31 marzo 2016
APPUNTI PER GAZZETTA - LA MINISTRA GUIDI NEI GUAI
REPUBBLICA.IT
ROMA - La ministra Federica Guidi si è dimessa, travolta da un’intercettazione in cui - parlando con il suo compagno Gianluca Gemelli - gli garantiva il via libera a un emendamento che andava incontro ai suoi interessi imprenditoriali. Un’intercettazione che chiama in causa il centro del potere del governo Renzi, visto che la Guidi cita anche anche la ministra Maria Elena Boschi: "Anche Maria Elena è d’accordo".
"Caro Matteo - scrive la Guidi nella sua lettera di dimissioni - scrive sono assolutamente certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato. Credo tuttavia necessario, per una questione di opportunità politica, rassegnare le mie dimissioni da incarico di ministro. Sono stati due anni di splendido lavoro insieme. Continuerò come cittadina e come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso Paese".
Tutto parte da un’inchiesta della procura di Potenza sulla gestione dei rifiuti nel centro Eni, inchiesta che ha un filone parallelo sull’impianto di Tempa Rossa nella Val d’Agri. In questo filone è indagato Gemelli, accusato di traffico di influenze illecite proprio per i suoi rapporti con il ministro.
Questa parte di indagine ruota intorno a un emendamento alla Legge di Stabilità, approvato all’ultimo momento nel dicembre del 2014, con il quale si dava il via libera al progetto di estrazione di petrolio Tempa Rossa, opera contestatissima dalle associazioni ambientaliste. Emendamento che favoriva le aziende di Gemelli.
REAZIONI POLITICHE / M5s e Lega: dimissioni
La storia è raccontata negli atti dell’inchiesta con cui sono state arrestate sei persone, mentre l’arresto di Gemelli non è stato concesso dal gip. Atti nei quali c’è anche una serie di conversazioni telefoniche dirette tra il ministro Guidi e Gemelli. Gemelli (il documento) era interessato a fare in modo che si sbloccasse l’operazione Tempa Rossa, gestita dalla Total, perché secondo l’accusa le sue aziende avrebbero guadagnato circa due milioni e mezzo di sub appalti. E di questo parla al telefono con la compagna.
Che, il 13 dicembre, lo rassicura: "Dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato se... è d’accordo anche Mariaelena la... quell’emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte. Alle quattro di notte... Rimetterlo dentro alla legge... con l’emendamento alla legge di stabilità e a questo punto se riusciamo a sbloccare anche Tempa Rossa... ehm... dall’altra parte si muove tutto!". Il compagno le chiede se la cosa riguardasse i suoi amici e il ministro gli risponde: "Eh certo, capito? Per questo te l’ho detto".
Estrazioni petrolio, la ministra Guidi si è dimessa. Intercettata: "Domani passa l’emendamento".
L’impianto Total di Tempa Rossa
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VIDEO Il timelapse dell’impianto contestato - LA SCHEDA
Avuta la notizia Gemelli chiama subito il rappresentante della Total: "La chiamo per darle una buona notizia..ehm.. .si ricorda che tempo fa c’è stato casino..che avevano ritirato un emendamento...ragion per cui c’erano di nuovo problemi su Tempa Ross ... pare che oggi riescano ad inserirlo nuovamente al senato..ragion per cui..se passa...e pare che ci sia l’accordo con Boschi e compagni...(...) se passa quest’emendamento... che pare... siano d’accordo tutti...perché la boschi ha accettato di inserirlo... (...) è tutto sbloccato! (ride ndr)...volevo che lo sapesse in anticipo! (...) e quindi questa è una notizia...".
Dalle indagini fatte poi dagli agenti della squadra mobile della Polizia di Potenza che hanno svolto le indagini è emerso che l’emendamento era stato inserito nel maxiemendamento alla Legge di stabilità del 2015, modificato dal Senato il 20 dicembre, con il quale si dava il via al progetto Tempa Rossa.
M5S
‘’Scandalo ’tempa rossa’ a Potenza si dimettano i ministri Guidi e Boschi, la misura è colma, si devono vergognare a andare a casa subito". Lo annunciano Michele Dell’Orco, capogruppo M5s alla Camera. E Nunzia Catalfo, capogruppo M5s Senato.
"Ora si capisce il perchè il Pd ed il governo tifano per l’astensione sul referendum delle trivelle che intacca gli interessi delle compagnie petrolifere - continuano Dell’Orco e Catalfo - il fidanzato della Guidi indagato dalla procura concordava con l’amata emendamenti a favore degli impianti ’tempa rossa’ di Total legati al deleterio provvedimento ’sblocca italia’. E la Guidi chiedeva a sua volta l’avallo della Boschi".
"Guarda caso il progetto è quello ’tempa rossa’ contro il quale il movimento 5Stelle si batte da oltre due anni", continuano i capigruppo M5s. "La miglior risposta a queste indecenze oltre alle dimissioni di Guidi e Boschi è andare tutti a votare domenica 17 aprile e votare si contro le trivellazioni marine", concludono i pentastellati.
