Notizie tratte da: Gianni Bisiach, I Kennedy. La dinastia che ha segnato un secolo, Newton Compton, Roma, pagg. 392, € 6,90, 18 aprile 2016
LIBRO IN GOCCE NUMERO 86 (I
Kennedy. La dinastia che ha segnato un secolo)
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JOE, JACK E GLI ALTRI –
Politica. «In politica, come in guerra, per vincere occorrono tre cose: danaro, danaro e ancora danaro» (Joseph Patrick Kennedy).
PJ. Patrick Kennedy, nerboruto commerciante di whisky, figlio di un immigrato irlandese arrivato in America dopo la carestia di patate che nel 1848 affamava l’Irlanda. Possiede un piccolo bar a Haymarket Square, East Boston, il quartiere dei poveri. Ha il senso degli affari, inizia con pochi risparmi e riesce a espandere il suo piccolo impero entrando in comproprietà con altri bar o saloon. Si mette anche a commerciare carbone, si dedica alla vendita all’ingrosso di liquori e, alla fine, diventa banchiere. Eletto deputato a 28 anni, senatore a 32, sposa una Mary Hickey, benestante, ma decide di ritirarsi dalla politica diretta per diventare «grande elettore» del partito.
Fbi. Secondo una scheda dell’Fbi Patrick Kennedy era «il boss del partito democratico per tutto lo Stato del Massachusetts».
Joe. Quattro figli, tra cui Joseph Patrick Kennedy, detto Joe, che si laurea ad Harvard, a 25 anni diventa il più giovane presidente di banca a Boston, e a 26 sposa Rose Fitzgerald, figlia del sindaco, destinata secondo il padre all’erede del tè Lipton.
Figli. Joe Kennedy il giorno del matrimonio promette alla futura moglie Rose di guadagnare un milione di dollari per ogni figlio. Rose ne partorirà nove. Joe ne guadagnerà molti di più, 250.
Scout. «Una richiesta di aumento di Jack Kennedy. Dedicato al mio Signor Padre. Capitolo I. La mia paga attuale è di 40 centesimi, che ho sempre usato per comprare aeroplanini e altri giocattoli, ma ora sono uno scout e ho messo da parte queste cose da bambini. Prima avrei speso 20 centesimi della mia paga e nel giro di cinque minuti mi sarei trovato con le tasche vuote, niente da guadagnare 20 centesimi da perdere. Adesso che sono uno scout dovrò comprare borracce, sacche, coperte, torce, mantelli, cose, queste, che dureranno per anni e che potrò usare sempre, mentre invece non posso usare un dolce al cioccolato o un gelato di vaniglia, e così chiedo un aumento di 30 centesimi per acquistare la mia attrezzatura da boy scout e riuscire a bastare a me stesso. Fine – John Fitzgerald Francis Kennedy).
Maschi. Joe Kennedy stanziò un grosso premio in denaro per ogni figlio maschio che avesse raggiunto la maggiore età senza aver bevuto né fumato.
Piano Kennedy. Il piano Kennedy, ideato da Joe mentre era ambasciatore a Londra (1938-40), prevedeva di salvare i 600mila ebrei residenti in Germania trasferendoli nelle colonie britanniche e in altre zone del mondo scarsamente popolate.
Nazismo. Joe, fermamente convinto fosse possibile convivere con il nazismo.
Joe. Joseph Patrick Kennedy Junior, primogenito di Joe e fratello maggiore di Jack, morto durante un’azione di guerra sulla Germania, nel 1944, disintegrato assieme al suo aereo da bombardamento.
Fisico. Jack Kennedy a 36 anni pesava 75 chili ed era alto un metro e ottanta.
Famiglia. «È una tragica famiglia: Joseph Kennedy ha avuto nove tra figli e figlie. Il primo Joseph Junior detto Joe, il secondo, John detto Jack, e il terzo maschio Robert, detto Bobby (più spesso che Bob), sono morti uccisi; Rosemary, la prima delle figlie, nata dopo John, è ritardata mentale e ha ispirato la madre Rose a dedicarsi all’opera di assistenza ai malati come lei; Kathleen, rimasta vedova e fortemente addolorata per la perdita di Billy Hartington, perirà in un incidente aereo nel 1948» (Ruggero Orlando).
Regole. David Hacket, amico d’infanzia dei Kennedy, scrisse e pubblicò le Regole per fare visita ai Kennedy: «Ricordati che ogni Kennedy chiederà il tuo parere: a. sull’abito, b. sulla pettinatura, c. sul rovescio a tennis, d. sull’ultimo successo in pubblico di ogni altro Kennedy. Dovrai rispondere sempre: “Stupendo!”».
Tragedie. «La sola ragione per cui siamo sopravvissuti a tante tragedie è che siamo tanti: i guai non finiscono mai, i Kennedy nemmeno!» (Robert Kennedy).
Giorni. La presidenza di John Fitzgerald Kennedy durò in tutto 1.035 giorni.
Giorgio Dell’Arti, Domenicale – Il Sole 24 Ore 17/4/2016