varie, 19 aprile 2016
APPUNTI STAGIONE FIORENTINA
GIOVANNI SARDELLI, LA GAZZETTA DELLO SPORT 19/4 – La tredicesima meraviglia batte le altre in bellezza e se la gioca con tutte per importanza. Perché la volée piazzata con l’amato piede mancino domenica scorsa, un minuto dopo il pareggio del Sassuolo, ha squassato il muro di negatività che circondava una Fiorentina fino ad allora incapace di vincere per quasi due mesi. Se Firenze è tornata sorridere buona parte del merito spetta a Josip Ilicic. Ex oggetto misterioso e ora assolutamente ben identificato. Oltre che capocannoniere di una Viola tornata a correre appena prima di accartocciarsi definitivamente.
CIFRE DA CAPOGIRO Con il gol al Sassuolo, Ilicic ha fatto 13 in campionato. Il record personale in Serie A era già stato superato da un po’, ora non resta che aggiornarlo a ogni squillo ulteriore. Infallibile dal dischetto (7 centri su 7), pericoloso su punizione. Letale quando può prendere la mira con il sinistro. Le ventisei partite disputate in questo campionato rendono facile il calcolo della media. Un gol ogni due gare, roba da bomber vero. Merito suo e di chi ha creduto in lui. Sommando i due centri segnati in Europa, entrambi a Poznan, si arriva a 15 reti stagionali. Numero, il 15, non casuale, perché pari alla valutazione attuale del suo cartellino.
RINNOVO Prima di parlare del futuro, merita capire cosa sta accadendo nel presente. Partendo dal passato. Ovvero dalla scorsa estate. Quando, sotto forte impulso di Paulo Sousa e con l’avallo della società, si decise di respingere le sirene che si udivano da Inghilterra e Germania. Cinque mesi di stagione scintillanti, un paio (febbraio-marzo) di stallo, ora un nuovo sprint. Parallelamente entourage e dirigenti viola continuano a parlare di un prossimo prolungamento (dal 2018 al 2020) con sostanziale ritocco dell’ingaggio (spingendo la parte fissa a due milioni) e clausola rescissoria di poco superiore ai 20 milioni. Le parti negoziano, i rapporti sono buoni, e la trattativa è seguita da vicino dalla proprietà viola. Non resta che attendere l’eventuale fumata bianca.
FUTURO Se già negli ultimi mesi della gestione Montella Ilicic era tornato a farsi amare dal popolo gigliato (7 gol nelle ultime 7 partite dello scorso campionato), Paulo Sousa ha saputo trovare la miglior collocazione allo sloveno. A tratti trequartista, a momenti seconda punta. Mai troppo defilato però, perché centralmente fa più male. Provando la conclusione o il passaggio in verticale per Kalinic, con il quale l’intesa è nata da subito . Anche domenica scorsa Ilicic ha messo il croato davanti al portiere, battendo velocemente una punizione e mandandolo in porta. L’assist era prelibato ma non vincente, perché il centravanti si è fatto respingere il tiro da Consigli, proseguendo il proprio periodo no. A stagione finita, su Ilicic verranno fatte delle valutazioni profonde. Molte squadre, compreso il Leicester e il Borussia Dortmund, continuano a seguirne i progressi e sembrano pronte a offrire quei 15 milioni che farebbero vacillare la Fiorentina. La quale, consapevole del rischio, si guarda intorno per non farsi trovare impreparata. In questa ottica si inserisce la corte che i viola stanno facendo da quasi un anno a Dennis Praet (Anderlecht), nome tornato di moda negli ultimi giorni. Tutto, per ora, è prematuro. Mentre vale decisamente la pena godersi il miglior Ilicic di sempre.
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LUCA CALAMAI, LA GAZZETTA DELLO SPORT 19/4 –
Dopo quasi due mesi di digiuno la Fiorentina torna alla vittoria. Un risultato che tiene vivo almeno l’obiettivo quarto posto. La scossa data nei giorni scorsi da Andrea Della Valle ha dato i risultati sperati. Ieri il patron ha lasciato lo stadio Franchi prima della fine della partita e ha ribadito ai suoi collaboratori che Paulo Sousa è l’uomo giusto per aprire un nuovo ciclo importante. La proprietà ha espresso in maniera pubblica il suo pensiero e ora aspetta una risposta altrettanto precisa dal suo allenatore. E l’aspetta entro la fine del campionato. Nessun ultimatum ma un invito al portoghese a fare chiarezza sulle sue intenzioni. Senza tanti giri di parole. I Della Valle (alla 300a vittoria con la Viola) sono decisi a costruire una squadra ancora più forte.
MEGLIO E PEGGIO Dal futuro, al presente. La Fiorentina batte per 3 a 1 un Sassuolo in versione quasi vacanziera. In copertina due gol: la girata al volo di Ilicic e la clamorosa autorete di Consigli. Una magia e una papera che avrebbe fatto la gioia della Gialappa’s. Lo sloveno, capocannoniere della squadra viola con tredici centri, è l’uomo-partita mentre il portiere dell’Atalanta (responsabile anche della rete iniziale di Gonzalo Rodriguez) si becca il voto peggiore. Le due facce di una gara che è stata più equilibrata di quanto non dica il risultato finale. La differenza l’ha fatta la voglia di vincere della Fiorentina che ora si porta a due punti dall’Inter. E che ha molto da rimproverarsi guardando quello che ha sprecato nell’ultimo mese: quattro pareggi e due sconfitte. Sarebbe bastato poco per essere ancora in lotta per un posto in Champions.
