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 2016  aprile 15 Venerdì calendario

L’ONDA LUNGA DELL’UOMO FORTE

Non è solo che il risveglio da un’illusione ci racconta spesso che siamo naïf di fronte ai fatti del mondo. È che spesso lascia anche confusi. Prendiamo per esempio l’emergere di leader autoritari sulla scena internazionale. In Cina lo si sapeva da tempo ma si ipotizzava che prima o poi la presa sul potere del partito comunista si sarebbe allentata: con Xi Jinping sta succedendo l’opposto. In Russia, la speranza di una transizione verso un sistema aperto è stata azzerata da Vladimir Putin. Nella democratica India, Narendra Modi dà segni nazionalistico-autoritari. In Egitto, Abd al-Fattah al-Sisi governa con il pugno di ferro, dopo la primavera araba. In Turchia, Recep Tayyip Erdogan sta imponendo repressione e limitazione delle libertà. In molti Paesi europei, leader a basso contenuto democratico raccolgono consensi crescenti. Persino negli Stati Uniti, Donald Trump è il segno che una parte dell’opinione pubblica è attratta da figure autoritarie.
Siamo in un momento favorevole all’uomo forte. Per chi si aspettava che nel confronto tra la vecchia superpotenza americana e la superpotenza emergente cinese non ci fosse gara almeno sul modello di governo e di cultura politica, cioè per chi pensava che la democrazia e i valori liberali non avrebbero potuto che affermarsi, il risveglio è deludente. Ok, eravamo naïf. Ma la cosa interessante sta nel capire cosa succede, perché va forte il pugno duro. Si può pensare che sia un fenomeno transitorio. Ma va capito.

stile femminile perdente. Una discussione aperta dal Berggruen Institute ha avanzato alcune ipotesi. Le paure diffuse minacciano i principi democratici e spingono verso soluzioni autoritarie fondate su promesse false ma di facile presa. A essere messi in discussione, più che la democrazia sono i principi liberali che la dovrebbero sostenere, dalla libertà di espressione ai diritti di proprietà. La globalizzazione ha fatto vacillare il vecchio ordine e le democrazie non hanno ancora saputo trovare risposte da dare a chi ne è colpito. Sempre nel dibattito del Berggruen, lo storico Niall Ferguson ha sostenuto che l’emergere della “politica dell’uomo della caverna” (caveman politics), crassa e aggressiva, è in parte una reazione allo stile femminile che alcune leader, Angela Merkel in testa, hanno introdotto nella politica.
Nessuno fa paragoni con Hitler, Stalin, Mao Zedong. Una cosa però è chiara: per quanto possa avere radici esili, l’onda dell’uomo forte è uno dei problemi seri del momento. Che confonde.