varie, 28 marzo 2016
SCARPE PER SETTE
La Nike sta per commercializzare il primo paio di scarpe che si allaccia da solo (Zecchi, Il Giornale)
La scarpa da ginnastica che si allaccia da sola si chiama Nike HyperAdapt 1.0. Basta premere un pulsante e le stringhe si allacciano secondo la misura scelta.
La moda delle scarpe da ginnastica, lanciata negli States dal duca di Windsor (era il 1918).
Sulle sue scarpe da ginnastica, Marlon Brando scrisse: «What the fuck are you looking at?» («Che cazzo ti guardi?»).
Salvatore Ferragamo divideva le donne in tre categorie in base alla misura dei piedi: Cenerentole (sotto il 37), Veneri (37 preciso), Aristocratiche (da 38 in su).
George Clooney da giovane vendeva scarpe da donna: «Le donne che portano il 40 sono sempre convinte di portare il 38. E c’è poco da discutere con una donna quando si tratta di piedi».
Kate Winslet porta il 43 di scarpe: «Una volta ho meditato di farmi operare per rimpicciolire i piedi».
Da uno studio degli esperti del College of Podiatry di Londra, risulta che dal 1970 a oggi il piede dell’uomo e della donna è cresciuto di almeno due taglie. Nell’uomo si è passati dal 42 al 44, e nella donna dal 36 al 38,5. Il piede di un adulto alto 175 cm misura oggi in media 28,5 centimetri, contro i 26,5 di chi, con la stessa statura, è vissuto poco più di quarant’anni fa. Lo stesso accade nella donna, con il piede che arriva in media a 25 centimetri, due in più rispetto alle stime del 1970.
Il 20enne venezuelano Jeison Orlando Rodriguez Hernandez, nel Guinness dei primati perché è l’uomo con i piedi più lunghi al mondo. Il suo piede destro è lungo 40,1 cm, quello sinistro 39,6: di scarpe indossa quello che in Europa corrisponderebbe a un numero 59. Per le sue scarpe oggi si affida a un calzolaio tedesco, Georg Wessels, specializzato in misure extra large, ma prima di conoscerlo si doveva arrangiare: «Da quando avevo 14 anni ho sempre realizzato le scarpe con il tessuto ricavato dai pantaloni, che si rompeva nel giro di due settimane. Quindi spesso andavo in giro scalzo».
Imelda Marcos, moglie dell’ex dittatore delle Filippine Ferdinando, famosa per una collezione di tremila paia di scarpe. Negando, lei ne ha sempre dichiarate 1.060. Tornata a Manila dall’esilio, fondò un museo della scarpa. Ora ”imeldista” sta per “donna fissata con le scarpe”.
Darlene Flynn, californiana, uccisa nel 2013 dal fidanzato, possedeva 12.500 paia di scarpe, fra calzature e gadget. Era entrata nel Guinness dei Primati nel 2006, quando ne possedeva 7.765. Valore complessivo della collezione: oltre 500.000 dollari.
Marlene Dietrich, appassionata di scarpe: «Consiglio di comprare un solo paio di scarpe di eccellente qualità piuttosto che tre paia scadenti o che non convincono fino in fondo». Tra gli imperativi dell’attrice, l’omogeneità cromatica tra scarpa e calza (allunga la gamba).
Marlene Dietrich indossava lo stesso modello al massimo due volte.
Penélope Cruz compra sette paia di scarpe alla volta nel negozio parigino di Giuseppe Zanotti.
Laura Pausini ha un archivio per le scarpe: le fotografa con la polaroid e attacca l’immagine sulla scatola, così le trova subito.
Greta Garbo aveva una camera da letto adibita a cabina armadio con due scarpiere alte fino al soffitto, create per conservare la sua collezione di scarpe.
Tra i clienti di Salvatore Ferragamo, Greta Garbo che ordinava anche settanta paia di scarpe alla volta senza mai cedere ai tacchi. La più bizzosa era Pola Negri, prima moglie di Rodolfo Valentino: se la punta non era gradita le scarpe volavano fuori dalla finestra. La più elegante: Audrey Hepburn. Poi c’era Mussolini che aveva talloni delicati, ed Evita Peron che pretendeva calzature soltanto con pellami sudamericani.
Carlo VIII, sul trono di Francia dal 1493 al 1498, avendo sei dita ai piedi, impose la moda delle scarpe quadrate e larghe. Arrivate alla corte di Enrico VIII raggiunsero una larghezza di 17 centimetri.
Il pronatore, colui che deforma le scarpe verso l’interno.
Comprare le scarpe nel pomeriggio, quando il piede è più gonfio.
Le scarpe che indossa la regina Elisabetta vengono precedentemente usate da un’altra persona che, camminandoci, le ammorbidisce.
La regina Elisabetta II, fotografata qualche anno fa in Scozia con scarpe dalle suole bucate.
Per l’incoronazione Elisabetta commissionò a Roger Vivier un paio di babbucce ricamate e impreziosite da rubini.