SCELTE Sousa parte con un inedito 4-4-1-1 ma durante la gara utilizza altri due moduli, il 3-4-2-1 e il 3-4-3. Una Fiorentina camaleonte nel tentativo di non dare riferimenti precisi agli avversari. Al 10’ la squadra viola passa in vantaggio con un colpo di testa di Gonzalo Rodriguez su assist di Badelj. Con quattro centri l’argentino è il difensore-bomber del campionato. Ma, come sempre accade nell’ultimo periodo, dopo l’avvio sprint Borja Valero e compagni perdono brillantezza. Il Sassuolo mette il capo fuori al 29’ con Defrel che solo davanti a Tatarusanu sbaglia una comoda occasione da gol. Il centravanti si ricatta all’11’ del secondo tempo servendo a Berardi l’assist del momentaneo 1 a 1. Il tocco vincente del talento del Sassuolo conferma che il giovanotto ha classe in dosi industriali. Berardi è pronto a sfide di livello superiore. Non resta che aspettare il prossimo calcio mercato.
ACCELERATA Il pareggio dura una manciata di secondi. Sul capovolgimento di fronte Alonso pennella per Ilicic: lo sloveno si coordina e al volo inventa un sinistro imparabile. Una vera «perla rosa». È il gol che chiude la sfida anche se Alonso centra un palo su punizione (l’arbitro annulla per fuorigioco la ribattuta in rete di un Bernardeschi appena entrato in campo) e Consigli rovina ancora di più la sua domenica già negativa appoggiando incredibilmente nella sua rete un tocco facile di Adjapong. Il Sassuolo per la prima volta in questo campionato perde due gare di fila ma si consola con Di Francesco che annuncia: «Qua sto bene, la società è seria e magari tra poco ufficializzerò il rinnovo. In settimana mi vedrò con la società e vediamo». La Fiorentina, invece, riparte e ora aspetta con curiosità i prossimi due impegni contro Udinese e Juve. Sette giorni per ridare colore al campionato. Un altro quarto posto (sarebbe il quarto consecutivo) regalerebbe a tutto il pianeta viola un buon voto in pagella.
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GIOVANNI SARDELLI, LA GAZZETTA DELLO SPORT 18/4 – Ci voleva. «Cercavamo la vittoria da tante partite – dice Paulo Sousa -, siamo stati convinti e determinati: giusto così». Fondamentale il 2-1 segnato un minuto dopo il pari del Sassuolo. «Vero, è stato importante tornare subito avanti. Dobbiamo avere coraggio ed ambizione, chiedo sempre ai miei giocatori di allontanare le paure. Il calcio è come la vita, comandano le emozioni. Spero che la vittoria sia il passo giusto per arrivare fino alla fine facendo bene come contro il Sassuolo». La chiave di lettura del tecnico portoghese sul periodo no è sempre la stessa. Un calo di intensità mentale dovuto alle pressioni causate dalle aspettative. Innalzatesi con le super prestazioni della prima metà di stagione.
Da ieri, spera il tecnico, la squadra si è scrollata di dosso ansie e paure. La sfida di Udine darà ulteriori risposte.
Nessun dramma in casa Sassuolo. «La Fiorentina ha dominato i primi 20’, poi siamo venuti fuori noi – spiega Di Francesco-. Peccato, quando abbiamo pareggiato pensavo avessimo qualcosa più dei viola. Ma sul gol di Ilicic abbiamo sbagliato, i centrocampisti si sono abbassati troppo. Però lotteremo ancora per l’Europa».
Giovanni Sardelli
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GIOVANNI SARDELLI, LA GAZZETTA DELLO SPORT 17/4 – La Fiorentina scoppia di salute. E’ la mente a essersi appannata. Dietro all’incredibile filotto negativo (sei partite di campionato senza vittoria) c’è la difficoltà nel fare il pieno di intensità a livello di testa. Ne è talmente convinto Paulo Sousa da mostrare alcuni dati, finora gelosamente custoditi, ai giornalisti. Stando a numeri e grafici, dura non dargli ragione. «Rispetto al girone d’andata corriamo di più collettivamente e individualmente. Abbiamo aumentato scatti brevi e accelerazioni lunghe e prolungate. Generalmente in questo periodo della stagione cresce la massa grassa e diminuisce quella magra. I nostri calciatori invece hanno tutti valori opposti e positivi, con l’aumento della muscolatura. Il grafico, lo vedete, è contrario». Fisicamente, insomma, un trionfo. E allora cosa non va? «L’intensità mentale. Oltre al fatto che gli avversari adesso ci conoscono. Serve indovinare una chiave che ancora, evidentemente, non ho trovato».
CONTA IL CAMPO Il momento è cruciale. Giovedì scorso il patron viola Andrea Della Valle è piombato a Firenze, il giorno dopo è arrivato anche il presidente Cognigni. «E’ stata una settimana diversa dalle altre, con tante persone intorno. Questo è positivo», dice il tecnico. Giorni di colloqui e ulteriori chiarimenti. I dubbi sono diminuiti, anche se non certo spariti. Non è arrivata a microfoni aperti la frase «Resto al 100%», attesa da molti e che avrebbe chiuso il discorso futuro: però sono piovute dichiarazioni d’affetto per il mondo viola. «Do tutto me stesso per la Fiorentina e sono totalmente concentrato sulla mia squadra e su come migliorare i calciatori». Il bello, però viene dopo. Quando a conferenza finita Sousa si è soffermato con i rappresentanti del prossimo ritiro viola di Moena (dal 9 al 24 luglio se non ci saranno preliminari di Europa League). Parlando con loro di strutture, programmi, e di come vorrebbe fissare le future amichevoli in Val di Fassa nei fine settimana: per avere più tifosi presenti da Firenze. In mancanza di chiarezze ufficiali, contano anche i retroscena. Ora però, testa solo alla partita, al campo, ai risultati. Del domani se ne riparlerà, semmai, dopo la sfida alla Juventus.
