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 2016  aprile 02 Sabato calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - KHALIFA GWELL SCAPPA DA TRIPOLI


REPUBBLICA.IT
ROMA - Il premier del governo ’ribelle’ di Tripoli Khalifa Ghwell nella notte avrebbe lasciato la città per rifugiarsi a Misurata. Lo confermano a Repubblica fonti libiche. Misurata è la città natale di Ghwell, in cui parte delle milizie e dei leader politici non sono ancora in sintonia con il nuovo governo sostenuto dall’Onu del premier Fajez Serraj.
I media libici on-line sostengono che Ghwell sarebbe stato convinto a lasciare Tripoli da una delegazione di capi misuratini che invece sono favorevoli al nuovo premier: il premier ribelle avrebbe quindi abbandonato i suoi uffici, e i nuovi inquilini avrebbero sigillato i computer e la documentazione di cui sono venuti in possesso.
Nel frattempo il Libya Herald riferisce che il nuovo premier Serraj nella base navale in cui ha stabilito il suo quartier generale ha iniziato a ricevere una sequela di dignitari tripolini che iniziano a presentarsi al nuovo potere: tra gli altri il governatore della Banca centrale libica Sadiq Elbaker. Il premier ha in sostanza ricevuto i rappresentanti delle istituzioni economiche dell’ex Jamahiriya del defunto colonnello Muhammar Gheffafi.
Serraj ha anche incontrato tutti i sindaci delle 13 municipalità di Tripoli e in particolare il consiglio comunale della zona centrale della capitale libica. Dieci città della Libia, tra le quali Sabrata e Zuwara, hanno annunciato il loro "sostegno al governo di concordia nazionale" dopo l’arrivo nella capitale libica del Consiglio presidenziale con a capo Fayez al-Serraj. In un comunicato pubblicato nella notte sulla pagina Facebook del ’Media Center’ di Sabrata, si invitano i libici a "sostenere il governo di concordia nazionale" e si chiede di "porre immediatamente fine a tutti i conflitti armati in tutto il territorio libico".
Sempre secondo fonti libiche, anche il presidente del parlamento Nouri Abusahmin avrebbe lasciato Tripoli e si sarebbe rifugiato nella zona di cui è originario, Zuwara, una regione in cui gli amazigh (berberi) - di cui Abusahmin fa parte - sono la maggioranza della popolazione. Una fonte libica da Tunisi riferisce che anche altri ministri del governo ribelle vengono dati in fuga da Tripoli, ma per il momento non è possibile trovare altre conferme.
VIDEO Know how Know how: cosa succederà nello scacchiere Libia? di Andrea Gualtieri e Vincenzo Nigro
Sostegno a Serraj è arrivato anche dal premier italiano Matteo Renzi. Leadership dell’Italia nel dossier Libia "significa che siamo pronti a dare una mano dal punto di vista degli aiuti sociali, delle forze di polizia, della cooperazione internazionale, non che ci alziamo la mattina e andiamo a bombardare qualcuno", ha detto Renzi.

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Succede sempre così, che di fronte a scommesse, forzature e decisioni, la tensione si stempera, o meglio la reazione ipotizzata si presenta in maniera diversa. Secondo informazioni del giornale libico Lybia Herald, al terzo giorno dall’arrivo a Tripoli del presidente del Consiglio Presidenziale Fayez al Serraj, il Presidente del Congresso Nazionale, l’islamista Khalifa Ghwell, il premier Nouri Abu Sahmin e diversi ministri del governo tripolino avrebbero lasciato la capitale, riparando nella propria città d’origine, Misurata. «Gli hanno detto che era finita e doveva lasciare. Se non se ne fosse andato lo avrebbero rimosso», afferma una fonte al quotidiano libico.
Questo naturalmente non vuol dire che gli oppositori a Serraj si sono trasformati in un esercito in rotta pronto a consegnarsi al vincitore, ma sicuramente che l’insurrezione che gli oppositori aspettavano non c’è stata. Tripoli e la Libia hanno bisogno fortemente di pace e di una prospettiva di futuro, dopo cinque anni di guerra civile strisciante, dove sono state soprattutto le armi a parlare. L’Isis incombe e ci troviamo in una fase in cui sono ipotizzabili colpi di coda delle milizie ormai fuori controllo.