CONFLITTO D’INTERESSI
UN ARTICOLO DEL 23/2/2014
ROMA - Lunedì scorso a cena ad Arcore da Berlusconi, forse per parlare anche di una sua possibile candidatura con Forza Italia alle prossime europee. Ieri il Cavaliere che pare abbia detto ai suoi: "Abbiamo un ministro pur stando all’opposizione". Su Federica Guidi, neo ministro dello Sviluppo Economico con delega anche alle Comunicazioni, tv comprese, è già bufera. Perché c’è pure un potenziale conflitto di interessi per via delle commesse dell’azienda di famiglia, la Ducati Energia, con Enel, Poste, Ferrovie. Un ginepraio. Dalle imprevedibili conseguenze politiche.
Ma andiamo con ordine. "Donna, imprenditrice, quarantenne, famosa": questo era l’identikit tracciato da Matteo Renzi, tra giovedì notte e venerdì, per il ministro dello Sviluppo Economico. Casella chiave per provare a far ripartire la produzione e il lavoro. E donna, imprenditrice, quarantenne e famosa, appunto, è stata: in Via Veneto, nel ministero che fu anche delle Corporazioni, è arrivata Federica Guidi, figlia di imprenditore, che ha battuto al fotofinish Marcella Panucci, direttore generale della Confindustria.
E forse per la fretta, forse per qualche sottovalutazione, forse per tutte e due le cose messe insieme, Federica Guidi ora rischia di portare con sé, nel suo ufficio al primo piano dell’austero palazzo disegnato da Piacentini e Vaccaro, una notevole dose di potenziali conflitti di interesse. Perché la Ducati Energia in quel di Bologna, con fatturato in crescita negli ultimi anni (oltre i 110 milioni) e una sempre più marcata spinta alla delocalizzazione nell’est Europa (Croazia e Romania), nell’estremo Oriente (India) e in America Latina (Argentina) lavora (tanto) di commesse pubbliche, nazionali ed estere. Con un rapporto strettissimo, dunque, con la Pubblica amministrazione.
E non è affatto un caso che ieri il primo atto del neo ministro Guidi, dopo il giuramento al Quirinale, sia stato proprio quello di dimettersi da tutte le cariche operative (era vicepresidente con la delega sugli acquisti) della Ducati Energia e dal consiglio del Fondo italiano d’investimento. Un passo inevitabile, ma una conferma dei possibili conflitti. L’ultima parola spetterà comunque all’Antitrust, l’autorità di garanzia alla quale la legge Frattini ha attribuito il potere di giudicare la posizione dei membri del governo. Dice Stefano Fassina, ex vice ministro dell’Economia, esponente della minoranza del Pd: "Il potenziale conflitto di interessi è del tutto evidente. Ma oltre a questo mi preoccupa la visione del ministro sulla politica industriale, la sua idea di rilanciare il nucleare, la sua contrarietà al ruolo dello Stato nell’economia. Penso che ci sarebbe bisogno di un ministro dello Sviluppo con un orientamento molto diverso".
La decisione di ieri della Guidi riduce solo di poco dunque il pericolo dei conflitti per l’ex vicepresidente della Ducati Energia, ora super ministro con responsabilità sulle politiche industriale, su quelle energetiche, sulla gestione delle tante (sono 160 le vertenze sul tavolo) crisi aziendali, e sul politicamente sensibile settore delle comunicazioni dove si addensano gli interessi dell’ex senatore Berlusconi.
E qui risiede anche il "caso Guidi" sul versante politico. Tra Guidalberto Guidi, ex falco confindustriale, e Berlusconi c’è un’antica consuetudine. Anche lui era alla cena di Arcore di lunedì. La figlia Federica ha sempre espresso posizioni vicino alla destra berlusconiana. È stata euroscettica, iperliberista fino al punto di proporre l’abolizione del contratto nazionale di lavoro sostituendolo con i contratti individuali. Il Cavaliere ha provato più volte a candidarla nelle sue liste. Pensò addirittura a un futuro da vice di Forza Italia per la giovane industriale. Che ora, però, è al governo mentre Berlusconi è all’opposizione.
E i problemi nascono dalle competenze che ha il dicastero dello Sviluppo. L’azienda dei Guidi, infatti, opera in tutti i settori controllati dal ministero: energia elettrica, eolico, meccanica di precisione, elettronica. Fornisce i suoi prodotti, oltreché a diversi enti locali e alle rispettive municipalizzate, ai grandi gruppi pubblici di cui lo Stato è ancora azionista di maggioranza o di riferimento, attraverso il ministero del Tesoro: Enel, Poste, Ferrovie dello Stato.
Lo stabilimento bolognese della Ducati Energia si è trasformato nel tempo in un impianto di mero assemblaggio di parti di prodotto che vengono realizzate all’estero. Sono circa 60 gli operai su un totale di quasi 220 lavoratori (impiegati, tecnici, ingegneri). Il restante dei 700 dipendenti, a parte una ventina che opera nel laboratorio di ricerca a Trento, è all’estero dove Guidi si è spostato da tempo per ridurre i costi di produzione. La Ducati ha sei stabilimenti nel mondo e produce, tra l’altro: condensatori, generatori eolici, segnalamento ferroviario, sistemi ed apparecchiature autostradali e per il trasporto pubblico, veicoli elettrici e colonnine di ricarica, generatori e motori elettrici, rifasamento industriale e elettronica di potenza.