SASSUOLO TABU’ Se il capitolo futuro resta parzialmente aperto, è il presente che deve svoltare. Sei partite senza vittoria in campionato sono un macigno sopra il fragile morale viola. Guai ad arrivare alla settima. Out Astori, squalificato, recupera Mati Fernandez. Destinato però alla panchina. L’ultimo successo della Fiorentina al Franchi è datato 14 febbraio (con l’Inter) e la Fiorentina non ha mai battuto in casa il Sassuolo in A. Le vittorie gigliate sono arrivate solo in trasferta. Tutti numeri da ribaltare. Magari ritrovando i gol di Kalinic, fermo a un gol segnato nel 2016, e una fluidità di gioco vista solo a tratti. Troppo importante entrare in Europa dalla porta principale, senza passare dai preliminari. Scenario, quello dell’avvio di stagione anticipato, che a Firenze non vogliono ipotizzare.
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LUCA CALAMAI, LA GAZZETTA DELLO SPORT 15/4 –
Serviva la voce del padrone. È arrivata. Andrea Della Valle ieri mattina si è confrontato con tutte le componenti del pianeta viola. Cinque ore di full immersion dentro i problemi della Fiorentina. Alla fine è ripartito in elicottero per Casette d’Ete visibilmente soddisfatto. Lasciando in dote questo messaggio a dirigenti, tecnico e squadra: «Il quarto posto è un obiettivo importante». Come dire, nessuno deve staccare la spina.
IL CICLO SOUSA Il patron ha avuto un breve ma intenso colloquio con il tecnico portoghese. Della Valle ha ribadito a Sousa quello che aveva detto nel Salone dei Cinquecento davanti ai presidenti dei vari club del centro coordinamento. La Fiorentina vuole aprire un altro ciclo importante con lui in panchina. Un’ulteriore apertura di credito (che viene dopo altri passi falsi in campionato) che ha fatto molto piacere al portoghese. Della Valle e Sousa si rivedranno dopo la gara interna contro la Juve per entrare nei dettagli delle problematiche emerse negli ultimi tempi. Alla società non sono piaciute alcune esternazioni del tecnico (in particolare quelle violentissime dopo il mercato invernale). Paulo vorrebbe incidere di più nelle scelte di mercato e anche in altri aspetti del club (programma delle amichevoli, rapporti col settore giovanile e con i vari dirigenti). Argomenti affrontati anche mercoledì sera con il presidente operativo Cognigni che aveva aperto la strada al blitz di Della Valle. Non dovrebbe essere difficile trovare un punto d’incontro. Tra l’altro il tecnico ha appena rinnovato per un anno il contratto d’affitto per la sua abitazione alla periferia di Firenze. A meno di clamorosi colpi di scena si va verso un Sousa bis.
L’ULTIMATUM Della Valle ha voluto parlare anche ai giocatori. Questo finale di campionato incolore ha profondamente irritato la proprietà. «Il quarto posto è un obiettivo importante», ha ribadito il patron davanti a un gruppo che sembra aver perso motivazioni dopo la sconfitta contro la Roma. Tra l’altro il quinto posto potrebbe costringere la Fiorentina, in caso di vittoria del Milan nella finale di Coppa Italia con la Juve, a disputare i preliminari di Europa League e quindi a iniziare l’attività già il 29 giugno. Un finale sbiadito di campionato rovinerebbe 6 mesi splendidi. E questo Della Valle non lo accetta e lo ha detto chiaro e tondo alla squadra.
AVANTI CON IL MERCATO Il d.g. Rogg sta portando avanti il duello a carte bollate con il Leicester per Benalouane. La Fiorentina considera nullo il trasferimento del difensore alle prese con gravi problemi alla schiena. Non a caso non si è mai allenato in gruppo. Della Valle ha parlato a lungo di strategie di mercato con Pradè, che sembra molto più saldo rispetto a un mese fa. L’idea è puntare su giovani talenti e la Fiorentina sta monitorando con attenzione l’argentino Mammana e il fenomeno brasiliano Gabigol, graditi anche a Sousa. Certo, almeno un gioiello viola dovrà partire. Molto dipenderà dalle offerte che arriveranno per Ilicic, Kalinic, Alonso, Vecino e Bernardeschi. L’intervento ha rimesso in moto La Fiorentina. E questa è già una vittoria. Il patron tornerà in città per il Sassuolo. E verificherà se il messaggio è stato raccolto.
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DUCCIO ZOCCOLINI, LA GAZZETTA DELLO SPORT 14/4 –
È possibile passare in pochi mesi dal «Salutate la capolista!» al più classico «Tirate fuori le ….»? Sì, è possibile. Basta, in quei pochi mesi, rovinare quanto di buono fatto. Salutando l’utopia dello scudetto prima e il treno Champions League poi. E mettendo a rischio anche la qualificazione diretta ai gironi di Europa League. Per questo i pochi tifosi presenti ieri pomeriggio al Franchi di Firenze hanno espresso più rabbia che entusiasmo, insoddisfatti dopo le ultime prestazioni della Fiorentina. E ieri, all’inizio dell’allenamento a porte aperte, gli stessi tifosi hanno voluto esprimere questo sentimento alla squadra, alla quale è stato chiesto di cambiare marcia (tre pareggi e una sconfitta nelle ultime 4 gare) da qui a fine campionato.
