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 2016  aprile 13 Mercoledì calendario

QUELLO SPORCO MARZIANO KENYOTA A WASHINGTON


Di teorie complottistiche negli Stati Uniti ce ne sono a migliaia. Le più creative, a mio parere, sono quelle che riguardano Barack Obama: c’è chi crede che abbia decorato lo studio ovale della Casa Bianca con uno stile mediorientale, chi è convinto che in passato fosse stato sposato con un uomo del Pakistan, o che sia il figlio di Malcolm X, o che abbia segretamente donato delle isole americane alla Russia. C’è chi crede che stia facendo di tutto per rubare agli americani tutto l’oro e le armi che posseggono, che sia gay, che sia l’anticristo, che sia un rettile umanoide, che sia stato teletrasportato su Marte quando era adolescente. Giuro che non me le invento: liste del genere si trovano in molte riviste progressiste americane, soprattutto in questo periodo saturo di campagne elettorali.
Farebbero molto ridere se non fosse che la gente ci crede davvero. Per gente intendo soprattutto i repubblicani, in particolar modo quelli che votano per Donald Trump. E, aggiungo senza intenzione ironica, alcune di queste teorie, per quanto sembrino strane, sono molto conosciute e circolano liberamente in molti ambienti repubblicani. Chi le appoggia aspetta solo il momento in cui verranno verificate, per poterci finalmente dire, puntandoci il ditino, il famoso “ve l’avevo detto!”.
Perché i repubblicani credono a tutte queste fesserie? Sono davvero più stupidi dei democratici? La mia risposta sarebbe un enfatico sì, ma in realtà non è così semplice. Anche i democratici hanno creduto alle loro belle teorie complottistiche, in passato: mi viene in mente la più recente, e cioè quella del legame tra autismo e vaccini (screditata da tutti gli scienziati che hanno cercato tale legame, senza trovarci nulla), o quella che legava l’11 settembre al governo americano per giustificare la guerra in Medio Oriente (i famosi truther: cioè quelli che credono a tale teoria), oppure quella che insiste a dire che la CIA abbia avuto un ruolo essenziale nell’uccisione di John F. Kennedy, Martin Luther King e Malcolm X, cioè tutti gli eroi della sinistra.
Diversi studi scientifici hanno dimostrato che le persone cominciano a credere alle teorie complottistiche soprattutto quando vivono in un periodo storico di grossi cambiamenti politici (l’uccisione di Kennedy, per esempio) o di crisi inaspettate (l’attacco terroristico come quello alle Torri gemelle e al Pentagono) e a un tratto sentono di non avere più controllo sulla propria vita. Questi fattori destabilizzanti creano inevitabilmente la paranoia di essere manipolati da forze maggiori, quasi sempre maligne: il governo, le case farmaceutiche, l’esercito.
Tra i repubblicani è successo esattamente così, soprattutto dopo l’elezione di Barack Obama: a un tratto si sono trovati a essere rappresentati da un uomo di colore diverso da loro, che aveva lavorato per le strade di Chicago come community organizer e la cui agenda politica proponeva cambiamenti sociali e politici considerati “di sinistra”. Molti hanno avuto la sensazione che il loro amato Paese stesse prendendo una piega tutta sbagliata. E, esattamente come annunciano gli studiosi delle teorie complottistiche, molti repubblicani hanno creduto di non avere più il controllo della situazione. Questa sensazione di smarrimento ha dato via libera alla parte peggiore della cultura razzista e bigotta americana, quella che a noi europei fa venire l’orticaria. Se si segue questa logica, non è allora un caso che la campagna elettorale di Donald Trump sia basata su molte di queste teorie che non stanno né in cielo né in terra.
A parte il parrucchino, l’appoggio che ha ottenuto ultimamente da molti leader storici del Ku Klux Klan, le battutine berlusconiane sulle donne e la sua decisione di far pagare al governo messicano un muro al confine con gli Stati Uniti per fermare l’immigrazione clandestina, Donald Trump non è un coglione. O meglio: conosce molto bene i suoi elettori e le loro paranoie, e sa perfettamente come accattivarsi la loro attenzione: conspiracy theories, baby! Non avendo la fantasia per crearne, non ne ha ancora inventata nessuna, ma ha ripreso quelle più popolari tra i suoi elettori e le appoggia con enfasi e passione.
Il 61% delle persone che votano per Trump è rappresentato dai birther: sono quelli che credono che Obama non sia nato nelle Hawaii (e cioè in territorio americano), ma in Kenia, e che quindi non può essere presidente. In un video su YouTube visto da più di nove milioni di persone, Trump si ritiene sufficientemente soddisfatto del fatto che Obama abbia reso pubblico il suo certificato di nascita, ma vuole anche vedere il passaporto e le lauree ottenute, e si dichiara disposto a pagare cinque milioni di dollari a un ente di beneficenza scelto dal presidente se Obama, entro non più di un’ora, gli manda i documenti richiesti. Devo ammettere che ci sono delle speranze anche per l’America perché dodici milioni di persone hanno invece cliccato sul video della risposta di Obama a Trump, quello in cui lo distrugge in modo magistrale durante una cena con la stampa. Trump, che è tra il pubblico, ovviamente non ride e incassa.
Il 62% degli elettori repubblicani che votano per Trump, invece, è convinto che Obama sia musulmano. Tra tutte le teorie complottistiche degli ultimi anni, questa è forse la più diffusa negli Stati Uniti. Capirete che per uno come Trump, che quando sarà alla Casa Bianca, che magari trasformerà almeno in parte in casinò (non so, forse questa è una mia teoria complottistica personale) e che ripetutamente dice che chiuderà le frontiere ai musulmani, questa teoria complottistica di Obama musulmano è forse la più importante da sottolineare e da avallare.
Ritengo che il dato più dannoso di questa triste storia sia però il fatto che il 68% di quelli che a novembre voteranno per Donald Trump crede che il gravissimo problema del cambiamento climatico e del riscaldamento globale sia un’invenzione degli scienziati, che, secondo lui e i suoi elettori, sono tutti di sinistra e complottano contro il progresso economico del Paese. Questo significa che se (quando?) Trump diventerà presidente non appoggerà nessun tentativo per salvare il Pianeta.
Sarà un problema non solo se vince Trump, ma anche se sale al potere uno degli altri candidati repubblicani. Infatti, anche gli elettori di Cruz (che tra l’altro pare sia nato in Canada, ma da madre americana per cui, dai, tecnicamente è americano) e quelli di Rubio (che anche lui ha i suoi problemucci con la giustizia) credono che Obama sia un keniota musulmano, probabilmente gay, quasi sicuramente l’anticristo e che abbia convinto tutti gli scienziati mondiali a inventare il “problema ecologico”, mentre regalava delle isole americane alla Russia e segretamente complottava con i comunisti per un mondo globale basato sul comunismo. Il tutto, come se non bastasse, con un’abbronzatura presa su una bella sdraio in una spiaggia marziana.
Noi siamo in cinque (due adulti, tre figli), più due cani e un pesciolino rosso (che però forse può essere in qualche modo eliminato). A novembre cercheremo casa all’estero. Prego di contattarmi privatamente. Grazie.