Oggi dalla fabbrica italiana di Borgo Panigale escono i "Free Duck", piccole automobiline alimentate a elettricità, che vengono utilizzate dalle Poste per la consegna delle lettere e dei pacchi, da diversi Comuni per la raccolta dei rifiuti, e anche dalla Polizia municipale, per esempio a Genova. Alle municipalizzate (l’Atac di Roma, per esempio) le macchine per obliterare i biglietti dell’autobus. All’Enel dalla Ducati Energia arrivano le cabine per lo smistamento dell’energia e anche le colonnine per le ricariche delle automobili elettriche. Alle Ferrovie dello Stato sistemi per verificare la funzionalità dei binari e le macchinette per l’emissione dei biglietti self service. A Finmeccanica, negli anni passati, Guidi aveva presentato un’offerta per rilevare la Breda Menarinibus. Proposta che però non venne accolta dai vertici di Piazza Monte Grappa.
Guidalberto Guidi, da presidente dell’Anie (l’associazione di Confindustria delle imprese elettrotecniche ed elettroniche) condusse una battaglia a favore degli incentivi per le energie rinnovabili. Fu scontro anche in Confindustria tra i produttori tradizionali e gli altri. Non sarà facile, insomma, per il ministro Guidi puntare all’obiettivo di tagliare, come chiede Renzi, del 30% la bolletta energetica gravata dai 12,5 miliardi proprio di incentivi, per il 70% destinati alle rinnovabili. Figlia-ministro contro padre-imprenditore. Un altro conflitto di interessi?
L’INCHIESTA A POTENZA 31/3/2016
POTENZA - L’Eni sapeva. I vertici dell’Eni "qualificavano in maniera del tutto arbitraria e illecita" rifiuti pericolosi - derivanti dall’attività estrattiva e dal Centro Oli (Cova) di Viggiano (Potenza) - come "non pericolosi", utilizzando quindi un "trattamento non adeguato" degli stessi scarti, e "notevolmente più economico", e dati sulle emissioni in atmosfera "alterati".
Sono, questi, alcuni dei passaggi contenuti nelle ordinanze relative all’indagine (che ha due filoni d’inchiesta), coordinata dai pm di Potenza, Francesco Basentini e Laura Triassi, e dalla pm della Dna, Elisabetta Pugliese, sullo smaltimento dei rifiuti e sulle emissioni del Centro Oli, e sulle procedure per la realizzazione del Centro Olio "Tempa Rossa" della Total, nell’area di Corleto Perticara (Potenza).
Il primo filone d’inchiesta. Sul Centro Olio in Val d’Agri a Viggiano dell’Eni, l’indagine riguarda presunti illeciti nella gestione dei reflui petroliferi ed in tale contesto investigativo è stato notificato anche un divieto di dimora ad un ex dirigente del settore ambientale della Regione Basilicata. L’inchiesta riguarda lo "sforamento" dei
limiti delle emissioni in atmosfera del Cova: i dirigenti dell’Eni "coinvolti erano consapevoli dei problemi emissivi" del Centro, ma "cercano di ridurre il numero di comunicazioni sugli sforamenti - scrive il giudice in una delle due ordinanze - invece di incidere direttamente sulla causa del malfunzionamento o dell’evento" allo scopo di "non allarmare gli enti di controllo".
Il secondo filone d’inchiesta. Oggetto di indagine l’affidamento di appalti e lavori per l’infrastrutturazione del giacimento ’Tempa Rossa’ della Total: secondo le indagini delegate alla Polizia, l’ex sindaca di Corleto Perticara si sarebbe adoperata a favore di alcuni imprenditori.
Arrestati e indagati. Nell’indagine sono state poste agli arresti domiciliari dai carabinieri per la tutela dell’ambiente sei persone, funzionari e dipendenti del centro oli di Viggiano (Potenza) dell’Eni e l’ex sindaca Pd di Corleto Perticara - dove viene trattato il petrolio estratto in Val d’Agri - perché ritenuti responsabili, a vario titolo, di "attività organizzate per il traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti".
I sei arrestati sono Rosaria Vicino, ex sindaca del Pd di Corleto Perticara (divieto di dimora per l’ex vicesindaco, Giambattista Genovese. Le accuse: “plurime condotte di concussione e corruzione”.; Vincenzo Lisandrelli (coordinatore ambiente del reparto sicurezza e salute all’Eni di Viggiano), Roberta Angelini (responsabile Sicurezza e salute dell’Eni a Viggiano). Nicola Allegro (responsabile operativo del Centro oli di Viggiano), Luca Bagatti (responsabile della produzione del distretto meridionale di Eni) e Antonio Cirelli (dipendente Eni nel comparto ambiente). Divieto di dimora nei confronti di un dirigente della Regione Basilicata.
