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 2016  aprile 20 Mercoledì calendario

MERDA «Ho dato tanto confidenza a Ferrero, non è stata contraccambiata. Sono molto deluso, mi ha trattato come una merda» (Fabrice Olinga, calciatore camerunense ora in forza al Mouscron Peruwelz)

MERDA «Ho dato tanto confidenza a Ferrero, non è stata contraccambiata. Sono molto deluso, mi ha trattato come una merda» (Fabrice Olinga, calciatore camerunense ora in forza al Mouscron Peruwelz). MORTO «Io come George Best? Lui è morto. Io non sono come lui, non voglio arrendermi» (Paul Gascoigne, ex calciatore della Lazio, alcolista in fase di recupero). DOPING «Ho scritto un libro sul doping per i ciclisti, per raccontare la loro vita assurda. Quando macini 15mila chilometri per prepararti non ha paura neanche della morte. Il doping non dà dipendenza, me è uno strumento di potere: chi vince porta i soldi. E io negli ultimi anni avevo perso il gusto. Correvo solo per soldi» (Danilo De Luca, vincitore del Giro 2007, primo italiano radiato per l’Epo). FUGA «Ma oggi è un ciclismo strano, non mi fa impazzire. Oggi pronti-via e vanno in fuga i gregari. Ma come si fa?» (Roger De Valeminck). GUERRIERA «Tutti dicono che sono una campionessa. Io dico che tutto quello che sono, e che ho, comincia e finisce con me. Perciò nessuno potrà mai togliermelo. Io sono una guerriera» (Irma Testa, la prima donna pugile italiana a conquistare le Olimpiadi). AMICI «Io, Cristian e Gattuso abbiamo chiesto la 42, la camera a tre quando tutti avevano la classica camera a due: un gesto di amicizia. Era la camera di riferimento, venivano tutti per parlare. Anche di notte, a tutte le ore. Io e Cristian siamo diventati amici da ragazzi e mi è sembrato simpatico da subito. L’amicizia continua. Ora mi fa strano avere un amico come allenatore» (Christian Abbiati, portiere del Milan). PARENTI «Quando faccio la formazione non ho né padre, né madre, né figli, né parenti. Ho un solo obiettivo: la vittoria della Roma» (Luciano Spalletti, allenatore della Roma). RAGIONI «Lorenzo aveva almeno tre buone ragioni per lasciare la Yamaha. Innanzi tutto la moto: la Ducati è valida. E poi c’è il valore del contratto: è vero che di milioni ne prendeva già molti, ma qualcuno in più non fa male. E, terzo motivo, gli pesava senz’altro la convivenza con Rossi. Vedere che anche quando vinci c’è più gente che acclama Vale non dev’esser facile» (Giacomo Agostini). MURI «In effetti non è che nel 1973 in MV con Phil Read ci fosse grande armonia. Ma non ci facevo caso. Non avevamo muri nel box, lo ignoravo e basta» (Giacomo Agostini, ex pilota motociclistico, 15 volte campione del mondo).