e applaudì quanto me pare». Giorgio Dell’Arti, Il Sole 24 Ore 25/4/2016