Total: coinvolto compagno ministra Guidi. Fra gli indagati, anche Gianluca Gemelli, imprenditore e compagno della ministra dello sviluppo economico Federica Guidi. Il filone di indagine nel quale è coinvolto riguarda la vicenda della costruzione del centro oli della Total a "Tempa rossa" di Corleto Perticara (Potenza). Gemelli, imprenditore e commissario di Confindustria Siracusa, è accusato di traffico di influenze illecite perché “sfruttando la relazione di convivenza che aveva col ministro allo Sviluppo economico - si legge nel capo d’imputazione contenuto nell’ordinanza di misure cautelari - indebitamente si faceva promettere e otteneva da Giuseppe Cobianchi, dirigente della Total” le qualifiche necessarie per entrare nella “bidder list delle società di ingegneria” della multinazionale francese, e “partecipare alle gare di progettazione ed esecuzione dei lavori per l’impianto estrattivo di Tempa Rossa”.
L’intercettazione della ministra. E dagli atti dell’inchiesta spunta un’intercettazione della ministra che rischia di mettere in difficoltà il governo. "Domani dovremmo riuscire ad approvare quell’emendamento", dice la Guidi a Gemelli. Nella stessa intercettazione viene citata anche Maria Elena Boschi. Nessuna delle due ministre è indagato. "Dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato se è d’accordo anche Mariaelena, quell’emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte. Alle quattro di notte. Rimetterlo dentro alla legge con l’emendamento alla legge di stabilità e a questo punto se riusciamo a sbloccare anche ’Tempa Rossa’ dall’altra parte si muove tutto", dice Guidi al telefono al fidanzato a proposito dell’emendamento alla legge Sblocca Italia, parlando dei lavori per il centro Oli Total. A Gemelli, che gli chiede se effettivamente l’emendamento riguardi la Total, Guidi risponde: "Certo, te l’ho detto per quello".
I sequestri a Viggiano. Sono stati eseguiti due decreti di sequestro nel centro oli di Viggiano con possibili conseguenze sulla produzione di petrolio: è in Val d’Agri, infatti, che si trovano giacimenti di idrocarburi di interesse nazionale. Interpellata, Eni non commenta e spiega che i legali del gruppo stanno analizzando la situazione: quando il quadro sarà completo saranno forniti commenti. Il gruppo sottolinea di stare collaborando con la magistratura.
Il comunicato dell’Eni. "Eni - si legge in un comunicato - prende atto dei provvedimenti adottati dall’autorità giudiziaria. E ha provveduto alla sospensione temporanea dei lavoratori oggetto dei provvedimenti cautelari e sta completando ulteriori verifiche interne". Per quanto riguarda l’attività produttiva in Val d’Agri, che al momento è sospesa (75.000 barili al giorno), Eni conferma "sulla base di verifiche esterne commissionate dalla società stessa, il rispetto dei requisiti di legge e delle best practice internazionali". In tal senso Eni richiederà la disponibilità dei beni posti oggi sotto sequestro e continuerà ad interloquire con la magistratura, così come avviene da tempo sul tema, asicurando la massima cooperazione.
Roberti: "Meccanismi per avvelenare la terra". "Dispiace rilevare che per risparmiare denaro ci si riduca ad avvelenare un territorio con meccanismi truffaldini". Lo ha detto il Procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti. "Non è giustizia a orologeria - ha aggiunto - le indagini sono iniziate nel 2013
e sono state complesse e delicate: le richieste di misura cautelare sono state presentate tra agosto e novembre del 2015. Quindi prima del referendum e in tempi non sospetti: non dobbiamo parlare di giustizia a orologeria".
REAZIONI POLITICHE
ROMA - Il ministro delle Attività produttive, Federica Guidi, è sotto attacco da parte delle opposizioni - dal M5s alla Lega a Fi a Sinistra italiana - per il caso "Tempa Rossa". I 5Stelle ne chiedono le dimissioni, insieme a quelle della collega alle Riforme, Maria Elena Boschi, che sarebbe citata in una intercettazione agli atti della procura di Potenza in cui il ministro Guidi parla col fidanzato.
L’affondo dei grillini. "Scandalo ’Tempa Rossa’ a Potenza: si dimettano i ministri Guidi e Boschi, la misura è colma, si devono vergognare e andare a casa subito". Lo annunciano Michele Dell’Orco, capogruppo M5s alla Camera. E Nunzia Catalfo, capogruppo M5s Senato. "Ora si capisce il perchè il Pd ed il governo tifano per l’astensione sul referendum delle trivelle che intacca gli interessi delle compagnie petrolifere - continuano Dell’Orco e Catalfo - il fidanzato della Guidi indagato dalla procura concordava con l’amata emendamenti a favore degli impianti ’Tempa Rossa’ di Total legati al deleterio provvedimento ’sblocca italia’. E la Guidi chiedeva a sua volta l’avallo della Boschi".
Tempa Rossa, la costruzione dell’impianto: il timelapse
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"Guarda caso il progetto è quello ’Tempa Rossa’ contro il quale il movimento 5Stelle si batte da oltre due anni", continuano i capigruppo M5s. "La miglior risposta a queste indecenze oltre alle dimissioni di Guidi e Boschi è andare tutti a votare domenica 17 aprile e votare si contro le trivellazioni marine", concludono i pentastellati.
