varie, 12 aprile 2016
Mister Gemelli e l’orrore del maschio. Storia di una coppia e delle sue pene– Non fai altro che chiedermi favori, con me ti comporti come un sultano
Mister Gemelli e l’orrore del maschio. Storia di una coppia e delle sue pene– Non fai altro che chiedermi favori, con me ti comporti come un sultano... oh mi sono rotta... a quarantasei anni... tu siccome stai con me e hai un figlio con me, mi tratti come una sguattera del Guatemala» (Federica Guidi a Gianluca Gemelli in un’intercettazione telefonica del 18 giugno 2015) [1]. Sono due i protagonisti di questa storia. La prima è Federica Guidi, classe ’69, modenese, imprenditore, ministro delle Sviluppo economico dal 22 febbraio 2014 al 31 marzo 2016. Già vicepresidente di Ducati Energia. Suo padre Guidalberto, fondatore dell’azienda di famiglia, è stato per dieci anni vicepresidente di Confindustria. Un figlio, Gianguido, quattro anni, avuto con Gianluca Gemelli [2]. Gianluca Gemelli è, appunto, il secondo protagonista. Classe ’74, nato ad Augusta (Siracusa), imprenditore, fondatore di due aziende di ingegneria e progettazione che occupano 60 dipendenti. Il padre Paolo è ufficiale della Marina, la mamma Mirella casalinga. Primo matrimonio con Valentina, figlia di Giuliano Felice Ricciardi, progettista del gruppo Foster Wheeler, che gli apre la strada in Confindustria, dove diventa vicepresidente dei Giovani imprenditori quando il presidente è Federica Guidi, nel 2009. Gemelli lascia la moglie, con cui ha avuto due figli, per stare con la Guidi [2]. Nell’inchiesta della Procura di Potenza sul giacimento di Tempa Rossa, Gianluca Gemelli è indagato per traffico di influenze illecite, per avere – nell’ipotesi d’accusa – utilizzato il suo legame con l’allora ministro Federica Guidi come esca e come strumento per i suoi affari. La procura ha già chiesto per lui l’arresto, che è stato respinto dal gip [3]. Federica Guidi, dimessasi appena uscita la notizia del coinvolgimento del compagno nell’inchiesta, è stata sentita giovedì scorso dalla procura di Potenza in qualità di persona informata dei fatti. Dopo il colloquio con i procuratori, ha detto: «Vorrei ringraziare i magistrati per avermi dato la possibilità in tempi brevi di chiarire questa vicenda così spiacevole per me. Dal punto di vista giuridico ho appreso definitivamente di essere persona offesa» [3]. Da diversi giorni i quotidiani stanno pubblicando sempre più estratti dalle carte legate all’inchiesta e intercettazioni, molte riguardanti colloqui privati tra Federica Guidi e Gianluca Gemelli. Alessandro Giuli: «Le intercettazioni principali, fra quelle che oggi crocifiggono la giovane industriale giudicata fino a ieri da tutti come una donna di raro talento e innumeri speranze, sono un sillabario d’ingenuità sentimentale, ansia e premura coniugali. E poi disillusione, sorpresa, paura, lamento dolente, infine sbuffo lacrimevole e rabbioso contro l’uomo più furbo di lei, da lei percepito ormai come uno stronzetto, e aggressivo come ogni vero accollo. Vanno lette con il cuore in mano, come frammenti di un discorso amoroso spento nel sale, queste intercettazioni» [4]. Gianluca Gemelli che le chiede: «Presentami l’amministratore delegato della Drilling, presentami l’amministratore delegato di Shell, di Total, di Tamoil, e così, fammi ’sta cortesia, tanto non è una cortesia, cioè non te l’ho mai chiesto... visto che lo fai con gli altri, fallo anche con me» [1]. Federica Guidi che si lamenta con lui: «Pensi sia un tuo diritto anche se mi devo schiantare su di un muro. Le cose che ho fatto per te non sono mai sufficienti, valgo meno di zero, come tutte» [5]. Gianluca Gemelli che si vanta di averla «messa in croce», che la chiama «figlia mia» [5]. Federica Guidi che si preoccupa per lui: «Come mai con la cassa sei sempre messo così tirato, non ti pagano i clienti? Come mai, perché tu non dovresti... non hai acquisti di materiali, non hai niente». E lui che cerca di giustificarsi: «No... ma cioè io c’ho, cose che a poco a poco mi sto pagando, rateizzazioni, cose, eccetera, i mutui che mi assorbono un bordello, perché... cioè i mutui mi ass... io sono al costo con i mutui, infatti nei bilanci io sono in utile, mi segui?» [2]. Federica Guidi che si sfoga con lui: «Io l’Everest non lo devo scalare per stare con te». E poi: «Tu disfi e ridisfi, fai e rifai, costruisci e ricostruisci, smonti e rimonti a seconda di quello che ti fa