«Meritiamo rispetto per la nostra maglia» e «Onorate la maglia» le frasi che più volte i viola hanno sentito quando sono andati a salutare i tifosi all’inizio della seduta, oltre all’invito di mettere in campo più personalità. Urla chiare e non equivocabili, visto che nel settore Maratona c’erano solo 200 tifosi. Numeri che certificano la distanza che si è creata nell’ultimo periodo e che se messi a confronto con i precedenti stagionali fotografano al meglio la crisi viola. Non solo in campo. Colpa anche dell’incertezza legata al futuro di Sousa e alla possibile rivoluzione tra i dirigenti. Troppi dubbi, troppe incognite e soprattutto troppe occasioni sprecate. Dopo un inizio, appunto, che aveva lasciato spazio a sogni completamente diversi. Merito della squadra, ovviamente, e di Sousa stesso. Che ieri, dopo la cena misteriosa con i dirigenti russi e la presenza ad Empoli del d.s. dello Zenit, è stato invece trattato quasi con indifferenza dalla tifoseria. Perché adesso non è lui la priorità. Serve una vittoria che manca ormai da quasi due mesi. Per riavvicinare i tifosi alla Fiorentina. E allontanare il Sassuolo in classifica. All’allenatore ci penserà invece Andrea Della Valle, incontrandolo tra oggi e domani.
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GIUSEPPE CALABRESE, LA REPUBBLICA 19/4 –
Solo un’illusione, o una possibilità? Forse tutte e due le cose. La Champions è un tormento che torna nella testa della gente. È bastata una partita e tutto si è azzerato. Anche se per rimettersi davvero in corsa la Fiorentina ha bisogno di dare continuità al successo con il Sassuolo. E davanti ha due partite non proprio facili. Domani la trasferta a Udine, domenica sera la Juventus al Franchi e possibile festa scudetto bianconera. Un bel problema.
Ma se la squadra di Sousa ritrova il gioco e la concretezza di inizio stagione, tutto è possibile. Anche rimettersi in corsa per il terzo posto, sebbene sei punti di distacco dalla Roma siano un’enormità. Tra i dati positivi c’è poi il ritorno al gol di Ilicic, capocannoniere viola, mentre continua ad avere problemi la difesa e Kalinic è ancora in piena crisi. Sousa ci sta lavorando. A proposito, questa potrebbe essere anche la settimana del faccia a faccia con Della Valle e Cognigni, a meno che il doppio impegno non lo faccia slittare di qualche giorno.
Vedremo. In ogni caso da ora si inizia a programmare il futuro, e bisogna avere le idee chiare per non fare errori. L’esperienza di quest’anno deve servire per crescere. Una cosa che vale per tutti, squadra, allenatore e società.
1. La Champions è ancora possibile?
La vittoria con il Sassuolo ha riacceso un po’ di entusiasmo intorno alla Fiorentina. E c’è anche chi è tornato a parlare di zona Champions. Lo ha fatto Pradè, dicendo che la squadra ha il dovere di provarci, e lo ha fatto anche qualche giocatore. Diciamo che dal punto di vista dei numeri i sei punti di distacco dalla Roma si possono anche recuperare.
Ma tra la squadra viola e la Champions c’è anche l’Inter e in una corsa a tre diventa francamente difficile immaginare la Fiorentina davanti a tutti. Però - e qui ha ragione Pradè - la squadra ha il dovere di provarci. Come abbiamo vbisto fare valutazioni sul calendario non ha senso, si rischia di fare brutta figura, ma la Fiorentina che ha battuto il Sassuolo ha fatto vedere di nuovo gioco e idee. Se la squadra viola riuscirà a ritrovare un po’ di continuità, allora può darsi che nelle ultime cinque partite ci divertiremo, altrimenti sarà tutto inutile. Resta il fatto, comunque, che anche arrivare quarti non sarebbe male. Per il valore della squadra e per quello che ha fatto.
2. Quanti acquisti per migliorare questa rosa?
È solo una questione di obiettivi. E di disponibilità economica. Quindi, di programmazione. Certo è che l’esperienza di quest’anno ha confermato che per avere un po’ di ambizioni bisogna avere una rosa competitiva. Anche nei numeri. I problemi sono noti da tempo. C’è da rinforzare la difesa, quello è il reparto più in sofferenza sia per la qualità dei giocatori che per i ricambi. A centrocampo la Fiorentina va bene così. Magari uno al posto di Tino Costa che sia meglio di Tino Costa. Non dovrebbe essere difficile. Per il resto, se rimangono tutti c’è solo da fare piccole operazioni. In attacco bisogna capire bene che fare di Babacar e cosa può dare Kalinic. Diciamo che se la Fiorentina manda in prestito Babacar ha bisogno di un attaccante che dia garanzie in zona gol. Kalinic non è bomber da 15-20 gol. Sempre che non ci sia qualche cessione eccellente per fare cassa. Poi ci sono i riscatti da valutare. Soprattutto quello di Tello. Costa otto milioni, è una spesa necessaria? La risposta deve darla Sousa.