Trivelle a Ravenna: azione dimostrativa di Greenpeace sulla piattaforma "Agostino B"
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L’attacco a Renzi di Salvini. Il segretario federale della Lega, Matteo Salvini, se la prende direttamente con il premier. "Lo scandalo Guidi? È - dice - l’ennesimo,
mostruoso conflitto d’interesse di questo governo. Più che Guidi o Boschi la vera responsabilità è quella di Matteo Renzi. È lui che deve dimettersi. Al confronto, Berlusconi era un principiante". Rincara la dose il leghista Paolo Grimoldi: "È vergognoso che il ministro per le Attività produttive si sia prodigata per fare inserire nella legge di Stabilità, con l’aiuto del ministro per i Rapporti con il Parlamento, un emendamento a favore degli impianti ’Tempa Rossa’ della compagnia petrolifera Total per mera convenienza del suo fidanzato, indagato nell’inchiesta della procura di Potenza. Si dimetta subito il ministro Federica Guidi e con lei, seppur in ritardo di qualche mese perché avrebbe dovuto già dimettersi per la vicenda di Banca Etruria, si dimetta anche il ministro Maria Elena Boschi che l’ha aiutata a far passare questo emendamento".
Sinistra italiana: "Gigantesca questione morale". "Ci sono tutti gli elementi, da noi denunciati da tempo, che riportano a una gigantesca questione morale, come perverso intreccio tra gli affari e la politica". È il commento del coordinatore di Sel, Nicola Fratoianni, e di Filiberto Zaratti, segretario della Commissione Parlamentare di Inchiesta sul ciclo dei rifiuti. "Chiederemo al presidente della Camera - hanno aggiunto i deputati - l’immediata istituzione di una commissione d’inchiesta su tutto ciò che riguarda la gestione della risorsa petrolio, il traffico dei rifiuti e l’operato di Eni".
Scilipoti (Fi): "Guidi vada a casa". "Prima i padri con le banche e ora i fidanzati con il petrolio: questo governo è un conflitto di interessi vivente. Il ministro Guidi rassegni le sue dimissioni." Lo afferma Domenico Scilipoti Isgrò, senatore di Forza Italia.
MILANO - Un articoletto sblocca lavori. Con il comma 552 al maxi emendamento voluto al governo alla legge di Stabilità 2015, sono assimilate alle opere strategiche, "le opere e le infrastrutture necessarie al trasporto, allo stoccaggio, al trasferimento degli idrocarburi in raffineria, alle opere accessorie, ai terminali costieri e alle infrastrutture portuali strumentali allo sfruttamento di titoli concessori, comprese quelle localizzate fuori dal perimetro delle concessioni di coltivazione". In questo modo opere e infrastrutture necessarie alla filiera energetica possono fruire del regime dell’autorizzazione unica in base al quale il via libera agli interventi è rilasciato dal ministero dello Sviluppo economico, d’intesa con le Regioni interessate, nell’ambito di una sola procedura. In sostanza grazie alla norma inserita dal governo, tutte le infrastrutture necessarie allo sfruttamento delle concessioni possono essere realizzate senza dover sottostare ad ulteriori autorizzazioni se non quella del ministero della Guidi. Anche quando i lavori riguardano spazi esterni alla concessione stessa. L’intervento del governo si era reso necessario nel caso del giacimento di Tempa Rossa, perché la sua realizzazione era fortemente contrastata dalla Regione Puglia, dal Comune di Taranto e dai movimenti ambientalisti per la paura di un aumento dell’inquinamento
Tempa Rossa, la costruzione dell’impianto: il timelapse
Le immagini in timelapse della costruzione del Centro Oli Tempa Rossa, nella valle del Sauro, in Basilicata, da agosto 2014 a gennaio 2016. Il progetto è stato molto contestato dalle associazioni ambientaliste
[Esplora il significato del termine: Di Battista: «Si dimetta anche la Boschi Una mossa che avevano invocato a gran voce le opposizioni. In particolare il Movimento Cinque Stelle che ora chiede anche l’addio del ministro Boschi:«Le dimissioni della Guidi- scrive su Twitter il componente del direttorio del Movimento Alessandro Di Battista, sono ammissione di colpa e prova del coinvolgimento della Boschi. Si dimetta immediatamente anche lei». Che su Facebook commenta ancora: «questo è lo scandalo più grande che riguarda il governo Renzi». 31 marzo 2016 (modifica il 31 marzo 2016 | 20:36) © RIPRODUZIONE RISERVATA ] Di Battista: «Si dimetta anche la Boschi
Una mossa che avevano invocato a gran voce le opposizioni. In particolare il Movimento Cinque Stelle che ora chiede anche l’addio del ministro Boschi:«Le dimissioni della Guidi- scrive su Twitter il componente del direttorio del Movimento Alessandro Di Battista, sono ammissione di colpa e prova del coinvolgimento della Boschi. Si dimetta immediatamente anche lei». Che su Facebook commenta ancora: «questo è lo scandalo più grande che riguarda il governo Renzi».