comodo. Poi di cosa provo io, di cosa capita a me, non te ne frega» [6]. Gianluca Gemelli che le propone di andare a pranzo dalla suocera, «così non hai bisogno di fare niente» [6]. Federica Guidi che gli rinfaccia «ma quando tu ti sei andato a sputtanare centinaia di milioni di euro, in una situazione che neanche un deficiente…». «E l’ufficio, quanto ti è costato l’ufficio, dimmi? Un milione di euro!» [5]. Gianluca Gemelli che le impone di rinunciare a una giornata in barca per un pranzo con i vertici della Erg: «Va buono gioia questa mi serve, per favore, un’oretta...» [6]. Federica Guidi che provava a smontare il suo ego: «Ti senti sempre particolare. Sei particolare per il lavoro. Sei particolare quando hai il divorzio. Sei particolare in tutto. E invece non è così». E poi: «Fai delle straordinarie cazzate. Forse quando ti schianterai capirai» [6]. Gianluca Gemelli che le rinfaccia di non darsi abbastanza da fare: «Per lui ti sei esposta, per me no», riferendosi al presidente degli Aeroporti Toscani [3]. Federica Guidi che si difende: «non ho nessun atteggiamento strano, scomposto, l’unico che ha degli atteggiamenti schifosamente arroganti e umilianti nei miei confronti, come proprio il più becero degli uomini con questa forma di maschilismo da deficienti, sei tu» [3]. Federica Guidi che gli fa notare le sue fatiche: «Io a quarantasei anni, mi alzo domani mattina alle tre e mezza perché vado a lavorare, perché so com’è fatto il mondo, non vivo su Marte. Tu invece...» [1]. Gianluca Gemelli che le lascia l’incombenza di tutte le faccende domestiche: «Io non sono cretina… perché tutte le volte… le camicie, le cattiverie, tutto… per te è un diritto ottenere quello che tu pensi sia possibile» [5]. Aldo Cazzullo: «L’Italia resta purtroppo il Paese in cui puoi ereditare un’azienda di successo, puoi presiedere i giovani industriali, puoi diventare il capo di un dicastero che ne vale tre della Prima Repubblica – Industria, Commercio con l’Estero, Poste e Telecomunicazioni –; ma alla fine il tuo uomo, le poche volte che ti vede di persona, ti chiede di stirargli le camicie. Bel Ami non l’avrebbe mai fatto; e neppure Ricucci» [5]. Il giorno successivo alle dimissioni da ministro, Federica Guidi ha scritto al Corriere della Sera per difendersi, parlando di Gianluca Gemelli come di «colui che considero a tutti gli effetti mio marito». Dopo soli tre giorni ha invece preso le distanze pubblicamente da Gemelli, attraverso le dichiarazioni all’Ansa di una sua amica: «Con Gemelli non ha interessi comuni: non ha conti cointestati con lui, e hanno sempre provveduto lei e la sua famiglia alla necessità del figlio» [7]. La legge Frattini – quella sui conflitti di interessi approvata nel 2004 – prende in considerazione solo i legami di parentela entro il secondo grado [7]. «Dietro il cambio repentino dello status di Gianluca Gemelli da «marito a tutti gli effetti» di Federica Guidi a ex compagno a mala pena frequentato, si intravede il tratto di papà Guidalberto, «vecchio leone dell’industria italiana, patron dell’impero Ducati Energia, ex falco di Confindustria e grande sponsor dell’unica figlia prima nell’associazione degli industriali e poi nella squadra di governo (già Berlusconi, buon amico del padre, l’aveva corteggiata)» (Paolo Bracalini) [8]. Ancora Bracalini: «Il problema di compatibilità, molto prima dell’inchiesta di Potenza che ha travolto l’ex ministra, è stato risolto separando le vite: Gemelli sta ad Augusta dove vivono anche i figli del precedente matrimonio, la Guidi invece in provincia di Modena col figlio (e poco lontano i nonni)» [8]. Maria Laura Rodotà: «Al netto delle indagini, una storia tipica da donna arrivata, colpevolizzata anzitutto da se stessa perché potente e pure ricca. E perciò tendente al contrappasso masochista nella vita privata. E forse il caso Guidi, le intercettazioni avvilenti, faranno del bene. Alcune ricorderanno passate miserie; si chiederanno “siamo donne o moquettes?”. E cambieranno linea» [9]. (a cura di Luca D’Ammando) Note: [1] G. Longo, F. Grignetti, La Stampa 7/4; [2] Maria Corbi, La Stampa 4/4; [3] Virginia Piccolillo, Corriere della Sera 9/4; [4] Alessandro Giuli, Il Foglio 8/4; [5] Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 8/4; [6] Virginia Piccolillo, Corriere della Sera 8/4; [7] Roberto Mania, la Repubblica 6/4; [8] Paolo Bracalini, il Giornale 7/4; [9] Maria Laura Rodotà, Corriere della Sera 9/4.