3. Kalinic e Zarate in difficoltà Che fine hanno fatto i gol?
Babacar è fermo, Kalinic non segna più e Zarate, quando entra, non è mai a suo agio. Risultato: gli attaccanti della Fiorentina non segnano più. Sousa ha detto che ci sta lavorando, soprattutto su Kalinic, e che quanto prima si vedranno i risultati. Speriamo. Nel frattempo i gol li fanno gli altri. Ilicic, soprattutto. Sia chiaro, niente di male, va bene anche così, ma fa uno strano effetto vedere Kalinic vagare per l’attacco e aver segnato un solo gol nel 2016 e 10 nei primi quattro mesi di campionato. Dunque una piccola crisi c’è e va risolta.
Non va meglio con Zarate. È vero che gioca poco, però potrebbe essere più incisivo. Sbaglia tanto, ed è troppo egoista. Anche su questo dovrà lavorare Sousa per provare a riprendere almeno in quarto posto. Non si può far sempre affidamento sui gol degli altri.
4. Troppe attese e la testa è andata in tilt?
Appena è tornata in circolazione la parola Champions, Paulo Sousa ha immediatamente cercato di abbassare la pressione. Anche perché, come ha detto lo stesso tecnico, quando la Fiorentina (e tutto quello che la circonda) ha alzato le aspettative sono iniziate le difficoltà. Evidentemente la squadra non era pronta. Una questione di testa, ovvio. Giocatori poco abituati a vincere, e di conseguenza anche poco abituati a confrontarsi con attese sempre maggiori. In questa logica anche un pareggio può diventare un problema, figuriamoci una sconfitta. Sousa in questi giorni ha parlato molto con i suoi giocatori, proprio per cercare di allentare lo stress e ritrovare la giusta dimensione. E la spensieratezza che a inizio stagione ha fatto volare la Fiorentina. Alzare di nuovo l’asticella, quindi tornare a parlare di Champions, rischia di far saltare il precario equilibrio emotivo della squadra. Invece senza obiettivi la squadra può dare il meglio di se. È ovvio che quando verrà pianificato il prossimo mercato si dovrà tener presente anche questo aspetto.
5. Arriva il summit tra Della Valle e Paulo Sousa?
Potrebbe essere la settimana del faccia faccia chiarificatore, quella dell’incontro tra Andrea Della Valle e Paulo Sousa. Il tecnico vuole mettere a sedere intorno a quel tavolo anche Mario Cognigni, in modo da fare chiarezza con tutti e una volta per tutte. Solo le necessità della squadra potrebbero rinviare l’incontro a dopo la partita con la Juventus. Questione di poco, insomma, e poi sarà tutto più chiaro. Le intenzioni della società sono di andare avanti con Sousa, e il tecnico finora non ha mai detto di volersene andare, anche se ha chiaramente manifestato un po’ di insoddisfazione. Parlare servirà a smussare gli angoli e a trovare un punto d’incontro. Solo se il divario tra Andrea Della Valle e Sousa dovesse essere incolmabile, il tecnico cercherà un’altra destinazione. Ma una soluzione si può trovare. Il tecnico chiede una sua maggiore partecipazione alle scelte di mercato, chiarezza sugli obiettivi e una migliore organizzazione societaria. Punti su cui non dovrebbe essere difficile trovare un accordo.
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BENEDETTO FERRARA, LA REPUBBLICA 19/4 –
E meno male che un anno fa disse no al Torino. La Fiorentina lo aveva ceduto in prestito a Cairo, liberarsi del suo ingaggio era l’obiettivo e nessuno sarebbe sceso in piazza per manifestare. Anzi, forse in pochi ci avrebbero fatto caso. Josip era in caduta libera: vagava per il campo, cincischiava col pallone tra i piedi e viaggiava alla velocità di un bradipo in un giorno di sciopero. Josip piaceva a pochi. Non era neanche bello. Che non c’entra niente, ma a volte fa la sua differenza. Una differenza senza senso, ma l’estetica nel pallone ha i suoi vantaggi. C’era una volta un meraviglioso ragazzo che giocava guardando le stelle. Ecco, appunto. Josip si guarda le scarpe, con quella corsa un po’ ingobbita non degna di un fantasista. Sarà che è alto. Forse troppo per il suo ruolo, almeno secondo la concenzione più diffusa. Sarà quel che sarà però intanto Josip Ilicic è il capocannoniere della Fiorentina. Più gol di tutti (13): più di Kalinic, partito a razzo e fermo al capolinea da un bel pezzo. E non è nemmeno un centravanti, lo sloveno di Sousa. Anzi, neanche una punta. Mezza, semmai. Perfetto per un 3-4-2-1, o 4-3-2-1, fate voi.
Lui sta dietro al centravanti e quando può spara la palla in porta. Il suo sinistro è una vera bomba. Altro che Tino Costa, detto il cannone (inceppato, probabilmente). Josip ha forza e precisione. Le sue punizioni sono oro, i suoi rigori (7) una certezza. Poi quella rete al volo che rimette in corsa la Fiorentina dopo il pareggio di Berardi. Sembrava una storia scritta: Fiorentina avanti di prepotenza, poi un calo, un gol subito per il classico sbandamento difensivo e uno ripensa al Verona e alla Samp e a chi più ne ha più ne metta. Invece c’è Josip, poi anche Consigli, ma quella è un altra storia, più che altro una gag. Ma il fatto è che lo sloveno esce tra gli applausi: una bella rinvincita per uno che doveva essere prestato al Torino e aveva detto: no, grazie. Josip Ilicic non è costante, però intanto è quello più in palla ora che è un dovere non mollare. Sousa si fida di lui, più di quanto al momento si fidi di Bernardeschi, che forse sta pagando il prezzo di un salto dalla gioventù alle sfide che contano, nazionale compresa. Josip invece ha 28 anni.