31 marzo 2016 (modifica il 31 marzo 2016 | 20:36)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
STEFANO AGNOLI SUL CDS
[Esplora il significato del termine: Sarà stato il crollo delle quotazioni del barile di petrolio, o i tanti ritardi amministrativi e burocratici accumulati dal 1989, anno della scoperta. Solo lo scorso settembre la Total annunciava il rinvio al 2017 del progetto «Tempa Rossa», il giacimento nel cuore della Basilicata al centro delle telefonate tra la ministra Guidi e il suo compagno, conversazioni avvenute però quasi un anno prima. Una decisione presa all’interno di un più ampio e generalizzato taglio degli investimenti mondiali della major francese, operatore industriale in una concessione (Gorgoglione) di cui possiede il 50%, mentre la giapponese Mitsui e l’anglo-olandese Shell sono presenti con il 25% ciascuno. Il più grande giacimento dell’Europa continentale Il «Tempa Rossa» è il secondo campo a petrolio (e a gas) della Regione Basilicata, è situato nell’alta valle del Sauro e viene per importanza subito dopo quello della «gemella» Val d’Agri, posseduto dall’italiana Eni. Si può sostenere che nell’arco di pochi chilometri quadrati si trovino idrocarburi che fanno dell’area (una zona ad alto valore ambientale, turistico ed archeologico: di qui parte dei ritardi amministrativi e autorizzativi) il maggior giacimento petrolifero di tutta l’Europa continentale. In Val d’Agri il Cane a sei zampe estrae qualcosa come 80-90 mila barili di petrolio al giorno. A Tempa Rossa, invece, si prevede di arrivare a regime intorno ai 50 mila barili al giorno di petrolio, ai quali si uniranno 230mila metri cubi di gas. Quantitativi di tutto rispetto, paragonabili a quelli di giacimenti mediorientali o de mare del Nord. Un investimento di 1,6 miliardi di dollari Il progetto «Tempa Rossa», come tutti i progetti petroliferi di rilievo, prevedeva una serie di investimenti in infrastrutture (per l’estrazione, il trattamento, lo stoccaggio e il trasporto) valutati all’incirca 1,6 miliardi di dollari. Il gas dovrebbe entrare nella rete Snam, mentre per il greggio era pianificato il trasporto verso la raffineria Eni di Taranto tramite l’oledotto Viggiano-Taranto, lo stesso che trasporta il petrolio della Val d’Agri. Nei progetti Total il petrolio di Tempa Rossa doveva però essere quasi tutto esportato, e per questo motivo il consorzio aveva anche in corso la procedura per il potenziamento della raffineria Eni di Taranto, oggetto di un altro contenzioso con le amministrazioni locali. Nel 2009 il giacimento era già stato oggetto di inchieste della Procura di Potenza per tangenti sugli appalti dei lavori.] Sarà stato il crollo delle quotazioni del barile di petrolio, o i tanti ritardi amministrativi e burocratici accumulati dal 1989, anno della scoperta. Solo lo scorso settembre la Total annunciava il rinvio al 2017 del progetto «Tempa Rossa», il giacimento nel cuore della Basilicata al centro delle telefonate tra la ministra Guidi e il suo compagno, conversazioni avvenute però quasi un anno prima. Una decisione presa all’interno di un più ampio e generalizzato taglio degli investimenti mondiali della major francese, operatore industriale in una concessione (Gorgoglione) di cui possiede il 50%, mentre la giapponese Mitsui e l’anglo-olandese Shell sono presenti con il 25% ciascuno.
Il più grande giacimento dell’Europa continentale
Il «Tempa Rossa» è il secondo campo a petrolio (e a gas) della Regione Basilicata, è situato nell’alta valle del Sauro e viene per importanza subito dopo quello della «gemella» Val d’Agri, posseduto dall’italiana Eni. Si può sostenere che nell’arco di pochi chilometri quadrati si trovino idrocarburi che fanno dell’area (una zona ad alto valore ambientale, turistico ed archeologico: di qui parte dei ritardi amministrativi e autorizzativi) il maggior giacimento petrolifero di tutta l’Europa continentale. In Val d’Agri il Cane a sei zampe estrae qualcosa come 80-90 mila barili di petrolio al giorno. A Tempa Rossa, invece, si prevede di arrivare a regime intorno ai 50 mila barili al giorno di petrolio, ai quali si uniranno 230mila metri cubi di gas. Quantitativi di tutto rispetto, paragonabili a quelli di giacimenti mediorientali o de mare del Nord.
Un investimento di 1,6 miliardi di dollari
Il progetto «Tempa Rossa», come tutti i progetti petroliferi di rilievo, prevedeva una serie di investimenti in infrastrutture (per l’estrazione, il trattamento, lo stoccaggio e il trasporto) valutati all’incirca 1,6 miliardi di dollari. Il gas dovrebbe entrare nella rete Snam, mentre per il greggio era pianificato il trasporto verso la raffineria Eni di Taranto tramite l’oledotto Viggiano-Taranto, lo stesso che trasporta il petrolio della Val d’Agri. Nei progetti Total il petrolio di Tempa Rossa doveva però essere quasi tutto esportato, e per questo motivo il consorzio aveva anche in corso la procedura per il potenziamento della raffineria Eni di Taranto, oggetto di un altro contenzioso con le amministrazioni locali. Nel 2009 il giacimento era già stato oggetto di inchieste della Procura di Potenza per tangenti sugli appalti dei lavori.
