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 2016  aprile 06 Mercoledì calendario

Se siamo quello che mangiamo (come sosteneva il filosofo Feuerbach) gli italiani sono sempre più salutisti, modaioli ed estremisti

Se siamo quello che mangiamo (come sosteneva il filosofo Feuerbach) gli italiani sono sempre più salutisti, modaioli ed estremisti. Il conduttore della Zanzara Giuseppe Cruciani è venuto quasi alle mani (o ai salami, visto che ne brandiva uno a mo’ di arma) con fondamentalisti vegani che lo aspettavano sotto Radio24 dopo una sua provocazione antianimalista. Il comico Luca Bizzari si è fatto un selfie con un salame in mano e ha scritto: «Solidarietà al compagno Cruciani dopo la barbara aggressione di stampo fascista subita». Ma Facebook gli ha censurato il post ritenendo sconcio il salame. Bachi informatici. Ma anche nel mondo analogico lo scontro vegani - onnivori è quotidiano. A Masterchef, Carlo Cracco cucina un piccione? L’associazione animalista Aidaa (non nuova a uscite ad alto impatto mediatico) lo denuncia per istigazione alla crudeltà. La Procura di Milano sta archiviando tutto (cucinare piccioni di allevamento è legale) ma il tema rimane sul tavolo, anzi sulla tavola. Perché se Cruciani viene attaccato in quanto carnivoro, la collega Giulia Innocenzi è nel mirino perché vegana. Uno a uno, piatto al centro. Sempre meno carnivori Estremismi a parte, le diete quasi o del tutto “verdi” sono in aumento. Il 7,1 per cento degli italiani si dichiara vegetariano e l’1 per cento vegano (Eurispes 2016) e crudisti e fruttariani sfiorano il 2 per cento (Gfk-Eurisko 2015). Tra chi ha scelto un’alimentazione verde, il 46,7 per cento lo ha fatto per motivi di salute o benessere, tre su dieci perché animalisti e 1,2 per tutelare l’ambiente. Il vero fenomeno degli ultimi anni, comunque, è la generale caduta in disgrazia della carne: tra il 2005 e il 2014 la percentuale di chi consuma quella rossa è scesa dal 72,7 al 64,7; dal 46 al 43,9 per le carni di maiale, dal 61,7 al 59,2 per i salumi (Istat). È cresciuta, invece, la fetta di italiani che mangia carni bianche (dal 79,8 all’81,4) e uova (dal 57,6 al 58,5). Il che ci dice che la crisi ha influito sui consumi (le proteine delle uova costano meno di quelle della carne) e che stiamo più attenti all’impatto del cibo sulla salute. Secondo una ricerca condotta da Nielsen per Conad, il 58 per cento degli italiani ritiene che molte malattie dipendano da un’alimentazione sbagliata e il 55 legge i valori nutrizionali sulle etichette. Dalla ricerca We are what we eat (Siamo quello che mangiamo, Nielsen 2015), è emerso che il 57 per cento degli italiani si considera in sovrappeso e il 53 per cento vorrebbe dimagrire. Di questi, il 75 per cento vuole farlo cambiando alimentazione, riducendo i grassi (64 per cento) e prediligendo gli alimenti naturali (45 per cento). «La riduzione del consumo di carne è considerata salutare, perché mangiando alimenti vegetali si riducono i grassi saturi e si prevengono malattie cardiache, cardiocircolatorie, sovrappeso», dice Diana Scatozza, specialista in Scienze dell’alimentazione, che aggiunge: «Risultati che si possono ottenere anche con diete equilibrate che comprendano carne, pesce e uova». Vegani, ma part-time Un italiano su dieci cucina vegano pur non avendo sposato questo stile alimentare (Istat 2016) e le grandi catene di supermercati hanno ormai un settore vegan. Conad ha addirittura previsto una sezione di videoricette vegane su Saporie.com. Per i vegani part-time ci sono app e siti. L’app 21-Day Vegan KickStart fornisce un training per avvicinarsi in 21 giorni alla dieta veg senza soffrire il distacco dalla bistecca. GeniusVeg aiuta a fare la spesa: si apre, si clicca sul proprio orientamento alimentare (vegano, vegetariano, pescetariano) e si inquadra il codice a barre per sapere se il prodotto è appropriato. E a cena fuori o in viaggio? Ci sono tuttovegan.it (un “tripAdvisor” vegano), VegDay e VegMan, app che indicano tutti i ristoranti, bar e bistrot veg che avete intorno. La moda «gluten free» Un’indagine di Nielsen per Conad (2016) ha registrato che il paniere dei prodotti legati alla salute e al benessere ha avuto un incremento dell’11 per cento. Il consumo dei prodotti senza glutine, in particolare, è aumentato del 29 per cento, ma i celiaci in Italia sono appena l’1 per cento della popolazione. Gli altri scelgono il gluten free perché lo ritengono più salutare e il giro d’affari annuo dei prodotti senza glutine in Italia sfiora i 250 milioni di euro (+18 per cento nell’ultimo anno, fonte Coop). Crudismo, dieta vegana, crudista, o gluten free modaiolo saranno anche fenomeni in crescita, ma riguardano ancora un numero ridotto di italiani. Perché se essere vegani è di sinistra e addentare una fiorentina di destra, la maggior parte di noi continua a prediligere anche a tavola le larghe intese della dieta mediterranea, ricca di alimenti integrali e, per fortuna, povera di integralismi. Marianna Aprile