E i suoi dirigenti gongolano pensando alla sua rinascita, quella che vuol dire tanto per la classifica e tantissimo per le casse della società, visto che il ragazzo pagato nove milioni sembrava destinato a valere una mazzata sui conti e invece adesso potrebbe rappresentare una bella plusvalenza di quelle che c’è già chi è pronto a sfilare in corteo. Eh sì, il Borussia Dortmund non scherza: 15 milioni per lo spilungone sloveno col sinistro da paura. Ancora niente è deciso, ma Josip ha ventotto anni e se vuoi fare l’affare o lo vendi ora o non lo vendi più, anche perché l’alternativa è offrirgli due milioni all’anno per il rinnovo. Ma la Fiorentina da qualche parte dovrà ricominciare. E un paio di pezzi andranno ceduti: Vecino ha mercato, ma è giovane. Bernardeschi almeno un altro anno va confermato. Ilicic potrebbe partire insieme a Babacar, che in Inghilterra ha i suoi fans, per niente intimoriti da una stagione non certo esaltante. Per il senegalese il Crystal Palace mette sul piatto 10 milioni. Altra plusvalenza e altro corteo. Poi però bisognerà iniziare a spendere.
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BENEDETTO FERRARA, LA REPUBBLICA 18/4 –
La Fiorentina torna a vincere al Franchi dopo due mesi. Era il 14 febbraio quando la squadra di Sousa mise sotto l’Inter. Da allora una maledizione casalinga deprimente: per il cuore dei tifosi e per la classifica. Con questa vittoria sul Sassuolo la Fiorentina resta a due punti dall’Inter. La sfida per il quarto posto è ancora viva, insomma. Ora Udine e poi Juventus al Campo di Marte. E la voglia di tornare a buttare dentro un po’ di orgoglio, quello svanito per un pezzo e ritrovato in questa partita segnata da due prodezze: quella di Ilicic (gol strepitoso al volo), e quella di Consigli, che spinge la palla nella propria porta nel tentativo di passare un pallone a un compagno. Roba da ridere che vale il terzo gol e una storia chiusa, perchè a quel punto il Sassuolo si è arreso a una Fiorentina in ripresa.
PRIMA di un autogol che vale un video virale sul web, la partita era comunque aperta. Ilicic aveva rimesso in moto la Fiorentina subito dopo il pareggio di Berardi, aiutando i suoi compagni a non perdere la strada come stava accadendo da quando la primavera aveva iniziato a scalfire certezze e consumare energie. Molti errori di qua e di là, ma se non altro i giocatori di Sousa, pur non brillando in assoluto, stavolta hanno dato tutto quello che avevano, da Borja Valero a un Alonso ritrovato, passando per un Ilicic capocannoniere della Fiorentina, tra rigori, punizioni e gol d’autore come quello segnato ieri. E mentre uno sloveno brilla, un croato non riesce a uscire dal vuoto pneumatico in cui si è infilato. Il buon Kalinic, lottatore senza se e senza ma, è travolto da un destino da cui scappare non sembra affatto facile. Solo un gol nel 2016, dopo un avvio di stagione da sballo. È vero, le sue statistiche in effetti lo tengono spesso intorno alla cifra di 10/12 reti stagionali. Ma questa sembrava essere proprio una stagione diversa, e le occasioni anche lui le ha avute. È il senso pratico ciò che ha smarrito e chissà perchè. Ma al di là di questi problemi che comunque questa volta vengono nascosti da una vittoria e da una Fiorentina mentalmente ritrovata (a parte le distrazioni surreali di Roncaglia che valgono sempre un bonus per gli avversari), in questi giorni e per un bel pezzo si continua e si continuerà a parlare del futuro di Sousa, intorno al quale è nata una sceneggiata, surreale più o meno come i movimenti di Roncaglia, appunto. C’è Adv che continua ad annunciare un ciclo e Paulino che evita prese di posizioni nette, sfuggendo come fa lui: dicendo molto senza dire quasi nulla. Sembra una commedia, anzi lo è. Siccome Sousa è un buon allenatore, ripartire da lui è sicuramente importante. Ma ancora più importante è essere tutti compatti intorno a un’idea di mercato e di calcio, senza battutine, litigi e fraintendimenti. Diciamo che tutto questo avrebbe anche stancato. Chiarezza, entusiasmo, lavoro e idee intelligenti. I cicli partono così. E di questo sarebbe bene parlare, alla fine dei giochi.
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Chiarezza, entusiasmo, lavoro, compattezza e idee intelligenti: nel calcio i nuovi cicli vincenti partono così
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GIUSEPPE CALABRESE, LA REPUBBLICA 17/4 –
È quasi una ripartenza. Sembra strano dirlo a sei partite dalla fine del campionato, ma per la Fiorentina è così. Nelle ultime sei gare ha messo insieme quattro pareggi e due sconfitte, e se il quarto posto è ancora un obiettivo oggi contro il Sassuolo servono tre punti. E una partita convincente sotto il profilo del gioco e della personalità. Insomma, in un colpo solo la Fiorentina deve ritrovare se stessa e le sue certezze, quelle smarrite dopo la brutta sconfitta contro la Roma. Lì la squadra ha cambiato direzione. Un’involuzione che ha bruciato punti in classifica e qualche opportunità. «Il calo mentale è stato il problema principale - dice Sousa -. Nella seconda parte di stagione abbiamo corso di più, abbiamo fatto più scatti, accelerazioni e decellerazioni. Non andate sulla strada del calo fisico, perché non è vera. Oltre al calo mentale, c’è qualcosa di tattico».
