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 2016  aprile 13 Mercoledì calendario

I TRE RE DELLA ROMA


Francesco Totti e Luciano Spalletti. Due nomi nei quali si intrecciano passato, presente e forse futuro della Roma. Storia e cronaca, sentimento e razionalità. Un rapporto a volte fatto di conflitti, ma anche di riconoscenza. Lo dimostra l’omaggio che il tecnico rende al giocatore l’8 marzo scorso a Madrid, in occasione della sfida di Champions League contro il Real. Minuto 74, qualificazione quasi compromessa, Spalletti fa entrare in campo il simbolo giallorosso e gli 80mila spettatori del Santiago Bernabeu sono tutti in piedi ad applaudirlo: una standing ovation da brividi, come era accaduto soltanto ad Alessandro Del Piero e Andrea Pirlo tra i giocatori italiani.
Quarantotto ore dopo la grande notte spagnola, per Totti c’è l’emozione più forte: nasce la terzogenita, Isabel, il giorno 10, come il numero della maglia indossata dal suo papà. La stessa maglia che, secondo uno studio pubblicato da Repubblica, frutta alla Roma circa 800mila euro l’anno, un quinto dei ricavi provenienti dalle 50mila vendute in tutto il mondo.
In un’indagine basata sul Celebrity Dbi, l’indice che quantifica e qualifica il grado di notorietà e percezione delle celebrità, il capitano giallorosso ha un livello di popolarità pari al 99% tra gli sportivi italiani, secondo solo a Valentino Rossi. Ed è in testa anche per indice di gradimento (73, come Pirlo e l’amico Buffon) e per fiducia ispirata nell’audience (57, altissimo).
Totti dunque fuoriclasse in campo, ma anche forte brand e personaggio amato dalla gente. Eppure Spalletti, l’allenatore che gli ha regalato le emozioni del Bernabeu, il 21 febbraio scorso, a poche ore dalla gara con il Palermo, ha preso una decisione storica nei confronti del simbolo romanista, allontanandolo dal centro sportivo di Trigoria per un’intervista non gradita, rilasciata il giorno prima alla Rai, in cui Totti chiedeva rispetto e chiarezza sul suo futuro. La notizia è deflagrata sui media, anche internazionali. Radio private tempestate dalle telefonate. Tifosi scatenati sui social. L’hashtag #Totti al primo posto dei Twitter Trends in Italia. Critiche e fischi dello stadio Olimpico per Spalletti.
Il giocatore più importante nella storia della Roma, prima di chiudere la sua straordinaria carriera, vorrebbe giocare un’altra stagione, mentre la società preferirebbe che smettesse per fare il dirigente.
In attesa di conoscere il destino di Totti, la certezza della Roma si chiama Luciano Spalletti, richiamato al posto dell’esonerato Rudi Garcia il 14 gennaio scorso dopo il quadriennio 2005/2009 (durante il quale ha vinto due Coppe Italia e una Supercoppa nazionale), palesemente fortificato dall’esperienza in Russia, dove i quattro trofei conquistati con lo Zenith di San Pietroburgo gli hanno regalato l’appellativo di Zar. Grande condottiero dunque, ma anche fine comunicatore, come conferma Angelo Mangiante, inviato sulla Roma per Sky Sport24: “Il mister è diventato molto bravo sul piano comunicativo. Spalletti ha grande personalità e durante la sua conferenza stampa offre molti titoli”. Conferenza che non dura meno di 40 minuti, condita da un linguaggio e da una gestualità particolari, ma soprattutto da nozioni di natura tattica. Per esempio, alla vigilia del match contro l’Empoli, la proiezione di un video per esaltare i movimenti di un suo giocatore, un inedito per il calcio italiano. La sala stampa di Trigoria sembrava un’aula di Coverciano e i giornalisti un gruppo di aspiranti allenatori.
Per supportare il lavoro di Spalletti e del suo staff, la società sta utilizzando la piattaforma californiana Tag.bio, sostenuta economicamente dalla Raptor di James Pallotta con un investimento iniziale di 250mila dollari. Si tratta di un software capace di raccogliere e individuare statisticamente movimenti e scelte ricorrenti da parte dei giocatori stile ‘L’arte di vincere’, il film con Brad Pitt. In attesa che finisca questa stagione, la proprietà made in Usa, al timone dall’agosto del 2011, finora non ha aggiunto alcun trofeo alla bacheca di Trigoria.

