Carola Uber, Chi 20/4/2016, 20 aprile 2016
HO SCRITTO UN LIBRO PER AMORE
[Gabriella Labate]
Non era mai successo, in vent’anni di matrimonio (più 8 di fidanzamento), che il cantautore Raffaele Riefoli, in arte Raf, posasse con la moglie Gabriella Labate, “la più bella del mondo”, per citare la sua canzone. Ma l’occasione è speciale e non riguarda (solo) le loro nozze di cristallo (che festeggeranno con una vacanza alle Maldive), ma il fatto che lei, ex primadonna del Bagaglino, showgirl, ballerina e attrice, da anni lontana dal mondo dello spettacolo per occuparsi dei figli Bianca e Samuele (oggi 19 e 16 anni), ha appena pubblicato il suo primo libro. Un intenso, delicato e coinvolgente romanzo intitolato La gonna bruciata in cui racconta la storia di Sara, tra un’infanzia segnata dall’abuso, un’esistenza sofferta e un amore unico quanto drammatico. «Sono una persona allegra e positiva, ma mi piacciono i libri pregni di angosce», scherza Gabriella, sfoderando un sorriso dolcissimo.
Com’è che si è scoperta scrittrice?
«Ho sempre scritto tanto, ma solo per mio piacere. Otto anni fa, quando persi prematuramente mio fratello, iniziai a lasciare in giro per casa dei biglietti con pensieri in cui cercavo di dare un senso a quel dolore. Raffaele li fece diventare una canzone, Metamorfosi, e poi collaborai ad altri brani. A questo racconto, però, giravo intorno da due anni. Solo quando Pier Francesco Pingitore l’ha letto e mi ha detto di andare avanti mi sono convinta a finirlo. E l’ho fatto a Miami, dove viviamo lunghi periodi dell’anno, durante la convalescenza per un brutto incidente».
La storia di Sara è un diario. È inevitabile pensare che ci sia qualcosa di autobiografico.
«Mi farebbe comodo, ma direi una bugia enorme. Ci sono cose che ho letto o sentito, emozioni che ho vissuto leggendo fatti di cronaca, ma non c’è nulla di vissuto. E per il personaggio di Sara mi sono ispirata a un dipinto di mia figlia Bianca (la copertina del libro) e a una ragazza che Garcia Márquez descrive in Dell’amore e di altri demoni».
Sara vive inseguendo il suo ideale di amore. Anche lei?
«Sì, ma grazie a Dio, io sono sempre stata molto più fortunata, è un sentimento che non mi è mai mancato, sia in famiglia sia da parte di mio marito, una persona davvero speciale a cui ho voluto fare la sorpresa di firmarmi con il doppio cognome».
Che cosa rappresenta “la gonna bruciata” del titolo?
«È il dolore che non metti in conto, quello che ti trova impreparato e che tutti nella vita incontriamo. Ma che può trasformarsi in qualcosa di positivo».
Suo marito l’ha letto?
«Sì, si è commosso e mi ha detto: “Ti prende, scrivi benissimo!”. Ma non penso che il suo sia un giudizio oggettivo, un po’ come quando ha scritto per me Sei la più bella del mondo...».
Ora scriverà il secondo?
«Sì, lo sto già facendo, ma sempre per gioco, senza pensare a pubblicarlo. È il racconto di cinque donne e un uomo che si ritrovano dopo tanti anni e che fanno un viaggio insieme. Questo, però, fa ridere, giuro!».