SARZANINI
[Esplora il significato del termine: Emendamenti decisi dal governo e fatti poi approvare in Senato per favorire il compagno della ministra per lo Sviluppo Economico, Federica Guidi. C’è anche questo nell’inchiesta della magistratura di Potenza sullo smaltimento dei rifiuti illeciti al centro Eni di Viggiano che, al termine delle indagini della polizia, ha portato in carcere cinque persone e fatto finire nel registro degli indagati lo stesso fidanzato della ministra, l’ingegnere Gianluca Gemelli. E alla fine il ministro ha deciso di dimettersi, scrivendo in una lettera al Premier : «Sono certa della mia buonafede» La chiamata alla ministra È il 5 novembre del 2014. Dopo la bocciatura di un emendamento inserito nel decreto Sblocca Italia (avvenuta il 17 ottobre) per la realizzazione del contestato Progetto «Tempa Rossa», Gianluca Gemelli chiama la compagna, Federica Guidi. La telefonata, in cui lei rassicura lui, è contenuta negli atti dell’inchiesta: «Dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato se è d’accordo anche Mariaelena (il ministro Boschi, specificano gli investigatori) quell’emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte, alle quattro di notte». Lui si informa se riguarda i suoi amici della Total: «Quindi anche coso, vabbè i clienti di Broggi».E lei lo rassicura di nuovo: «Eh certo, capito? Te l’ho detto per quello». Federica Guidi, Ministro dello sviluppo economico (Ansa) Federica Guidi, Ministro dello sviluppo economico (Ansa) La telefonata al dirigente della Total Dopo aver ricevuto rassicurazioni dal ministro, Gemelli chiama il dirigente della Total Giuseppe Cobianchi: «La chiamo per darle la buona notizia, si ricorda che tempo fa c’è stato casino che avevano ritirato un emendamento? Pare che oggi riescano ad inserirlo nuovamente al Senato... pare ci sia l’accordo con Boschi e compagni. È tutto sbloccato». L‘incontro tra il ministro e i dirigenti Total Dalle carte emerge poi un incontro, datato 18 novembre 2014, tra il ministro Guidi, i rappresentanti della Total e il sottosegretario Simona Vicari. Dopo l’incontro il dirigente Total Cobianchi chiama Gemelli e gli dice: «A nome della società la ringrazio per averci fatto conoscere direttamente il ministro Guidi e per l’interessamento che ha avuto». «Assolutamente a disposizione, ce lo siamo detti dal primo giorno», risponde al telefono Gemelli. Sottosegretario intercettato Nell’inchiesta è coinvolto anche Vito De Filippo. In una intercettazione il sottosegretario alla Salute chiede un favore a uno degli indagati, l’imprenditore Pasquale Criscuolo. «Ti mando una mia collaboratrice, se ti serve qualsiasi cosa è in condizione di risolverti molti problemi su Roma», dice De Filippo. L’inchiesta Cinque funzionari e dipendenti del centro oli di Viggiano (Potenza) dell’Eni - dove viene trattato il petrolio estratto in Val d’Agri - sono stati posti agli arresti domiciliari per la tutela dell’ambiente perché ritenuti responsabili, a vario titolo, di «attività organizzate per il traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti». Una ordinanza di divieto di dimora è stata eseguita anche nei confronti di un dirigente della Regione Basilicata. I provvedimenti cautelari - emessi dal gip del Tribunale di Potenza nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia - sono stati eseguiti nelle province di Potenza, Roma, Chieti, Genova, Grosseto e Caltanissetta. Gianluca Gemelli, fidanzato della ministra Guidi Gianluca Gemelli, fidanzato della ministra Guidi Il compagno della ministra Gianluca Gemelli, compagno della ministra Guidi, è indagato per traffico di influenze illecite perché «sfruttando la relazione di convivenza che aveva col Ministro allo Sviluppo Economico - si legge nel capo d’imputazione contenuto nell’ordinanza di misure cautelari - indebitamente si faceva promettere e otteneva da Giuseppe Cobianchi, dirigente della Total» le qualifiche necessarie per entrare nella «bidder list delle società di ingegneria» della multinazionale francese, e «partecipare alle gare di progettazione ed esecuzione dei lavori per l’impianto estrattivo di Tempa Rossa». Impianti sotto sequestro Contemporaneamente alle misure cautelari, sono stati eseguiti sequestri al centro oli di Viggiano e al Tecnoparco di Pisticci (Matera). Si sta valutando se l’intervento della magistratura potrà avere conseguenze sul funzionamento degli impianti e sull’attività estrattiva degli idrocarburi. In particolare i sigilli sono stati posti a due pozzi di estrazione a Viggiano e a un impianto di depurazione a Pisticci Nella val d’Agri sono concentrate le principali attività estrattive d’Italia. Per il momento Eni non ha commentato l’operazione della magistratura, limitandosi a chiarire di voler collaborare pienamente alle indagini. 31 marzo 2016 (modifica il 31 marzo 2016 | 20:27) © RIPRODUZIONE RISERVATA ]
Emendamenti decisi dal governo e fatti poi approvare in Senato per favorire il compagno della ministra per lo Sviluppo Economico, Federica Guidi. C’è anche questo nell’inchiesta della magistratura di Potenza sullo smaltimento dei rifiuti illeciti al centro Eni di Viggiano che, al termine delle indagini della polizia, ha portato in carcere cinque persone e fatto finire nel registro degli indagati lo stesso fidanzato della ministra, l’ingegnere Gianluca Gemelli. E alla fine il ministro ha deciso di dimettersi, scrivendo in una lettera al Premier : «Sono certa della mia buonafede»
La chiamata alla ministra
È il 5 novembre del 2014. Dopo la bocciatura di un emendamento inserito nel decreto Sblocca Italia (avvenuta il 17 ottobre) per la realizzazione del contestato Progetto «Tempa Rossa», Gianluca Gemelli chiama la compagna, Federica Guidi. La telefonata, in cui lei rassicura lui, è contenuta negli atti dell’inchiesta: «Dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato se è d’accordo anche Mariaelena (il ministro Boschi, specificano gli investigatori) quell’emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte, alle quattro di notte». Lui si informa se riguarda i suoi amici della Total: «Quindi anche coso, vabbè i clienti di Broggi».E lei lo rassicura di nuovo: «Eh certo, capito? Te l’ho detto per quello».
