varie, 31 marzo 2016
PITT «Zlatan somiglia a Brad Pitt quando interpreta Benjamin Button, l’uomo che ringiovanisce giorno dopo giorno» (Mino Raiola, procuratore calcistico, di Zlatan Ibrahimovic tra gli altri)
PITT «Zlatan somiglia a Brad Pitt quando interpreta Benjamin Button, l’uomo che ringiovanisce giorno dopo giorno» (Mino Raiola, procuratore calcistico, di Zlatan Ibrahimovic tra gli altri). VECCHIETTI «Contano le motivazioni. Sono il capitano e il giocatore più anziano, sono il punto di riferimento. Io e tanti altri vecchietti ci siamo messi a disposizione. Sapevamo che questa lotta sarebbe stata dura fino alla fine. Carpi e Frosinone hanno più entusiasmo, a noi manca la vittoria. Una volta conquistati i tre punti, però, tutto sarà più facile» (Stefano Sorrentino, portiere e capitano del Palermo). NOVITA’ «Il mister Sarri ci ha aiutato a crescere in questo senso. E’ la vera novità di questa stagione. Abbiamo sempre saputo reagire bene a qualche attimo di flessione. E’ in queste cose che si misura la vera forza di una squadra» (Marek Hamsik, centrocampista e capitano del Napoli). IRONMAN «Il triathlon? All’inizio doveva essere una sfida tra amici, ma adesso sto davanti al computer a cercare i record del mondo del triathlon e a guardare i video. Mi piace questo sport perché bisogna faticare: io lo faccio da sempre. Un’esperienza fantastica: chissà che un giorno non possa fare l’Olimpiade nel triathlon. Come lo vedete un Massi Ironman?» (Massimiliano Rosolino, 37 anni, ex nuotatore). TRECENTO «Non posso vincere ogni partita. Le altre giocatrici quando scendono in campo contro di me giocano come mai hanno fatto prima. Devo essere al 300 per cento ogni giorno» (Serena Williams, tennista, dopo la sconfitta in finale al torneo di Miami). PAVE’ «Il pavé è brutto, ti fa male. Quello belga, quello dei muri, è orribile. Quello francese, quello della Foresta di Arenberg, ti spacca la schiena e le braccia. Devi saperlo prendere, scivolarci su, ma devi avere anche fortuna e pazienza » (Fabian Cancellara, ciclista della Trek-Segafredo). SICUREZZA «Francamente non saprei che cosa fare per aumentare la sicurezza in gara. Certo, ci vorrebbe più attenzione da parte di tutti perché noi ciclisti come protezione abbiamo solo il casco. Quando picchi ti fai male. Eppure a volte, anche da parte nostra, c’è grande distrazione. E noi rischiamo molto anche negli altri trecento giorni, quelli in cui non corriamo ma ci alleniamo» (Fabio Aru, ciclista dell’Astana).