Il valore delle scarpette rosse originali del film Il Mago di Oz del 1939 si aggira oggi tra i 2 e i 3 milioni di dollari.
«Quando una donna si prova un paio nella mia boutique e sento dire “ma sono scomodissime, come faccio a camminarci”, mi cadono le braccia. Non ha capito niente. Se ne vada» (Christian Louboutin).
Durante la seconda guerra mondiale, per via delle ristrettezze, Ferragamo progettò scarpe che avevano la tomaia fatta di carta di caramelle.
Gli abitanti dell’isola di Palau, nell’oceano Pacifico, per fare le scarpe utilizzano la parte esterna del cetriolo di mare.
Secondo una ricerca condotta presso la Washington University di St. Louis le scarpe hanno quarantamila anni. L’indagine degli studiosi americani ha cercato di mettere in luce in che modo le calzature hanno modificato la nostra postura e il nostro fisico, spiegando che ci sono parecchie differenze – sia a livello osseo che tendineo – tra i piedi di chi le indossa regolarmente e quelli di chi va scalzo per tutta la vita. Quindi, tramite l’identificazione della prima comparsa di queste differenze, è stato possibile stabilire in quale periodo della nostra storia le scarpe hanno fatto la loro comparsa. Secondo la ricerca, il momento in cui l’alluce umano è diventato più piccolo – circa 40 mila anni fa, appunto – corrisponderebbe all’introduzione delle prime calzature.
Le scarpe più antiche trovate finora (in Missouri e Israele) hanno 8mila anni e sono fatte di piante.
La scarpa più antica in cuoio trovata finora ha 5.500 anni. Stringata, misura 37, destra, in ottimo stato, trattata con tintura vegetale, piena d’erba (come per mantenerne la forma), è stata scoperta nella provincia di Vayotz Dzor, in Armenia, dall’archeologa Diana Zardaryan (era nascosta sotto due corna di pecora e un vassoio rotto). Grazie alla datazione al radiocarbonio si è potuto stabilire che il cuoio risale al periodo tra il 3653 e il 3627 a.C.
L’uomo di Similaun portava le scarpe di pelliccia foderate di fieno coordinate con la bisaccia.
Le calzature romane erano di due tipi: aperte (solae, sandalia) o chiuse (calcei). Il corarius, lavoratore del cuoio o conciatore, forniva le suole delle scarpe a calzolai (sutores) e ad artigiani che fabbricavano sandali (solarii), i quali si sbizzarrivano creando vere e proprie mode. Tingevano per esempio le corregge nei colori più diversi, tra cui, usatissimi, il rosso e l’oro. Ornavano poi le calzature con perline di vetro, d’oro, d’argento, gemme e borchie.
Citati in un editto di Diocleziano del 310 d.C., ventitrè modelli di scarpe. Tra gli altri, le "caligae", sandali militari con suola composta da tre strati di cuoio, cuciti e imbullettati con chiodi di ferro; il "camepagus", riservato all’Imperatore; l’"udo", in pelo di capra, usato perlopiù dai magistrati.
Tra i diciotto modelli di scarpe diffuse tra gli antichi Greci, due i più comuni: per l’inverno il "monodermom", unico pezzo di pelle legato alla caviglia in cui il piede era infilato come in un sacchetto; per l’estate sandali ricavati da un pezzo di cuoio o di legno tagliato a forma di pianta di piede da cui partivano stringhe da avvolgere attorno ai polpacci fino sotto le ginocchia.
Galoches. Il nome viene dai Galli, da cui i Romani mutuarono l’idea di coprire i calzari con delle strisce di cuoio in caso di pioggia.
Poulaine, modello di scarpa di moda nel Quattrocento in Francia, di stoffa, con punta lunga fino a otto centimetri, proibito nel 1468 da una bolla papale perché simbolo di vanità.
Chopine. Scarpa di moda nel Cinquecento lanciata dalle prostitute di Venezia, alta 50 centimetri. Diffusa in Europa fino agli inizi del Seicento, era forse di origine turca (serviva ai frequentatori degli hammam per tenere i piedi sollevati e asciutti). Poco prima della Seconda guerra mondiale Ferragamo si ispirò a questo modello per creare le zeppe di sughero, che per la povertà del materiale andarono di moda fino al dopoguerra. Tornate alla ribalta nei Settanta, furono disegnati anche modelli maschili (celebri quelle di David Bowie).
Ballerine. Scarpe dalla punta arrotondata e dal tacco tra 0 e 1,5 centimetri, brevettate da Salvatore Ferragamo nel 1957, ispirandosi alle scarpe da danza classica e all’attrice Audrey Hepburn. Per lei lo stilista creò anche una variante delle ballerine, una scarpa scollata con un tacco molto basso, che da allora si chiama Sabrina heel, ”tacco Sabrina”.