Federica Guidi, Ministro dello sviluppo economico (Ansa)
Federica Guidi, Ministro dello sviluppo economico (Ansa)
La telefonata al dirigente della Total
Dopo aver ricevuto rassicurazioni dal ministro, Gemelli chiama il dirigente della Total Giuseppe Cobianchi: «La chiamo per darle la buona notizia, si ricorda che tempo fa c’è stato casino che avevano ritirato un emendamento? Pare che oggi riescano ad inserirlo nuovamente al Senato... pare ci sia l’accordo con Boschi e compagni. È tutto sbloccato».
L‘incontro tra il ministro e i dirigenti Total
Dalle carte emerge poi un incontro, datato 18 novembre 2014, tra il ministro Guidi, i rappresentanti della Total e il sottosegretario Simona Vicari. Dopo l’incontro il dirigente Total Cobianchi chiama Gemelli e gli dice: «A nome della società la ringrazio per averci fatto conoscere direttamente il ministro Guidi e per l’interessamento che ha avuto». «Assolutamente a disposizione, ce lo siamo detti dal primo giorno», risponde al telefono Gemelli.
Sottosegretario intercettato
Nell’inchiesta è coinvolto anche Vito De Filippo. In una intercettazione il sottosegretario alla Salute chiede un favore a uno degli indagati, l’imprenditore Pasquale Criscuolo. «Ti mando una mia collaboratrice, se ti serve qualsiasi cosa è in condizione di risolverti molti problemi su Roma», dice De Filippo.
L’inchiesta
Cinque funzionari e dipendenti del centro oli di Viggiano (Potenza) dell’Eni - dove viene trattato il petrolio estratto in Val d’Agri - sono stati posti agli arresti domiciliari per la tutela dell’ambiente perché ritenuti responsabili, a vario titolo, di «attività organizzate per il traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti». Una ordinanza di divieto di dimora è stata eseguita anche nei confronti di un dirigente della Regione Basilicata. I provvedimenti cautelari - emessi dal gip del Tribunale di Potenza nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia - sono stati eseguiti nelle province di Potenza, Roma, Chieti, Genova, Grosseto e Caltanissetta.
Gianluca Gemelli, fidanzato della ministra Guidi
Gianluca Gemelli, fidanzato della ministra Guidi
Il compagno della ministra
Gianluca Gemelli, compagno della ministra Guidi, è indagato per traffico di influenze illecite perché «sfruttando la relazione di convivenza che aveva col Ministro allo Sviluppo Economico - si legge nel capo d’imputazione contenuto nell’ordinanza di misure cautelari - indebitamente si faceva promettere e otteneva da Giuseppe Cobianchi, dirigente della Total» le qualifiche necessarie per entrare nella «bidder list delle società di ingegneria» della multinazionale francese, e «partecipare alle gare di progettazione ed esecuzione dei lavori per l’impianto estrattivo di Tempa Rossa».
Impianti sotto sequestro
Contemporaneamente alle misure cautelari, sono stati eseguiti sequestri al centro oli di Viggiano e al Tecnoparco di Pisticci (Matera). Si sta valutando se l’intervento della magistratura potrà avere conseguenze sul funzionamento degli impianti e sull’attività estrattiva degli idrocarburi. In particolare i sigilli sono stati posti a due pozzi di estrazione a Viggiano e a un impianto di depurazione a Pisticci Nella val d’Agri sono concentrate le principali attività estrattive d’Italia. Per il momento Eni non ha commentato l’operazione della magistratura, limitandosi a chiarire di voler collaborare pienamente alle indagini.
31 marzo 2016 (modifica il 31 marzo 2016 | 20:27)
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