Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  aprile 13 Mercoledì calendario

IO MI BATTO PER NAPOLI


[Gianni Lettieri]

A 16 anni ho conosciuto Maria, che ne aveva 17 ed era molto bella. Ho subito pensato: “Questa la voglio, anzi, me la sposo....”. E così è stato. Quando mi metto in testa una cosa, la faccio... Così è per Napoli. Sono nato qui. Nel quartiere popolare di Duchesca. Vorrei che questa città fosse bella e vivibile tutta, fin dalle periferie... non solo per un paio di chilometri, davanti al mare! Da sindaco, non avrò pace finché non darò una casa a tutte le famiglie napoletane». Gianni Lettieri è una forza della natura, ma con il look del napoletano elegante: cravatta di Marinella e giacca azzurra sportiva della sartoria Sabino di Napoli. Pranziamo al ristorante Zi Teresa a Castel Dell’Ovo, tra San Ferdinando e Chiaia. Una cosa veloce però, perché cominciamo a scattare le foto al candidato sindaco civico appoggiato dal Centrodestra in piedi su un gozzo con il golfo di Napoli sullo sfondo. Cinquantanove anni, sposato da 39 con Maria, da cui ha avuto Annalaura, Giuseppe (detto Geppi, a tavola con noi) e Federica, nella sua autobiografia si definisce “un imprenditore scugnizzo” (da qui anche il titolo del libro). Già imprenditore tessile specializzato in denim (i suoi tessuti erano richiestissimi), ha poi rilevato Atitech salvando 700 posti di lavoro ed è stato presidente dell’Unione industriali di Napoli. Ora presiede Meridie investimenti, una società con sede a Napoli quotata in Borsa a Milano. Ha partecipato alla maratona di New York. Da anni lavora senza sosta per la città, come leader di vari movimenti civici. E sorride quando gli ricordo che qualcuno ha scritto che Berlusconi tempo fa gli aveva suggerito di tingersi le sopracciglia ingrigite...
Ha seguito poi il consiglio del presidente?
«No. Come può vedere».
De Magistris è un osso duro, ma se lei stavolta verrà eletto, che cosa farà come prima cosa?
«Verserò il mio stipendio interamente in un fondo per le famiglie bisognose. La mia prima delibera di giunta punterà al ripristino della legalità e della sicurezza. Formeremo un corpo speciale di polizia urbana, 300 uomini guidati da una persona esperta nella lotta alla criminalità. Abbiamo raccolto ai nostri gazebo, che sono stati presenti nei 30 quartieri di Napoli per un mese intero, le proposte e le priorità dei cittadini zona per zona. Uno sforzo di democrazia partecipativa dal basso senza precedenti. Stiamo costruendo un programma condiviso con i napoletani. Sono loro a indicarci le priorità su cui dobbiamo intervenire».
La sua è una visione diversa del Governo della città?
«Sì. A Napoli occorre ripartire da zero. In cinque anni le tasse sono aumentate al massimo e i servizi pubblici sono stati massacrati. Le periferie sono sempre più isolate e degradate. Intere zone della città sono nelle mani della criminalità e dei clandestini. In alcuni punti mancano i requisiti minimi di vivibilità. Il restyling del lungomare? Ha solo chiuso le strade al traffico. Non c’è nulla, nemmeno una panchina. E il Comune non ha i soldi per pagare il carburante dei pullman, quindi in certi quartieri non arrivano nemmeno i bus, che sono stati dimezzati rispetto a cinque anni fa: da 540 siamo passati a poco più di 200. C’è bisogno di inaugurare a Napoli una stagione del fare, del dialogo istituzionale. Ho già in mente un vero e proprio piano d’azione per fronteggiare, nei primi 100 giorni della mia amministrazione, le emergenze principali».
E i fondi della Comunità Europea?
«Dei 3 miliardi di euro della Comunità stanziati per Napoli, oltre 2 sono tornati indietro... Il centro storico, patrimonio dell’Unesco, resta in totale abbandono: lì sono stati persi 240 milioni di euro. Io invece li userò tutti. Per risanare le periferie, il porto e per Bagnoli. Così si creeranno nuovi posti di lavoro».
Matteo Renzi ha visitato la sua azienda ed è amico del governatore Pd Vincenzo De Luca; De Magistris, invece, ha fatto fuoco e fiamme su Bagnoli, dove ci sono stati disordini pesanti. Cosa ne pensa?
«C’era da fare una scelta: collaborare con chi cerca di portare sviluppo, occupazione e risolvere un problema ambientale o stare con chi fomenta odio e disordine. De Magistris ha scelto di stare con questi ultimi, mettendosi a fare il leader delle sinistre antagoniste... Avrei una domanda per lui: che fine hanno fatto i 48 milioni di euro ricevuti nel 2013 dal governo per la bonifica di Bagnoli? Ed è vergognoso che i suoi assessori sfilassero con i violenti».
Che cosa manca fondamentalmente a Napoli?
«La speranza. I napoletani sono stanchi di essere presi in giro da politicanti, chiacchieroni e populisti che hanno sempre promesso, ma non hanno mai mantenuto. Io non sono un politico, e non lo sarò mai. Per me non esistono soluzioni di destra o di sinistra, ma solo quelle buone per Napoli. Su tutto mi stanno a cuore i nostri bambini. Ho pensato a istituire un assessorato per “Bambini, scuola e famiglia”, in modo da educare le nuove generazioni. A Napoli servono iniezioni di cultura».
Lei ha già presentato le prime misure del suo programma.
«Sì, mentre altri perdono tempo in risse di partito, io vado avanti. La misura di cui vado più orgoglioso è il reddito di sostegno sociale. L’ho pensato per gli over 50, capifamiglia, che hanno perso il lavoro e finito l’eventuale periodo di mobilità. 600 euro al mese, per 18 mesi, rinnovabili per altri 18. In questo periodo staremo vicino a queste persone anche con la Banca per il microcredito, che creerò da sindaco, così da stimolarli a fare iniziative imprenditoriali autonome. La mia Napoli sarà una città che guarda al futuro e che tutela le fasce deboli. Con noi i servizi sociali saranno rimessi a posto».
La chiamano “capitano coraggioso”, coordina tutto tramite WhatsApp, risponde ai simpatizzanti su Facebook. Non si rilassa mai?
«Quando cucino la pasta con le seppioline o gioco a calcio con i miei due nipotini allora sì! Ho la mia famiglia accanto a sostenermi in questa avventura, anche la mia ultima nipotina, Clara, figlia di Geppi, nata due settimane fa, tifa per me».