C’è ancora tempo per trovare un accordo per il governo di pacificazione nazionale. Che deve essere approvato dal Parlamento di Tobruk. Il commerciante di Tripoli, Fayez al Serraj, si sta rivelando tutto tranne che uno sprovveduto. Certo, la sua accondiscendenza verso le richieste di posti nel futuro governo ha scontentato molti, e sono tanti a contestare l’esclusione di personalità autorevoli e capaci. Ma adesso il presidente ha tutto il tempo per recuperare un rapporto incrinato con una parte della Libia. Che per pensare a un futuro ha bisogno di essere unita.

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[Esplora il significato del termine: Libia, «il premier islamico fuggito a Misurata». Ma la partenza è un giallo Per i media libici, Khalifa Ghwell, che si oppone al governo Sarraj, ha lasciato la capitale per tornare nella sua città di origine. «Forze del nuovo governo nel suo ufficio» di Francesco Battistini, inviato a Tripoli Il premier Sayez Ferraj (Ap) Il premier Sayez Ferraj (Ap) shadow 0 0 4 TRIPOLI – La scusa è il venerdì: giorno di preghiera, di riposo. «È andato là solo per stare con la sua famiglia», dicono dall’entourage di Khalifa Ghwell: «Questa sera ha organizzato una cena coi suoi vecchi compagni del liceo…». Ma da giovedì sarebbero in tanti, i ministri e i funzionari del governo islamista di Tripoli, che hanno improvvisamente deciso di lasciare la capitale. E anche le voci su una partenza di Ghwell — premier dal 2014 che la comunità internazionale non riconosce e che l’altro giorno aveva minacciato l’uso della forza contro l’insediamento del nuovo governo di Fayez Serraj sostenuto dall’Onu —, anche quella Mercedes nera vista uscire dal suo palazzo ha fatto subito pronunciare una parola: fuga. Ghwell se ne sarebbe andato a Misurata, la città del suo clan, anche se fonti a lui vicine smentiscono e dicono che si trovi «nascosto» ancora nella capitale: «È al cento per cento ancora nel suo ufficio — dice il suo segretario Taieb Balto —, prima che la transizione avvenga occorreranno diversi giorni». Fuga o disponibilità a una apertura, si vedrà. shadow carousel Tripoli, la festa per l’arrivo del nuovo governo Tripoli, la festa per l’arrivo del nuovo governo Tripoli, la festa per l?arrivo del nuovo governo Tripoli, la festa per l’arrivo del nuovo governo Tripoli, la festa per l?arrivo del nuovo governo Tripoli, la festa per l’arrivo del nuovo governo Tripoli, la festa per l?arrivo del nuovo governo Tripoli, la festa per l’arrivo del nuovo governo Tripoli, la festa per l?arrivo del nuovo governo Tripoli, la festa per l’arrivo del nuovo governo Tripoli, la festa per l?arrivo del nuovo governo Tripoli, la festa per l’arrivo del nuovo governo Tripoli, la festa per l?arrivo del nuovo governo Tripoli, la festa per l’arrivo del nuovo governo Tripoli, la festa per l?arrivo del nuovo governo Tripoli, la festa per l’arrivo del nuovo governo Tripoli, la festa per l?arrivo del nuovo governo Tripoli, la festa per l’arrivo del nuovo governo Tripoli, la festa per l?arrivo del nuovo governo Prev Next Il suo ufficio però sarebbe stato occupato da «elementi del Comitato temporaneo della presidenza», dice il Lybia Herald: «Gli hanno detto che era finita e che doveva lasciare, se non se ne fosse andato l’avrebbero rimosso». Così come sarebbe sparito «per il weekend» il presidente del Parlamento, Nouri Abusahmin, che è di Zuwara. E’ da mercoledì, giorno dello sbarco di Serraj e del nuovo governo, che molti uomini del governo ribelle tripolino si stanno rendendo irreperibili: stanno fuori città i capi della propaganda, qualche ministro, anche gli alti gradi militari. Serraj, il weekend, non se lo può permettere. Lavora con tempi molto rapidi: ha incontrato già una decina di sindaci e capiclan, sta prendendo il controllo della Banca centrale che ha già da