Resta il fatto che la partita di oggi contro il Sassuolo è come una ripartenza. Da qui la Fiorentina deve riprendere la sua corsa. Andrea Della Valle è stato chiaro, voglio il quarto posto ha detto a Sousa e alla squadra. Il tono non era da ultimatum, però la voce era ferma. E decisa. Come decisa dovrà essere la Fiorentina. «Io sono sempre stato chiaro anche se non si può sempre dire tutto - ha spiegato il tecnico a proposito del suo futuro -. Io lavoro sempre per dare il massimo ». Sousa vuole delle garanzie da Della Vallle. Sul mercato e sull’organizzazione della società. Senza queste garanzie è impossibile andare avanti. Di questo comunque parleranno nei prossimi giorni. Ora c’è una partita da giocare.
Certo la sfida con il Sassuolo non è l’occasione migliore per ricominciare a macinare punti. La squadra di Di Francesco ha qualità e non ha del tutto perso le speranze di entrare in Europa League. Il sesto posto non è così lontano. Se poi la Juve vince la coppa Italia il gioco è fatto. È l’Europa la chiave di tutto. Anche per la Fiorentina. Basta poco per riprendere a correre e rimettere a posto le cose. Zarate può essere un’idea: «Mauro è un giocatore che rompe gli equilibri. È un ragazzo che si è integrato a livello mentale ed è sempre pronto, sia dall’inizio che a gara in corso».
Sousa oggi dovrà fare a meno di Astori, quindi dovrà un po’ rimettere le mani in difesa. Il resto è tutto sotto controllo, il tecnico può scegliere con calma. C’è da risolvere la crisi del gol, e c’è da ritrovare una certa armonia. E anche un po’ di empatia con la città. Prevendita fiacca, la gente si è un po’ disamorata. Anche per la Juve sembra che sia così. «I tifosi sono sempre stati presenti, pur con spirito critico. Capisco che questo momento possa non piacere, ma la storia dice che il tifoso fiorentino nei momenti difficili c’è sempre ».
Del resto la classifica è quella che è, servirebbe una svolta pe riavvicinare la gente. Quella che cerca anche Sousa. In settimana il tecnico ha parlato molto con i suoi giocatori, e ha provato a resettare la testa. Il problema è anche lì. Testa e gambe, se il collegamento non funziona è difficile fare gol. E vincere. Chissà se Sousa ha trovato l’interruttore per riaccendere la sua squadra. Lo vedremo oggi, in questi novanta minuti complicati. Un’altra partita che balla sull’orgoglio e su mille difficoltà. Una sfida da vincere. A tutti i costi. «Il Sassuolo è una squadra che sta facendo molto bene, ha cambiato poco ed è molto aggressiva con e senza palla. Vive d’intensità, è una squadra difficile da affrontare. Porta tanta gente in pressing alto, dobbiamo essere veramente intensi nel prendere decisioni. Dobbiamo creare superiorità numerica e crederci. Dobbiamo tornare a vincere». Solo i tre punti, dunque. Solo così la Fiorentina può ritrovare se stessa e dare un senso a questo finale di stagione.
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GIUSEPPE CALABRESE, LA REPUBBLICA 16/4 –
Mauro Zarate è l’ultima risorsa di Paulo Sousa. Soprattutto se decide di giocare con gli altri e non da solo. Il piccolo genio, ribelle e imprevedibile, che può far svoltare la Fiorentina. Sa fare gol, e in questo momento serve quello. Contro l’Empoli ha avuto almeno tre occasioni, e il fatto che le abbia sbagliate tutte è solo un dettaglio. L’importante è esserci. E Zarate c’è. Ha voglia di giocare e chiede spazio. Più di quello che ha avuto finora. E chissà che Sousa non trovi il modo per accontentarlo. Con Babacar fuori uso (è infortunato), Ilicic in calo, Bernardeschi e Tello un po’ appannati, ecco che Zarate può diventare quel qualcosa in più che serve alla Fiorentina. Mancano sei partite e il quarto posto è ancora possibile. Basta crederci e ritrovare un po’ di senso pratico. Anche per questo Sousa sta pensando a Zarate. Che sia dall’inizio o durante la partita, i colpi dell’argentino possono dare una mano alla squadra a tirarsi fuori dai guai. Anche domani. Il tecnico portoghese non ha ancora deciso, ma quella di Zarate resta un’opzione. Vedremo quando. E come. Se subito, insieme a Kalinic nel tridente, oppure durante la partita per provare a far saltare le logiche difensive del Sassuolo. Un dettaglio che non cambia la sostanza dlele cose, perché in fondo Maurito è una delle poche cose buone fatte al mercato di gennaio. Niente di fenomenale, sia chiaro, ma per due milioni va bene così. Il gol con il Carpi è stato risolutivo, magari lo sarà anche nelle prossime sei partite.
Le qualità non gli mancano. È rapido, taglia il campo, non dà punti di riferimento, vede la porta. Peccato che un po’ troppo spesso il pallone gli rimanga attaccato ai piedi (i compagni più volte si sono arrabbiati con lui), e il suo egoismo vanifichi tutto il resto. Però è uno che può fare la differenza. Se ha la giornata giusta è incontenibile. Quasi impossibile da marcare. È bravo a fare il vuoto intorno a se, a infilarsi anche negli spazi stretti e puntare la porta. Tira sempre, ma finora ha fatto solo due gol. Ma ha giocato poso, appena 320 minuti, meno di quattro partite anche se le presenze sono state nove. In pratica è stato in campo in media mezz’ora a partita. Così fare la differenza non è facile. Certo, a volte basta un guizzo, però non si può essere sempre fortunati. Anche per questo Maurito chiede più spazio.
