varie, 19 aprile 2016
DELITTI USCITI SUL FOGLIO DEI FOGLI DEL 18 APRILE 2016
Liliana Bartolini, 51 anni. Originaria di Cervia (Ravenna), di mestiere colf, viveva in una bella villetta nelle campagne del Bolognese col marito Andrea Balboni, 52 anni, tassista, e il loro unico figlio di 14 anni, in questi giorni in gita con la scuola. La donna, avendo scoperto che il marito la cornificava, l’altra notte aspettò che tornasse dal lavoro e prese a insultarlo e a picchiarlo. I due azzuffandosi finirono avvinghiati sul pavimento, lui a un certo punto con un cazzotto le spaccò i denti e poi, afferrato un coltellino, glielo conficcò dritto nella gola. Più tardi chiamò i carabinieri dicendo che rientrando dal lavoro era stato aggredito da qualcuno, era svenuto e, al risveglio, aveva trovato la moglie cadavere in una pozza di sangue.
Notte di martedì 12 aprile in una casa a Miravalle di Molinella, nel Bolognese.
Moira Giacomelli, 43 anni. Fino allo scorso dicembre, col marito Simone e i loro due bambini, aveva vissuto a Villa di Tirano (Sondrio) in una casa divisa con i suoceri. Poi Simone era morto d’infarto e Moira s’era trasferita dalla madre a Sondrio, venticinque chilometri di strada. Una decisione che aveva mandato su tutte le furie i suoceri Enrico Ferrari, 70 anni, ex operaio, e Bruna Pedrotti, 67 anni, casalinga, che non accettavano di vedere di meno i nipotini. Venerdì sera la donna tornò nella villetta a Tirano, un passaggio rapido a prendere dei vestiti per il cambio di stagione. In cucina incontrò il Ferrari che stava mangiando un pezzo di formaggio e le chiese: «Come stanno i bambini? Dove sono?». Lei gli rispose «non sono affari tuoi, non li vedrai più» e allora lui le infilò il coltello con cui stava tagliando il formaggio più volte nella pancia. Quindi, gli abiti zuppi di sangue, camminò a piedi nel buio per una cinquantina di minuti finché non arrivò dai carabinieri: «Ho ucciso mia nuora».
Intorno alle venti e trenta di venerdì 8 aprile in una villetta a Villa di Tirano, tremila abitanti tra le montagne del nord della Lombardia, verso la Svizzera.
Liliana Mimou, 27 anni. Parrucchiera, origini magrebine, residente a Limbiate (provincia di Monza e Brianza), precedenti per ricettazione e rapina che risalgono al 2004, quando era ancora minorenne, qualche mese fa aveva rotto col fidanzato Davide Perseo, 25 anni, pregiudicato, perché non ne poteva più della sua violenza. Sabato sera andò a una festa di compleanno, poi l’ex la cercò «per parlare», i due si incontrarono nella Renault Modus nera di lei, parcheggiarono vicino al cimitero di Cusano Milanino, ben presto nacque una lite e a un certo punto lui le strinse un elastico portapacchi al collo finché non smise di respirare. Subito dopo tornò a casa, mandò giù un mix di farmaci, si segò le vene dei polsi, ma non riuscì a morire perché arrivarono i carabinieri.
Dopo le 4 di sabato 9 aprile accanto al cimitero di Cusano Milanino.
Fiorella Radaelli, 66 anni. Casalinga, viveva a Barlassina, provincia di Monza e Brianza, col marito Giuseppe Gallina, 70 anni, bancario in pensione, «pacifico, riservato», solito andare in giro in bicicletta, un figlio da un precedente matrimonio. I due litigavano di continuo perché lei da anni aveva il vizio delle slotmachine: ci buttava fino a duecento euro al giorno e s’era indebitata fino al collo. Più volte il Gallina era andato a prenderla di forza alla sala giochi del paese. Domenica scorsa durante l’ennesima discussione lui prese un coltellaccio da cucina e con quello la sgozzò. Poi legò una corda al balcone, l’altro capo se lo girò attorno al collo, e si buttò giù. Il legaccio si spezzò e l’uomo s’andò a schiantare sull’asfalto.
All’ora di pranzo di domenica 10 aprile in via Paganini a Barlassina, provincia di Monza e Brianza.
Ugo Tani, 56 anni. Originario della provincia di Ferrara, una passione per i cavalli, cuoco all’hotel Odeon di Cervia, «amabile, benvoluto da tutti, mite, sempre sorridente», viveva in una casa in affitto sul lungomare di Pinarella di Cervia con l’amante Antonio Colopi, 26 anni. Costui sabato notte uscì con gli amici e rincasò solo la mattina dopo verso le nove. Il Tani gli fece una scenata e allora lui, afferrata una mannaia, con quella gli segò la gola. Quindi scappò con la macchina del morto ma dopo sei ore s’andò a costituire dai carabinieri.
Mattina di domenica 10 aprile in un appartamento in via Puglie 6 a Pinarella di Cervia, nel Ravennate.
Valentina Tarallo, 29 anni. Originaria di La Loggia, nel Torinese, ricercatrice, dopo la laurea si era trasferita a Ginevra per frequentare un dottorato in microbiologia molecolare. «Brillante, dolce ma determinata», amava i viaggi e la danza. L’altra sera, dopo la palestra, camminava verso casa quando uno che l’aspettava, alto, grosso, scuro di pelle, le spaccò il cranio con un piede di porco. La polizia svizzera cerca Djiby Ba, 36 anni, senegalese, denunciato per maltrattamenti, nel 2014, dall’ex moglie. Valentina aveva avuto una relazione con lui ma poi, spaventata dalla sua possessività e dalla sua violenza, l’aveva lasciato.
Verso le 23.30 di lunedì 11 aprile in avenue de la Croisette a Ginevra.