tempo trasferito a Malta le sue principali attività, un forziere da 70 miliardi di dollari, ma ancora deve sostenere le spese della macchina statale e (paradossalmente) pagare gli stipendi di molte milizie. «Nessuno è scappato», ripetono da Misurata. Ma la festa nella piazza dei Martiri che i tripolini si sono concessi giovedì sera, e che probabilmente verrà ripetuta oggi dopo la preghiera, a molti sembra già una piccola liberazione. I misuratini avevano provato a organizzare una contromanifestazione, a capo il leader delle milizie Salah Badi, ma anche a lui hanno consigliato di stare alla larga. E la solita preghiera in piazza del venerdì? “Se la facciano da un’altra parte”.] Libia, «il premier islamico fuggito a Misurata». Ma la partenza è un giallo
Per i media libici, Khalifa Ghwell, che si oppone al governo Sarraj, ha lasciato la capitale per tornare nella sua città di origine. «Forze del nuovo governo nel suo ufficio»
di Francesco Battistini, inviato a Tripoli
Il premier Sayez Ferraj (Ap)
Il premier Sayez Ferraj (Ap)
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TRIPOLI – La scusa è il venerdì: giorno di preghiera, di riposo. «È andato là solo per stare con la sua famiglia», dicono dall’entourage di Khalifa Ghwell: «Questa sera ha organizzato una cena coi suoi vecchi compagni del liceo…». Ma da giovedì sarebbero in tanti, i ministri e i funzionari del governo islamista di Tripoli, che hanno improvvisamente deciso di lasciare la capitale. E anche le voci su una partenza di Ghwell — premier dal 2014 che la comunità internazionale non riconosce e che l’altro giorno aveva minacciato l’uso della forza contro l’insediamento del nuovo governo di Fayez Serraj sostenuto dall’Onu —, anche quella Mercedes nera vista uscire dal suo palazzo ha fatto subito pronunciare una parola: fuga. Ghwell se ne sarebbe andato a Misurata, la città del suo clan, anche se fonti a lui vicine smentiscono e dicono che si trovi «nascosto» ancora nella capitale: «È al cento per cento ancora nel suo ufficio — dice il suo segretario Taieb Balto —, prima che la transizione avvenga occorreranno diversi giorni». Fuga o disponibilità a una apertura, si vedrà.
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Tripoli, la festa per l’arrivo del nuovo governo

Tripoli, la festa per l’arrivo del nuovo governo
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Il suo ufficio però sarebbe stato occupato da «elementi del Comitato temporaneo della presidenza», dice il Lybia Herald: «Gli hanno detto che era finita e che doveva lasciare, se non se ne fosse andato l’avrebbero rimosso». Così come sarebbe sparito «per il weekend» il presidente del Parlamento, Nouri Abusahmin, che è di Zuwara. E’ da mercoledì, giorno dello sbarco di Serraj e del nuovo governo, che molti uomini del governo ribelle tripolino si stanno rendendo irreperibili: stanno fuori città i capi della propaganda, qualche ministro, anche gli alti gradi militari. Serraj, il weekend, non se lo può permettere. Lavora con tempi molto rapidi: ha incontrato già una decina di sindaci e capiclan, sta prendendo il controllo della Banca centrale che ha già da tempo trasferito a Malta le sue principali attività, un forziere da 70 miliardi di dollari, ma ancora deve sostenere le spese della macchina statale e (paradossalmente) pagare gli stipendi di molte milizie. «Nessuno è scappato», ripetono da Misurata. Ma la festa nella piazza dei Martiri che i tripolini si sono concessi giovedì sera, e che probabilmente verrà ripetuta oggi dopo la preghiera, a molti sembra già una piccola liberazione. I misuratini avevano provato a organizzare una contromanifestazione, a capo il leader delle milizie Salah Badi, ma anche a lui hanno consigliato di stare alla larga. E la solita preghiera in piazza del venerdì? “Se la facciano da un’altra parte”.