Notizie tratte da: Fabiola Paterniti, Tutti gli uomini del generale. La storia inedita della lotta al terrorismo, Melampo Edizioni, Milano, 2015, pp. 224, euro 16, 4 aprile 2016
LIBRO IN GOCCE NUMERO 99
(Tutti gli uomini del generale. La storia inedita della lotta al terrorismo)
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DALLA CHIESA E GLI ANNI DI PIOMBO –
Credo. «… Vi consegno il mio Credo, vi consegno la mia fede. Se non avessi avuto questa spinta, quest’ansia di servire la nostra Istituzione in trasparenza, senza riserve, vi sarebbe forse qualche volta un cedimento, qualche volta una flessione. Io vi invito perciò a credere: se partirete in umiltà, se partirete in modestia e crederete, state certi che troverete sempre intorno a voi coloro che crederanno in voi, perché la vostra fede li guiderà e li sosterrà nei momenti più difficili del loro impegno…» (Carlo Alberto dalla Chiesa).
Tranviere. Dalla Chiesa bambino voleva fare il tranviere.
Altare. «Io ho sempre considerato la magistratura un altare. Come cittadino posso ammettere che il sacerdote sbagli la liturgia». (intervista a Carlo Alberto dalla Chiesa di Enzo Biagi)
Nucleo. Il nucleo speciale di polizia giudiziaria, chiamato anche Nucleo Speciale Antiterrorismo, nato il 22 maggio 1974, era composto da carabinieri, servizi segreti militari e polizia. Dalla Chiesa: «Lasciai che girassero le voci più fantasiose sulla consistenza del Nucleo speciale perché l’avversario ci credesse più forti di quanto eravamo. Faceva parte della guerra psicologica».
Pci. Ai funerali di Guido Rossa, operaio sindacalista dell’Italsider, ucciso dalle Br il 24 gennaio 1979, duecentomila persone. Prospero Gallinari, ex Br, anni dopo definì quell’omicidio «un boomerang […] con effetto mille volte più dirompente». Subito dopo, il Pci contattò dalla Chiesa.
Lavoratori. «I terroristi sono i nuovi nemici dei lavoratori». (Luciano Lama, allora segretario generale della Cgil)
1979. Nel 1979 ci furono 659 attentati.
Brigate Rosse. Il brigatista aveva un’età compresa tra i 22 e i 27 anni, con una soglia definita “limite fragile” attorno ai 21-22 anni.
Compagni. «Un compagno ne portava un altro di cui si fidava: questi partecipava ad una, due riunioni, poi magari non si faceva più vedere: nelle Brigate erano passate centinaia di persone in questo modo, brigatisti di un giorno, un mese, un anno, poi tornati tranquilli al loro lavoro». [Alberto Franceschini, Pier Vittorio Buffa, Franco Giustolisi, Mara, Renato e io, Mondadori, Milano, 1988]
Lezioni. «All’università di Padova, alla Sapienza di Roma, a Genova anche nel 1979 si tenevano corsi ai quali venivano ammessi rigorosamente o tendenzialmente solo studenti provenienti da alcune organizzazioni, in particolare da Autonomia operaia o dalle Bierre e dintorni. Le lezioni erano a porte chiuse. Una sorta di indottrinamento per futuri quadri».
Ufo. L’ex Br Patrizio Peci raccontò di quella volta che volevano fare fuori dalla Chiesa ma non ci riuscirono perché il generale quel giorno si presentò con un’utilitaria. Nei suoi spostamenti era talmente imprevedibile che i suoi uomini presero a chiamarlo Ufo, Unidentified Flying Object.
Annuncio. «Avevamo imparato a pensare come loro. A volte bastava guardare un annuncio di appartamenti in affitto su Il Messaggero, un “senza portiere” ci metteva in allarme. E, se l’annuncio spariva dopo uno o due giorni, controllavamo». [Domenico Di Petrillo, detto “Baffo”, uno degli uomini di dalla Chiesa]
Omissis. «A quei tempi gli strumenti che si adoperavano per le indagini erano rudimentali. Non c’erano i cellulari né i microfoni di adesso. I telefoni erano soltanto fissi e quindi i carabinieri addetti all’attività di controllo stavano tutto il giorno ad ascoltare gli indiziati attraverso apparecchi complessi, formati da bobine che registravano le conversazioni a comando. .. All’epoca, se c’erano conversazioni riservate, che non interessavano la nostra attività, si scriveva omissis. Non trapelava nulla».
Unghie. «Siamo senza unghie» (dalla Chiesa commentando l’assoluzione di 114 mafiosi)
Giorgio Dell’Arti, Il Sole 24 Ore 4/4/2016