Nel frattempo, un anno e mezzo fa è avvenuta un’autentica rivoluzione sui fronte della comunicazione. Il nuovo media center, a capo del quale c’è Guido Fienga, è stato completamente ristrutturato, con un investimento di circa un milione di euro. Tra giornalisti e tecnici ci lavora una squadra di 50 persone. È diviso in aree, ognuna strettamente collegata all’altra. Innanzitutto c’è l’ufficio stampa, guidato da Gianni Castaldi. Svolge una funzione di raccordo tra le varie anime del centro e il settore sportivo, oltre ad assolvere alle consuete mansioni della comunicazione: dall’organizzazione delle conferenze stampa pre e post gara alla gestione delle interviste dei tesserati durante tutto l’arco della stagione. Poi c’è Roma Tv, l’emittente televisiva che sostituisce il vecchio Roma Channel: si vede in chiaro sul canale 213 della piattaforma Sky, il responsabile è Luca Pietrafresa. La programmazione è varia: tg, spazi di approfondimento, ma anche programmi di cultura sulla Capitale. Oltre a fornire il segnale delle gare casalinghe alle diverse emittenti, è in grado di produrre, ad altissima definizione, qualsiasi tipo di servizio, intervista e altri prodotti richiesti anche da soggetti esterni, non necessariamente legati al calcio, che comunque resta il core business della società. La struttura, che prima rappresentava soltanto un costo, ha cominciato quindi a produrre ricavi, per un totale complessivo di circa 9 milioni annui.
Ad agosto 2014 è nata l’emittente radiofonica, Roma Radio. Il direttore è David Rossi. Nel palinsesto rassegna stampa, informazione, intrattenimento, ma anche uno spazio comico serale. Rilevante è l’interazione con gli ascoltatori.
Una vera esplosione si è registrata nell’area digital, con a capo Paul Rogers. Di recente è stata lanciata una nuova versione bilingue del sito, in italiano e in inglese, molto più fluida, con una maggiore varietà di contenuti e con un ampio spazio dedicato ai tifosi. L’obiettivo è di valorizzare il prodotto.
In crescita esponenziale infine i social. Su Facebook, la Roma può contare su quasi 7 milioni di fan, terza in Italia dopo Milan e Juventus. Profili in italiano, in inglese e in lingua locale per i supporter thailandesi e arabi. Lo scorso 15 ottobre c’è stata una singolare live chat tra James Pallotta e i tifosi giallorossi: il presidente ha risposto a 30 domande in 90 minuti, la stessa durata di una partita di calcio. Su Twitter, i follower sono 600mila. I cinguettii possono avvenire in 9 lingue: oltre all’italiano, ci sono l’inglese, l’arabo, l’indonesiano, lo spagnolo, il portoghese, il greco, il bosniaco e il turco. Seicentomila persone invece seguono Totti e compagni su Instagram, mentre sono oltre 160mila gli iscritti sul canale YouTube. La Roma è presente anche su WeChat e Snapchat. Completano il reparto della comunicazione la rivista Match Program, e il fotografo.
Il media center è solo una parte del centro sportivo Fulvio Bernardini a Trigoria, periferia di Roma. La struttura comprende quattro campi regolamentari, di cui uno in erba sintetica riservato alla squadra Primavera e alle altre giovanili, più tre di dimensioni minori, la palestra, le sale adibite alla riabilitazione e un importante complesso di piscine. Il Fulvio Bernardini è anche dotato di stanze per i giocatori nel caso in cui si facesse il ritiro pre gara, di un convitto per ospitare i ragazzi che vengono da fuori, di un bar e di una sala pranzo. Trigoria è anche la sede amministrativa della società.
Lo scorso anno è nata la nuova scuola calcio dell’As Roma, nel Centro di Preparazione Olimpica Giulio Onesti, di proprietà del Coni, situato nel quartiere Parioli. La struttura accoglie centinaia di ragazzi tra i 6 e gli 11 anni, per i quali sono previsti anche corsi di studio pomeridiani e tutor per la preparazione scolastica. Sono stati istituiti inoltre moduli di formazione sportiva per i giovani diversamente abili. Una Roma, dunque, in continua crescita.
Il tassello per fare il salto di qualità definitivo è la costruzione dello stadio di proprietà. Il presidente James Pallotta conta di presentare entro aprile il dossier definitivo per realizzare l’impianto nella zona di Tor di Valle. Il suo auspicio, e quello dei numerosi tifosi giallorossi, è di iniziare i lavori nel 2017. In attesa che il nuovo sindaco della Capitale, che verrà nominato nelle prossime elezioni amministrative, dia il suo assenso.
Quintiliano Giampietro