Ettore Boffano, il venerdì 22/4/2016, 22 aprile 2016
CHIRURGHI ALTICCI, MA A NORMA DI LEGGE
Proteggere chi lavora, anche da se stesso. Dovrebbe essere uno dei principi di una moderna disciplina delle attività lavorative in una democrazia altrettanto moderna. Rischia di non essere più così in Italia dove, in breve tempo, potrebbero entrare in vigore le disposizioni predisposte dal ministero della Salute in materia degli «indirizzi per la prevenzione di infortuni gravi e mortali correlati all’assunzione di alcolici».
Secondo tali nuovi parametri, infatti, potranno essere sospesi dal lavoro solo coloro che avranno superato la soglia dello 0,3 g/l di alcol nel sangue.
Una contraddizione palese con le norme in materia di guida di autovetture, secondo cui a tale soglia (0,3 g/l) corrispondono già – tra l’altro – «sensazioni di ebbrezza», «riduzioni del controllo di rischio», «riduzioni delle capacità di vigilanza, dell’attenzione, del controllo motorio e della vista laterale». Che cosa dovremo pensare dunque (e subire soprattutto) quando, in base a queste nuove disposizioni, chi si trova in tali condizioni potrà continuare, per esempio, a fare il chirurgo (con in mano un bisturi), la guardia giurata (armata di pistola) o l’operaio in lavorazioni pericolose (dove si gestiscono sostanze tossiche o addirittura esplosive)?