Sousa è combattuto. Sa che Zarate ha i colpi per risolvere da solo le partite, ma sa pure che il suo calcio anarchico altera gli equilibri della squadra. Anzi, a volte li fa saltare del tutto. Quindi è molto probabile che da qui alla fine l’attaccante argentino venga utilizzato solo quando ci sono le condizioni per farlo. Dipende dalla partita. E dal tipo di gioco che Sousa vuole fare. Zarate comunque fa parte del club degli utilizzabili, un cerchio ristretto di giocatori su cui il tecnico ha deciso di fare affidamento per provare a raggiungere il quarto posto. Quindi avrà il suo spazio. Dal Sassuolo alla Lazio la Fiorentina dovrà correre a tutta velocità, e le vie del gol passano anche dai piedi di Zarate.
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ERNESTO POESIO, CORRIERE FIORENTINO 19/4 –
Ancora lì. Ancora a braccetto con due soli punti a dividerle, per una sfida che durerà fino al termine del campionato. Fiorentina e Inter, la storia si ripete, anzi continua. Perché sono i nerazzurri i grandi rivali di questa stagione e non sono bastati 8 mesi per decretare al momento il vincitore.
Vantaggi e svantaggi
Partiamo dal campo. Di solito il giudice più attendibile. E il risultato, almeno in questa stagione, parla chiarissimo: 2-0 per i viola, inteso come le vittorie in altrettanti scontri diretti. Quattro a uno all’andata, due a uno nel ritorno del Franchi, il totale fa 6-2, praticamente come un set tennistico ampiamente dominato che consentirebbe in caso di arrivo a pari punti a fine stagione di avere la meglio in classifica. Ma, ironia della sorte, proprio la vittoria contro i nerazzurri nel turno di San Valentino era stata anche l’ultima dei viola al Franchi prima del Sassuolo.
A lungo appaiati
Già, perché se c’è una cosa che accomuna in modo quasi sorprendente il cammino di Paulo Sousa e di Mancini è proprio l’andamento da montagne russe che Fiorentina e Inter hanno tenuto in questa stagione e, altro punto di contatto, con le stesse tempistiche. E così quando la Fiorentina nei primi tre mesi di campionato volava verso sogni che si sono rivelati forse troppo pesanti da sopportare, anche l’Inter sembrava avviata verso un campionato da vertice.
Anche il periodo di crisi dell’una però è coinciso con quello dell’altra, polemiche e nervosismi (dei due allenatori) compresi. In totale dalla prima giornata a oggi Fiorentina e Inter si sono trovate appaiate in classifica per la bellezza di 9 giornate delle 33 fino a qui disputate, cioé il 27% del domeniche. Non solo. Il massimo distacco tra le due è stato di 5 punti. È accaduto a favore dei viola al termine dell’ottava giornata di ritorno, quella del pareggio contro il Napoli, ma da allora il passo nerazzurro è stato a velocità doppia con i nerazzurri in grado di conquistare 13 punti in 6 partite contro i 6 della Fiorentina ribaltando così la situazione fino alle attuali 2 lunghezze di vantaggio. Un recupero subito dai viola, dopo quello invece effettuato a fine girone d’andata con la Fiorentina capace di annullare un vantaggio di 4 punti in sole 5 giornate (dalla XVII alla XXI). Paulo Sousa e Mancini, insomma, sembrano aver giocato ad aspettarsi, o se preferite al gatto col topo, anche se inconsapevolmente visto che nel frattempo Juventus, Roma e Napoli hanno messo la freccia. La continuità perduta dunque, Fiorentina e Inter dovranno ripartire proprio da qui.
Rivali fuori dal campo
Se è vero che in classifica la distanza resta minima, molto diverso se si mettono a paragone i due salvadanai, con l’Inter che nonostante tra sponsor e diritti televisivi incassi circa un terzo in più della Fiorentina ha i conti pesantemente in rosso, avendo operato in estate una costosissima rivoluzione, mentre la Fiorentina è uscita dalla doppia sessione di trattative con i conti decisamente più in ordine. I nerazzurri, tra l’altro, sono già stati sanzionati dalla Uefa con 6 milioni di multa più 14 di condizionale (e un parziale blocco del mercato), che scatteranno se non ci sarà un’inversione di tendenza. Al momento i nerazzurri devono trovare 15 milioni entro giugno, e per questo la caccia alla qualificazione Champions (ora in mano alla Roma) diventerà prioritaria in questo finale di campionato.
Molto diversa la situazione dei viola che dopo il ripianamento da parte dei Della Valle (circa 20 milioni) adesso navigano in acque più tranquille in relazione al fair play finanziario. Anche per questo fin dalla scorsa stagione non sono mancate battute (ricordate le frecciate di Montella a Mancini sulle spese nerazzurre?) e occhiate di traverso fra due società distanti anche nel proprio Dna: da una parte le banche e il proprietario straniero, dall’altra la gestione più familiare e tutta italiana dei viola. Anche per questo arrivare davanti a fine stagione avrebbe un sapore ancora più dolce. Una sfida nella sfida destinata a decidersi all’ultimo sprint.
Ernesto Poesio