Cristina Sarto, IoDonna 9/4/2016, 9 aprile 2016
IL DIVORZIO DIVENTA DIGITALE. SCARICA L’APP (E IL PARTNER) E RIFATTI UNA VITA
«Arrivederci amore ciao, ricordati di scaricare la app». È così che funziona oggi in America, dove ogni anno finiscono a gambe all’aria un milione di matrimoni. La tendenza, dunque, è divorziare easy. Tanto ci sono una caterva di applicazioni e siti web pensati per dirsi addio in modo veloce, economico e a stress zero (o quasi). Una rivoluzione socio-tecnologica che era nell’aria. «Negli ultimi anni è cambiata l’attitudine al divorzio, che è stato normalizzato» scrive Wendy paris in Splitopia: Dispatches from Today’s Good Divorce and How to Part Well, da pochi giorni nelle librerie. «C’è ancora chi lo vive come un fallimento personale, ma in fondo è una fase come un’altra della vita moderna. Serve solo una riorganizzazione familiare simile a quella che segue una bancarotta». Com’era ovvio, ci ha pensato la generazione Diy, quelli del do-it-yourself, ovvero: «Se mi serve qualcosa che non esiste, me lo invento». Tante grazie ai moderni cuori infranti, dunque, che con il loro spirito d’iniziativa hanno resto possibile racchiudere nello smartphone avvocato, mediatore familiare, psicoterapeuta e tanto altro ancora. E finalmente vissero tutti felici, divorziati e contenti.
Decisioni in ambiente neutro
Si chiama Divorcehotel.com la trovata di un olandese, Jim Halfens, che nel 2012 l’ha esportata con successo negli Stati Uniti. Per mettere a punto i dettagli di una separazione, gli scoppiati 2.0 si rifugiano in rilassanti boutique hotel con spa o vista mare.
Check-in il venerdì come una coppia sposata (ma le camere sono separate) e dopo due giorni di colloqui con avvocati e mediatori si salda il conto al grido di “liberi tutti”. «Aiutiamo le persone a trovare un accordo in un ambiente intimo, con tutte le comodità e soprattutto neutro, al riparo da quello che dicono amici e parenti» dice il manager. «Perché quando ci si separa tutti vogliono dare consigli, ma nessuno è imparziale».
La buona notizia? Il servizio è attivo anche in Europa. Quella amara sono i costi, che partono da 7500 dollari (circa 6.500 euro) a fine settimana.
Sia chiaro: per un weekend con un quasi ex, serve uno spirito zen che non è da tutti. Molti preferiscono il servizio offerto da Weworce, una startup nata nel 2012 e capace di raccogliere oltre un milione e 700 mila dollari di fondi in 12 mesi. La particolarità è un algoritmo matematico che passa la coppia ai raggi x: grado di litigiosità, asset da spartire, età dei figli e via dicendo. Ai casi più semplici viene assegnato un mediatore familiare, mentre quelli più complessi vengono indirizzati verso un pool di esperti scelti ad hoc. Così i tempi si accorciano: se per una pratica classica serve circa un anno, grazie a questa app ci sono divorzi che si consumano in un mese.
Per chi dimentica l’assegno
Negli Stati Uniti solo il 5 per cento delle separazioni si risolve con l’affidamento condiviso dei figli. Ma il co-parenting è comunque in crescita ed è una delle molle che spingono le coppie verso un post divorzio se non amichevole, almeno organizzato. Anche qui, grazie a delle app. La più gettonata è Twohappyhomes, una piattaforma digitale dove mommy and daddy condividono ricette mediche, pagelle scolastiche e calendario dei marmocchi. Oggi a chi tocca portare il piccolo a calcio? Clicchi, controlli e se ti accorgi che il tuo ex è in ritardo, gli mandi un messaggio via chat. Per la serie: comunichiamo sì, ma a distanza di sicurezza.
Se poi lui è uno di quelli che (ops!) si dimentica spesso di versare l’assegno di mantenimento, meglio Supportpay, il website che avvisa quando è il momento di far partire il bonifico e mette nero su bianco le spese. L’armonia ritrovata si traduce in meno stress per i bimbi, che non devono più recapitare messaggi bollenti da un genitore all’altro e secondo l’American Psychological Association nel giro di due anni smaltiscono il fisiologico blues da separazione di mamma e papà.
La pace tarda a sbocciare? Allora ci pensa il giudice. Per esempio ordinando agli ex litigarelli un profilo su Ourfamilywizard, altro portale di gestione condivisa con un plus a prova di bomba: un termometro emotivo che segnala quando il messaggio che stai per inviare all’altro ha un tono incendiario.
Sfogarsi con chi ci capisce
Il divorzio sarà pure facile, ma il difficile è ripartire. Come si fa, per esempio, a passare dai 200 metri quadri della casa di famiglia a un bilocale da single di ritorno? Per questo c’è Splitsville.com, il social che ti insegna come arredare il nuovo nido senza sentirsi troppo sola (o troppo sfigata). E per le giornate no, ti mette in contatto con una community di divorziandi con cui sfogarti senza sfinire gli amici. Così ricarichi le batterie e riparti all’attacco, magari grazie a una delle tantissime app per incontri tra separati.
Le più popolari? Divorce Dating oppure Just Divorced, come la scritta sui bigliettini che va di moda spedire ai parenti per annunciare la separazione. Perché oltre che easy, oggi in America la fine di un matrimonio è anche happy.
Come ha spiegato il celebre comico Louis C.K. tempo fa: «Il divorzio è sempre una bella notizia. Suona strano, ma è la verità, perché nessun matrimonio felice è mai andato in frantumi».