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 2016  aprile 04 Lunedì calendario

BESTEMMIE

«Dobbiamo adeguarci per diventare grandi, anche a giocare alle 12.30, orario che è una bestemmia» (Maurizio Sarri, allenatore del Napoli, a proposito della sconfitta con l’Udinese di domenica scorsa).

SUDORE «Ero andato in Bahrain per gareggiare, ma non sono neppure riuscito a partire. Sinceramente, è una cosa frustrante. Non ho versato neppure una goccia di sudore» (Sebastian Vettel, pilota Ferrari, costretto al ritiro prima del via nell’ultimo Gran Premio).

MISTERI «Non ho giocato mai nemmeno un minuto in Serie A e per me è un mistero. Ho anche giocato con l’Under 21, ma in Italia non c’è mai stata un’opportunità. Forse ho pagato la lontananza, ma nel calcio moderno mi pare assurdo. Giocare in Premier è difficile. È il torneo più complicato del mondo, specie per un portiere. Possibile che per me non ci sia mai stata una chance?» (Vito Mannone, portiere del Sunderland).

MAMMA «Ora sarà contenta anche mia mamma: da piccolo mi esercitavo in camera sua e finivo sempre per spaccare tutto» (Mauricio Pinilla, attaccante dell’Atalanta, autore di un gol in rovesciata contro il Milan nell’ultima partita).

META’ «Sul comodino ho quattro o cinque libri iniziati e non finiti. È un momento così, di cose a metà da completare. Mi sto appassionando a una rubrica di terminologia calcistica inglese» (Marco Giampaolo, allenatore dell’Empoli).

SERIE TV «Ultimamente guardo un mucchio di serie tv come Suits e Gotham. Però seguo anche lo sport, soprattutto le arti marziali, di cui sono appassionato, e il motocross. La Moto GP? Beh certo, anche quella. Se sono due ruote a motore non mi perdo proprio niente» (Daniel Ricciardo, pilota di F.1, della Red Bull).

PECCATO «Non ho detto bugie, forse ad Andrea Della Valle non raccontano proprio tutto. Con Andrea ho avuto un grande rapporto, serviva un finale diverso. Peccato. L’ho cercato varie volte per chiarirci, mi auguro in futuro possa accadere» (Vincenzo Montella, allenatore della Sampdoria, a proposito del suo tormentato addio alla Fiorentina, la scorsa stagione).

DOPO «Con questo lavoro sono diventato una persona migliore. Posso solo ringraziare Dio. Ma senza calcio non morirò, dopo questa inizierà un’altra vita. Ora sto bene ma a fine anno potrei anche smettere» (Seydou Keita, centrocampista maliano della Roma).