Sperry Top-Sider. La prima scarpa da vela, dal nome del suo inventore, l’americano Paul Sperry (1895-1982): mise a punto la suola anti-scivolo di gomma zigrinata ispirandosi alle zampe di Prince, il suo cocker spaniel.
SolePower, le scarpe che camminando producono energia. Inventate dai ricercatori dell’Università Carnegie Mellon di Pittsburgh che hanno messo a punto speciali solette in grado di ricaricare un cellulare mentre si passeggia sfruttando l’energia cinetica. Gli accessori - che possono essere posizionati all’interno di qualsiasi calzatura - possiedono un sistema meccanico che consente di convertire il movimento lineare, generato mentre si cammina, in un moto rotatorio in grado di azionare un micro generatore. L’energia così prodotta viene immagazzinata in una batteria impermeabile posizionata all’esterno della scarpa. Per non rovinare il design della calzatura, la batteria - chiamata Power Pac - può essere inserita all’interno di una custodia di tessuto e mimetizzata legandola ai lacci. Attraverso una porta Usb, secondo i ricercatori, l’invenzione riesce a fornire due ore e mezzo di carica per un telefono con una sola ora di cammino.
Secondo un sondaggio del mensile americano ”Lucky”, il 37,6 per cento delle donne si reca al posto di lavoro con comode scarpe sportive ai piedi, e una volta arrivate se le cambia.
Sarah Jessica Parker, interprete della serie televisiva Sex & The City, invitata dal regista a togliersi le scarpe nei primi piani, per stare più comoda: «Non l’ho mai fatto. L’espressione di una donna coi tacchi è diversa da quella di una rasoterra».
«Non sono mai riuscita a studiare un nuovo personaggio finché non ho scelto, insieme al regista, quali scarpe indossa la donna che stiamo per portare sullo schermo. Comincia tutto laggiù» (Penelope Cruz).
Gli zoccoli fanno male alle ginocchia. Uno studio dell’American college of rheumatology ha confrontato gli effetti di varie scarpe nei casi di osteoartrite. Il carico anomalo sull’articolazione della gamba è più alto con gli zoccoli. Le calzature migliori sono risultate le infradito.
Agli elettori che promettevano il voto negli anni Cinquanta i candidati napoletani regalavano una scarpa, e la seconda dopo le elezioni.
I calzaturifici italiani, secondo lo Shoe Report 2015 presentato da Assocalzaturifici, nel 2014 hanno fatturato quasi 7,5 miliardi di euro (+0,3% sul 2013) con 5.031 aziende, per l’80% piccole e medie, cioè con meno di 50 dipendenti e meno di 10 milioni di euro di fatturato, e 76.610 addetti. L’export nel 2014 ha rappresentato l’84,6% della produzione (+3% rispetto all’anno precedente). Sono aumentate le imprese che esportano tra il 50% e i 90% della produzione, che rappresentano una fetta importante del panorama dei calzaturifici italiani (42,5%), mentre il 20,5% delle aziende esportano addirittura il 90% dei prodotti; meno del 7% sono rimaste più legate al territorio italiano. I principali mercati esteri in cui si esportano calzature made in Italy sono Germania (salita nel 2015 dal terzo al primo posto), Francia, Svizzera, Stati Uniti e Belgio. La Russia - primo paese di destinazione nel 2012 – è scesa in ottava posizione.
Da oltre cinquant’anni l’imprenditore di Varese Vito Artioli confeziona scarpe su misura per i grandi del mondo. Tra i clienti George Bush junior: «Bush è molto per lo stile anglosassone, gli piaccione le scarpe di vitello». Il sultano del Brunei, che predilige materiali e forme eccessive, «ordina centinaia di scarpe l’anno».
Michelle Obama indossa le scarpe prodotte dalla Chengdu Roeblan Footwear, piccola azienda calzaturificia cinese nel cui stabilimento sono state prodotte le décolleté (marchiate Bandolino Berry) indossate da Michelle il giorno della vittoria del marito.
“Mettersi nelle scarpe di qualcuno”, l’equivalente inglese di “mettersi nei panni di qualcuno”.
Ezio Greggio e Michelle Hunziker, amici per la pelle, litigarono quando lui, entrando in casa di lei, si rifiutò di togliersi le scarpe.
D’Annunzio «decise di manifestare i propri desideri alle belle signore di turno facendo parlare le tomaie dei propri mocassini. E inventò le scarpe falliche: un paio di calzature con due cazzetti disegnati sopra. La provocazione fece storia, tanto che ancora oggi si organizzano mostre e convegni sulle scarpe del Vate» (Massimiliano Lenzi)
Fernande, l’amante di Picasso prima che diventasse famoso, chiusa in casa dal pittore, che le nascondeva perfino l’unico paio di scarpe perché non scendesse dal letto.
«Sotto il sole non c’è essere più infelice del feticista che brama una scarpa di donna e deve accontentarsi di una femmina intera» (Karl Kraus).
P.S. non ho messo nulla di specifico sui tacchi alti perché avevi già fatto una puntata “tacchi alti”